Decreto sicurezza e migranti: ecco cosa prevede

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(foto d'archivio)

Il Consiglio dei ministri ha approvato il testo all'unanimità stabilendo nuove regole: dall’abrogazione della protezione umanitaria, al raddoppio dei tempi di permanenza nei centri per il rimpatrio; dalle misure anti-terrorismo alla stretta sulle occupazioni

Il cosiddetto “decreto immigrazione e sicurezza”, approvato all’unanimità dal Consiglio dei ministri, era inizialmente diviso in due testi proposti dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. La norma ha subito numerose modifiche prima di essere approvata dal Cdm, a causa di alcuni malumori e dubbi sollevati da esponenti del M5S e dalla Presidenza della Repubblica. Salvini lo ha definito "il testo più condiviso e il più modificato nella storia del governo". Il decreto, a detta del titolare del Viminale, tuttora "non è blindato" e potrebbe subire ulteriori modifiche nei successivi passaggi. Al momento, la stretta sul fronte immigrazione e sul fronte sicurezza prevede nuove regole che vanno dall’abrogazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari, al “giro di vite” sul noleggio dei furgoni dopo gli ultimi attentati.

La sospensione della richiesta di asilo

Le nuove regole previste per l'immigrazione aumentano il numero di reati che comportano la sospensione della domanda d’asilo da parte di cittadini stranieri. Questi includono lo spaccio, la violenza sessuale, la rapina e la resistenza a pubblico ufficiale. "Per i richiedenti asilo la sospensione della domanda è prevista in caso di pericolosità sociale o in caso di condanna in primo grado", ha spiegato Salvini al termine del Consiglio dei ministri. Nel caso in cui il richiedente sia stato condannato, anche in primo grado, dovrà lasciare il Paese e la sua domanda sarà dunque sospesa. Se verrà poi assolto, entro un anno potrà richiedere la riapertura del procedimento. Si prevede inoltre il ritiro della cittadinanza dopo il passaggio in giudicato della sentenza definitiva per chi commette reati "per finalità di terrorismo o di eversione dell'ordinamento costituzionale". Previsti inoltre rimpatri per quegli stranieri che fanno più volte ritorno nel Paese di origine, i cosiddetti “profughi vacanzieri”.

L’abrogazione della protezione umanitaria

Saranno inoltre abrogati i permessi di soggiorno per motivi umanitari e saranno sostituiti da permessi speciali. La cosiddetta "protezione sussidiaria" includerà permessi per meriti civili o per cure mediche o se il Paese di origine vive una calamità naturale. "Saranno sei le fattispecie che renderanno possibile l'ingresso nel nostro Paese per motivi umanitari: l'ingresso è consentito alle vittime di grave sfruttamento, per motivi di salute, violenza domestica, calamità, cure mediche e atti di particolare valore civile. Non ci sarà più la libera interpretazione del singolo", ha detto il titolare del Viminale. Mentre nel testo si legge che queste misure sono pensate per "scongiurare il ricorso strumentale alla domanda di protezione internazionale", sottolineando la "necessità e urgenza" di normare i casi in cui possono essere rilasciati questi speciali permessi di soggiorno temporanei a carattere umanitario.

I centri per il rimpatrio e gli Sprar

I tempi di trattenimento nei Centri di permanenza per il rimpatrio raddoppieranno da 90 a 180 giorni. I richiedenti asilo rimarranno negli “hot spot” per un periodo non superiore a 30 giorni, per accertarne l'identità o la cittadinanza. Viene introdotta la possibilità di trattenimento degli stranieri da espellere anche in strutture idonee nella disponibilità della pubblica sicurezza, in caso di indisponibilità dei Cpr, fino all'udienza di convalida dell'espulsione da parte del giudice di pace e anche dopo il provvedimento, presso gli Uffici di frontiera, fino all'effettivo allontanamento. Quanto agli Sprar, continueranno a esistere ma "limitatamente ai richiedenti di protezione umanitaria e ai minori accompagnati", ha chiarito Salvini, mentre ci sarà il divieto di reingresso degli stranieri espulsi, non solo in Italia, ma nello spazio Schengen. Il dl prevede poi termini abbreviati per l'adozione della decisione sulla domanda reiterata, l'introduzione di una procedura accelerata per chi presenta domanda di protezione alla frontiera o nelle zone di transito, dopo essere stato fermato per avere eluso o tentato di eludere i controlli di frontiera.

Le misure anti-terrorismo

Per quanto riguarda la sicurezza, il “decreto Salvini” prevede una stretta sul noleggio di furgoni per prevenire attacchi terroristici, dopo gli attentati di Berlino e Nizza. Chi affitterà questi mezzi dovrà infatti comunicarlo al centro elaborazione della polizia. Sarà inoltre esteso il Daspo urbano anche ai soggetti sospettati di terrorismo internazionale e scatterà la revoca della cittadinanza per quei cittadini sospettati di essere una minaccia per la sicurezza nazionale.

Taser alla polizia locale e stretta sulle occupazioni

La polizia locale dei comuni che superano i 100.000 abitanti potrà sperimentare i taser e gli agenti avranno ora la possibilità di accedere alla banca dati interforze delle forze di polizia. Saranno potenziati gli organici dell'Agenzia nazionale beni sequestrati e confiscati alle mafie e ampliate le fattispecie di controllo attraverso il braccialetto elettronico (includeranno gli imputati per maltrattamenti e stalking). Infine, verranno inasprite le sanzioni contro coloro che occupano abusivamente terreni o edifici, per i quali verrà ampliato l’utilizzo delle intercettazioni telefoniche e aumentata la pena fino a quattro anni di reclusione. Resta fuori dal dl la questione Rom.

Le risorse per gli interventi

Sulla questione delle risorse, il decreto prevede che per potenziare le misure di rimpatrio dei richiedenti asilo considerati non idonei ad accedere alla protezione internazionale l'apposito fondo venga "incrementato di 500.000 euro per il 2018 e 1.500.000 sia nel 2019 sia nel 2020". Mentre per il "potenziamento dei sistemi informativi per il contrasto del terrorismo internazionale", compreso il rafforzamento dei nuclei "Nucleare-Batteriologico-Chimico-Radiologico", e per il finanziamento di interventi di manutenzione straordinaria di impianti", è stata autorizzata in favore del Viminale una spesa complessiva di 15 milioni di euro per il 2018 e di 49.150.000 euro per ciascuna delle annualità comprese tra il 2019 e il 2025.

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