Tap, tre parlamentari M5s contro Conte. Di Maio: 20 miliardi di penali

Politica
La campagna social dei "No Tap" e il cantiere in Salento

Dopo il via libera del premier all’opera, due senatori e una deputata pentastellati si oppongono. Il vicepremier conferma che esistono penali: “Non ci sono alternative”. Ma Calenda lo smentisce: ministro fa sceneggiata. Alcuni No Tap strappano tessere elettorali

È scontro sul via libera al progetto Tap in Puglia, arrivato ieri dal premier Conte dopo il parere del Ministero dell’Ambiente. La tensione è soprattutto sul nodo delle eventuali penali da pagare nel caso l'infrastruttura non dovesse essere realizzata. Tre parlamentari del M5s - i senatori Lello Ciampolillo e Saverio De Bonis e la deputata Sara Cunial - si sono schierati apertamente contro la decisione del premier. “Anche Conte sbaglia. Non ci possono essere penali, semplicemente perché non esiste alcun contratto tra Stato e Tap. Non ci possono nemmeno essere costi per lo Stato, perché non essendovi ad oggi il rispetto delle prescrizioni da parte di Tap, non vi può essere responsabilità dello Stato”, hanno detto i tre innescando un botta e risposta politico che ha coinvolto Di Maio e Calenda.

Di Maio: lette carte, ci sono penali per 20 miliardi

La versione dei tre parlamentari del M5s viene però smentita poco dopo dal vicepremier Luigi Di Maio: "Da ministro dello Sviluppo economico ho studiato le carte del Tap per tre mesi. Vi posso assicurare che non è semplice dover dire che ci sono delle penali per quasi 20 miliardi di euro. Ma così è, altrimenti avremmo agito diversamente". La realizzazione del progetto "non è che non è più conveniente farla, è che non ci sono alternative", alla luce del fatto che "ci sono penali". Di Maio spiega che "le carte un ministro le legge solo quando diventa ministro. E a noi del M5s non hanno mai fatto leggere alcunché. E quando quelli che sono andati a braccetto con le peggiori lobby di questo Paese parlavano di Tap l'unica cosa che ci dicevano è che eravamo nemici del progresso. Non ci hanno mai detto che c'erano penali da pagare”.

Calenda: non esiste penale, Di Maio fa sceneggiata

L'ex ministro Carlo Calenda, predecessore al Mise di Luigi Di Maio, ha però a sua volta smentito la versione del vicepremier: "Di Maio si sta comportando da imbroglione, come su Ilva. Non esiste una penale perché non c'è un contratto (fra lo Stato e l'azienda Tap ndr) ma, in caso, una eventuale richiesta di risarcimento danni" da parte dell'impresa "visto che sono stati fatti investimenti a fronte di un'autorizzazione legale", spiega all'Ansa aggiungendo: "Di Maio sta facendo una sceneggiata e sta prendendo in giro gli elettori ai quali ha detto una cosa che non poteva mantenere”. L'ex ministro Calenda ha poi ricordato come "anche con il parere dell'Avvocatura di Stato su Ilva che gli dava torto e che ha tenuto segreto" Di Maio ha "mentito e in un Paese normale un ministro che lo fa due volte si deve dimettere".

"No Tap" strappano tessere elettorali

Intanto in Puglia, il Movimento No Tap che si oppone alla realizzazione dell'infrastruttura a San Foca di Melendugno, ha avviato sui social una campagna per far dimettere tutti gli esponenti del M5s eletti in Salento grazie ai voti del movimento. I volti dei destinatari della campagna, tra cui figura anche il premier Conte, sono raffigurati al centro di due loghi, il primo recante la scritta "No Tap, né qui né altrove", il secondo "Sì Tap, sia qui che altrove". Gli attivisti accusano di tradimenti gli eletti pentastellati che, affermano, dopo aver fatto della battaglia contro il gasdotto il tema "madre" delle rispettive campagne elettorali, ora hanno cambiato idea. Durante la giornata, alcuni esponenti "No Tap" hanno postato video sui social in cui strappano le tessere elettorali per protesta. Gli attivisti diffondono anche fotografie di tessere elettorali ridotte in brandelli e lanciate per aria come se fossero coriandoli. “Non avrete più il nostro voto”, dicono alcuni di loro.

Conte e Salvini a favore dell’opera

Ieri sera il premier Conte, dopo aver ricevuto una comunicazione sulle ultime verifiche effettuate dai tecnici del Ministero dell’Ambiente, ha annunciato che il Tap si deve fare: impossibile per il governo interrompere la realizzazione del gasdotto (DI COSA SI TRATTA): “Gli accordi chiusi in passato ci conducono a una strada senza via di uscita. Interrompere la realizzazione dell'opera comporterebbe costi insostenibili, pari a decine di miliardi di euro”, ha spiegato Conte. Il Ministro dell'Ambiente Sergio Costa in un comunicato ha spiegato di aver trasmesso le valutazioni di legittimità sulla Valutazione di impatto ambientale e “non sono emersi profili di illegittimità”. Anche il vicepremier Salvini ha dato il suo via libera per il progetto: "Avere l'energia che costerà meno a famiglie e imprese è fondamentale, quindi avanti coi lavori".

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