Di Maio: lotta al precariato, ridurremo numero contratti a termine

Politica
Luigi Di Maio (ansa)

Il ministro ha proposto l'avvio di una contrattazione tra le parti durante un incontro al ministero del Lavoro. L’obiettivo è arrivare "al primo contratto nazionale”, ha detto il vicepremier. Soddisfatte le imprese del settore: "Partiti col piede giusto"

Un tavolo tra i rappresentanti dei rider (CHI SONO: LA SCHEDA), i fattorini che in bici fanno le consegne a domicilio, e delle aziende digitali con l'obiettivo di arrivare al "primo contratto nazionale della gig economy". Il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, apre la strada del confronto per garantire tutele e diritti a questi nuovi lavoratori ma anche per non fermare lo sviluppo di queste realtà. Se il tavolo darà "segnali positivi" e "con una certa velocita'", si procederà in questo senso, altrimenti "interverremo con le norme" progettate come parte del 'decreto dignita" previsto entro fine giugno.

Guerra seria al precariato

E' un pezzo di strada, insiste Di Maio, nella "guerra seria" del governo al precariato, attraverso la revisione del Jobs act, che punta ad una stretta sul numero dei rinnovi dei contratti a termine (oggi il tetto è di 5 rinnovi in 36 mesi) valutando la reintroduzione delle causali, ossia la motivazione per cui una persona viene assunta a tempo determinato (abolite dal decreto Poletti nel 2014). Ma anche, dice ancora, "limitando i licenziamenti selvaggi" non ora ma in un eventuale prossimo intervento.

Incontro con società consegne a domicilio

Positiva la risposta di Deliveroo, JustIt, Foodora, Domino's Pizza e Glovo, aziende della Gig economy, leader delle consegne a domicilio: "Mi è stato detto che sono disponibili -  precisa il ministro -  Se poi il tavolo non dovesse andar bene interverremo con la norma che avevamo progettato". Obiettivo, "garantire tutele a chi lavora, soprattutto ai più giovani che non devono essere alla mercé di un lavoro qualsiasi. Siamo in un Paese in cui molto spesso i ragazzi chiedono di lavorare anche senza retribuzione. Noi vogliamo garantire tutele minime". (L'INIZIATIVA DEI FATTORINI IN BELGIO)

"I sei punti fermi" della trattativa 

Di Maio, poi, con un post dalla sua pagina Facebook, ha enunciato i sei punti fermi della trattativa. "Per quanto riguarda i lavoratori - scrive - ci sono dei punti che devono rimanere fermi: obblighi e responsabilità precise tra le parti; requisiti di forma nel contratto per garantire la certezza del diritto; previsione di un compenso minimo inderogabile; rimborso spese forfettario per manutenzione del supporto tecnologico e meccanico (es. 50 euro al mese); iscrizione obbligatoria Inps e Inail a carico del datore di lavoro; ferie, riposo e diritto alla disconnessione".

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