Migranti, nave Diciotti verso Trapani. Salvini: delinquenti in galera

Politica
Matteo Salvini (Ansa)

Il ministro: "Se hanno dirottato la nave con la violenza voglio garanzie che non finiranno in albergo". A bordo 67 persone salvate in mare dal rimorchiatore Vos Thalassa. Conte: "Da immigrazione rischio foreign fighter". Parolin: chiusura porti non è la soluzione

La nave Diciotti della Guardia costiera arriverà a Trapani nella mattinata di giovedì 12 luglio. Lo sbarco era previsto per il pomeriggio di mercoledì ma è slittato, come confermano fonti della Guardia costiera. L'imbarcazione ha a bordo i 67 migranti salvati dal rimorchiatore Vos Thalassa davanti alla Libia. Da quanto si apprende, insieme alle persone recuperate, sulla nave ci sarebbero anche uomini della capitaneria di Porto e della polizia di Stato. Intanto nella prefettura della città siciliana è prevista una riunione del comitato per la sicurezza, al quale partecipa il sindaco Giacomo Tranchida, per definire le modalità di sbarco. Nel frattempo però il caso è diventato politico. Dopo l'annuncio sulla destinazione siciliana del ministero dei Trasporti, il ministro dell'Interno Salvini torna a negare il via libera del Viminale: "Prima di concedere qualsiasi autorizzazione, attendo di sapere nomi, cognomi e nazionalità dei violenti dirottatori che dovranno scendere dalla Diciotti in manette", dice. 

Conte: rischio foreign fighters da immigrazione

Il riferimento è al fatto che la Guardia Costiera ha spiegato di essere intervenuta dopo che il comandante dell'imbarcazione privata aveva segnalato una situazione di "grave pericolo" per l'equipaggio, minacciato da alcune delle persone soccorse. Intanto, al suo arrivo al vertice Nato a Bruxelles, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha parlato di "minacce sul fronte Sud molto significative" e ha dichiarato: "Dalla stessa immigrazione potrebbero arrivare rischi e pericoli di foreign fighter". (LO SPECIALE MIGRANTI)

Salvini: nessuna autorizzazione senza garanzie

“Non darò autorizzazione allo sbarco fino a che non avrò garanzia che i delinquenti, perché non sono profughi, che hanno dirottato una nave con violenza, finiscano per qualche tempo in galera e poi riportati nel loro Paese", aveva ribadito Salvini questa mattina al termine di un incontro con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, precisando che "conto di andare a Innsbruck (IL VERTICE) questa sera avendo risolto il problema". "Grazie al lavoro fatto, da quando sono ministro - aveva aggiunto il vicepremier - ci sono dati buoni sugli sbarchi: 21mila in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ma non mi accontento, voglio fare ancora meglio". (LE NAVI PRIVATE IN SOCCORSO DEI MIGRANTI)

Di Maio: non è immaginabile che chiudiamo i porti a una nave italiana

Sul tema oggi sono intervenuti anche il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, e il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta. “Non è immaginabile che noi chiudiamo i porti a una nave italiana - ha detto il leader del M5s - ma condivido tutte le perplessità di quanto accade nel Mediterraneo". Ancora più netta l’opinione della Trenta: "Il Mediterraneo è sempre stato un mare aperto e continuerà ad esserlo. L'apertura è la sua ricchezza. La strada è regolamentare, non chiudere. La parola accoglienza è bella, la parola respingimenti è brutta. Dichiarazioni lontane da quelle di Salvini, che però assicura che non c’è nessuno "scontro" nel governo sul tema dell'accoglienza: “Sento più Toninelli e Di Maio dei miei genitori. Leggo sui giornali cose divertenti ma parlano i numeri".

Parolin: chiusura porti non è la soluzione

Anche il Segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, ha commentato i recenti episodi legati ai flussi migratori, dicendo che la chiusura dei porti "non è la soluzione, abbiamo già espresso le nostre preoccupazioni".

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