Allarme recessione, Conte esclude manovra bis: "È prematura"

Politica

Dopo i dati diffusi da Bankitalia, il premier rassicura: il governo si è predisposto per tempo. Attacca Di Maio: "Ipotetica recessione guarda caso il giorno dopo che abbiamo lanciato reddito di cittadinanza e quota 100". Scontro con industriali e sindacati

Nessun rischio recessione e, perciò, nessuna manovra bis in vista per scongiurare i rischi di una mancata ripresa della crescita: il presidente del Consiglio Giuseppe Conte scende in campo per rassicurare gli italiani dopo l'allarme lanciato dalla Banca d'Italia. "È troppo presto" per ragionare su un'ipotesi di nuovo intervento sui conti pubblici per correggere i saldi a causa delle negative previsioni sul Pil ma, soprattutto, "noi preveniamo che possa accadere il peggio e ci siamo predisposti per tempo", il messaggio del premier. "Noi le congiunture economiche non favorevoli le preveniamo e, come abbiamo dimostrato, le ereditiamo. Siamo operativi affinché questa Italia cresca e le indicazioni diventino tutte positive", ha ribadito Conte da Matera, dove ieri ha partecipato alla cerimonia di inaugurazione dell’anno da Capitale europea della Cultura della città lucana.

Di Maio contro Bankitalia: "Dati diffusi ad hoc"

Se il capo di governo usa toni concilianti, il vicepremier Luigi Di Maio se la prende con i dati di Bankitalia: sulla "ipotetica recessione" sono stati diffusi "guarda caso, il giorno dopo che abbiamo lanciato il reddito di cittadinanza e quota 100. Ma ormai ci siamo abituati...", accusa in un video lanciato sui social per diffondere alcuni dati positivi sul lavoro provenienti dal Veneto. "Grazie al Decreto Dignità, in Veneto, dove il Decreto Dignità era stato criticatissimo, sono aumentati i posti di lavoro e soprattutto stabili, facendo crollare quelli a tempo determinato", esulta il ministro dello Sviluppo economico. Intanto non si placa la polemica con le opposizioni, con il Pd che ha annunciato un progetto di referendum sul reddito di cittadinanza, contestato anche da Fdi. "Sono sicuro che il Pci e l'Msi avrebbero sostenuto il reddito e voi che ne siete gli infelici eredi state qui a fare il tifo per lo spread e per Confindustria", attacca Di Maio.

Polemica con Confindustria e sindacati

Lo scontro si consuma anche tra l’esecutivo gialloverde e gli industriali che hanno chiesto di "aprire i cantieri" contro il rischio recessione e di manovra correttiva. "Se vuole fare l'attività che le compete, cioè la difesa degli interessi delle imprese, ben venga; ma se vuol fare politica, a questo punto le società di Stato dovranno smettere di finanziargli le decine di milioni di euro e poi voglio vedere come fanno i liberali senza tutti quei soldi", avverte a Sky tg24 il sottosegretario Stefano Buffagni. Anche il sindacato scende in campo: "La recessione ormai non è più uno spauracchio, ma può diventare una terribile realtà", è il monito della segretaria della Cisl Annamaria Furlan.

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