Decreto fiscale, stop del Senato all'esame in Aula. Sfuma rottamazione Imu e Tasi

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Si riprenderà a esaminare gli emendamenti il 28 novembre, dopo i diversi rinvii che hanno rallentato la tabella di marcia. Sfumata la rottamazione Imu-Tasi. Mentre è prevista una moratoria delle sanzioni sul mancato utilizzo delle fatture elettroniche

Slitta il via libera del Senato al decreto fiscale. L’esame degli emendamenti riprenderà domani mattina (28 novembre). Dopo vari rinvii, necessari per consentire alla commissione Bilancio di esprimere i pareri sulle ultime proposte di modifica, i senatori hanno iniziato a votare nel pomeriggio di oggi, almeno due ore dopo la tabella di marcia prevista. Così per arrivare al primo giro di boa bisognerà attendere un giorno ancora, poi il testo passerà alla Camera.

Sfuma la possibilità di rottamare Imu e Tasi

Tra le misure approvate, c’è anche la proroga di tre mesi - fino alla fine di settembre del 2019 - della moratoria delle sanzioni per il mancato utilizzo della fatturazione elettronica per chi effettua il versamento mensile dell’Iva. Inoltre, approvate anche la conferma dello stop al condono con l'introduzione della sanatoria delle irregolarità formali, la proroga per il 2019 del bonus bebè e per gli oltre 525 milioni di euro per il Fondo calamità naturali. Ma ci sono anche il sì alle norme per il rilancio del Casinò di Campione d'Italia e al taglio delle tasse sulle sigarette elettroniche (che scendono al 10-15% dal 50%). E ancora: il via libera alla tassa sul money transfer e alla rottamazione ter delle cartelle. Salta invece la possibilità rottamare anche le tasse locali.

Fenu (M5s): maxi condoni e scudi li fanno altri

Si dice soddisfatto, per l’andamento dei lavori, il relatore Emiliano Fenu (M5s): "Misure come la rottamazione ter delle cartelle, lo stralcio delle mini cartelle, la definizione agevolata delle liti fiscali e la definizione degli errori formali danno una boccata d'ossigeno ai piccoli contribuenti in difficoltà, che meritano di essere rimessi in carreggiata”. “Queste misure - afferma - sono un investimento sulle persone che loro malgrado non sono riuscite a pagare tutto il dovuto, senza il minimo sconto per gli evasori". Di condoni, spiega, nel testo non c'e' traccia: “Semmai i condoni sono stati varati da altri Governi. In questo decreto non c'e' spazio per sconti agli evasori, né ci sono scappatoie per chi ha portato soldi fuori dal Paese". Sulla stessa linea Massimo Bitonci, sottosegretario al ministero dell'Economia: "Il decreto non è assolutamente un condono. Soprattutto nel momento in cui è stata espunta la dichiarazione integrativa speciale, è diventato una vera e propria pace fiscale".

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