Manovra, Lega: intesa su pace fiscale. Salvini: “Mantenute promesse”

Politica
Un momento del vertice a Palazzo Chigi (Ansa)

Dopo una giornata segnata dal disaccordo tra Carroccio e M5s arriva la svolta: percentuali variabili per chi ha fatto la dichiarazione dei redditi. Giorgetti: "Sulle cose importanti chiudiamo oggi". Di Maio: "Ristabiliti diritti ed eliminati privilegi"

È finita l'impasse del governo gialloverde sulla "pace fiscale" (COME FUNZIONA) e sulla manovra. Secondo fonti della Lega, il Carroccio e il M5s hanno raggiunto un'intesa al termine del vertice a Palazzo Chigi: le percentuali saranno "variabili" e consentiranno di sanare il pregresso per chi ha presentato dichiarazioni dei redditi. Il sottosegratrio Giancarlo Giorgetti l'aveva assicurato: "Sulle cose fondamentali si chiude stasera", e la svolta è arrivata dopo una giornata segnata dalla mancata intesa tra M5s e Lega che ha portato a due vertici: uno svoltosi in mattinata e uno verso le 16.30, per provare a trovare una sintesi tra le posizioni leghiste e quelle pentastellate. Al secondo incontro è andato anche il vicepremier Di Maio, che secondo fonti ministeriali aveva disertato l'incontro mattutino pur essendo nella sede del governo. L'altro vicepremier, Matteo Salvini, assicura che la manovra rispetta le promesse: "Dopo averlo dimostrato sull'immigrazione e la sicurezza, anche su temi economici continuiamo a mantenere le promesse con gradualità e coraggio. Fornero, flat tax, Equitalia: anche su questi temi siamo il cambiamento". Entro la mezzanotte di oggi il Draft Budgetary Plan, la bozza di manovra, è attesa a Bruxelles (SIRI: NON È PER EVASORI).

Pensioni d'oro e quota 100

E dopo il vertice tra Salvini, Di Maio e il premier Giuseppe Conte sono arrivate le informazioni su quanto previsto dalla manovra. La copertura della legge di bilancio arriverà da un taglio di un miliardo in tre anni alle pensioni d'oro di un miliardo in tre anni, mentre partirà a febbraio la riforma della legge Fornero con "quota 100". Inoltre, si apprende, nel decreto fiscale sarà inserita una norma per l'arresto degli evasori fiscali. (TUTTE LE NORME)

Di Maio: “Ristabiliti diritti che erano stati calpestati”

Dopo l’accordo raggiunto, Di Maio in un lungo post su Facebook dice: "Ci siamo accordati sul fatto che per gli evasori ci sarà la galera. Ci sarà la pace fiscale per aiutare chi non ce la fa con le cartelle Equitalia, ma non ci sarà nessun salvacondotto per chi evade". Il vicepremier scrive che non si tratta solo di una manovra ma di un “Nuovo Contratto Sociale che lo Stato stipula con i cittadini. Vengono ristabiliti diritti che erano stati calpestati, vengono eliminati privilegi che erano stati dati per scontati e vengono fatti investimenti che si aspettavano da decenni” E cita Roosevelt: "L'unica cosa di cui dobbiamo avere paura è la paura stessa".

Il decreto “taglia-scartoffie”

Di Maio parla anche del decreto “taglia-scartoffie”, approvato dal Cdm e che, spiega il premier, elimina “decine di leggi inutili e cento adempimenti che complicano la vita agli imprenditori. Abbiamo sancito che se una persona ha crediti con la pubblica amministrazione, non gli può essere pignorata la casa. Le assicurazioni RC auto saranno eque finalmente, perché in alcuni posti si pagava davvero troppo. Abbiamo pensato anche alla sanità, ad aggredire le liste di attesa scoraggiando i medici che facevano allungare l'attesa dei pazienti per fare delle visite nel loro studio privato anziché nel pubblico".

Salvini: sui furbetti nessuna transigenza

Il ministro dell'Interno e vicepremier Matteo Salvini, parlando all'assemblea nazionale di Confimi Industria, oggi aveva toccato il punto della pace fiscale dicendo: “Sui furbetti nessuna transigenza, però ci sono milioni di italiani che convivono con le cartelle di Equitalia che li stanno portando alla disperazione e al suicidio. Uno Stato normale con questa gente ragiona, non continua a condannarla". E agli alleati di governo aveva detto: "Saldo e stralcio delle cartelle di Equitalia per chi ha fatto la dichiarazione dei redditi ma non è riuscito a pagare tutto è nel contratto di governo. Quello per me vale". E ha concluso: "Mi dicono non si può fare? Ma volere è potere, quindi noi andremo fino in fondo". (VIDEO)

I punti di attrito sulla pace fiscale

Quello su cui si sono scontrati la Lega e il M5s, la "Pace fiscale", è il punto cardine del decreto fiscale ed è stato voluto dal Carroccio. Il M5s aveva subito chiarito che il concetto di pace fiscale non può confondersi con quello di condono e aveva spiegato che la linea accettabile per il Movimento è quella del “ravvedimento operoso”, strumento già esistente, che prevede sanzioni e interessi ridotti in caso di errori o omissioni nei versamenti. La Lega puntava però più in alto, cioè alla dichiarazione integrativa, considerata inaccettabile dai 5S. Per venire incontro ai pentastellati, si era cercato di alzare al 25% (e non più il 15%) la percentuale da pagare sul debito totale. Sul tavolo c'era poi anche il problema dell'emersione dei contanti, sponsorizzato dalla Lega. L'urgenza di affrontare la questione pace fiscale era legata alla necessità di trovare le coperture per la manovra 2019 che il governo dovrà necessariamente indicare nel Documento programmatico da inviare a Bruxelles.

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