Prescrizione e sicurezza, test importanti per la tenuta del Governo

Politica

Giorgia Finesi

salvini-di-maio-ansa

Maggioranza divisa, la battaglia sulla prescrizione e i nodi del decreto sicurezza mettono il Governo alla prova. Si apre una settimana parlamentare decisamente complessa.

Sembra una partita a scacchi quella tra M5s e Lega, i due alleati di Governo concentrati a muovere pedine per guadagnare terreno. Si avvia una settimana parlamentare particolarmente complicata. In Aula, al Senato, arriva il decreto sicurezza, in Commissione Affari Costituzionali, alla Camera, continua la discussione sugli emendamenti al ddl anticorruzione.

I 5 stelle non arretrano sulla prescrizione

Luigi Di Maio e il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, tirano dritto sulla prescrizione. Il M5S decide di bloccare, con un emendamento al testo, la prescrizione processuale dopo il primo grado di giudizio, qualunque sia la sentenza. La mossa non rasserena gli animi. La Lega reagisce e presenta 8 emendamenti sul testo che, se approvati, porterebbero alla sostanziale cancellazione di 8 articoli su 11 del disegno di legge tanto caro agli alleati. Appare evidente che si dovrà raggiungere una mediazione. Proprio a Montecitorio ci sarà una riunione tecnica per trovare una soluzione sulla prescrizione e per superare l’impasse degli emendamenti leghisti alle norme spazzacorrotti.

“La riforma della prescrizione per noi rappresenta un punto fondamentale e sono fiducioso che troveremo un accordo con la Lega”- afferma il vicepremier Di Maio-  Ma deve essere approvata nel ddl anticorruzione, chi parla di stralcio in queste ore non sta dicendo la verità". Vedremo….

Il decreto sicurezza arriva in Aula al Senato

Al Senato si discute di sicurezza. Tra i nodi da superare, la posizione di alcuni dissidenti pentastellati, che hanno più volte annunciato la loro contrarietà al testo fortemente voluto da Salvini. Gregorio De Falco, Paola Nugnes, Matteo Mantero, Elena Fattori e Lello Campolillo potrebbero addirittura votare no alla fiducia. Per i dissidenti niente sconti. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Stefano Buffagni afferma sicuro: "Se De Falco non voterà il decreto si assumerà le sue responsabilità. Se non si ritrova nella maggioranza sono certo che si dimetterà e tornerà a fare il suo lavoro“.

Eppure a Palazzo Madama i numeri potrebbero non impensierire la maggioranza, che sul decreto sicurezza può contare sull’aiuto di una parte di Forza Italia e sul supporto, più volte annunciato, del partito di Giorgia Meloni. Ma non nel caso in cui si decidesse il ricorso al voto di fiducia.

All’interno del governo gialloverde si continuano ad aprire crepe. In Senato, di fatto,  la maggioranza si troverà ad affrontare un primo test importante per la sua tenuta. Vedremo…

Politica: I più letti