Elezioni 2018, boom di Cinque Stelle e Lega. Crollo Pd: Renzi lascia

Politica
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Il Movimento 5 stelle supera quota 32% in entrambe le Camere. Il Carroccio meglio di Forza Italia, il centrodestra è la prima coalizione. Il Partito democratico sotto il 20% sia alla Camera che al Senato, il segretario si dimette. GLI AGGIORNAMENTI

Il M5s sfonda quota 32%, la Lega supera Forza Italia e trascina la coalizione di centrodestra al primo posto, il Pd sprofonda sotto quota 20% in entrambe le Camere e Renzi lascia la segreteria. Sono questi i dati più importanti emersi dalle elezioni politiche del 2018 (IL LIVEBLOGTUTTI I RISULTATI).

I risultati delle coalizioni e dei partiti

È il Movimento 5 stelle il primo partito alle elezioni politiche del 2018: a poche sezioni dalla fine degli scrutini, i Cinque Stelle raggiungono oltre il 32% sia alla Camera che al Senato. Il Movimento sarà così il partito con più seggi in entrambe le Camere: a Montecitorio, secondo le proiezioni di Quorum/Youtrend per Sky TG24, dovrebbe eleggere 227 deputati, a Palazzo Madama 113 senatori.

Il centrodestra è invece la coalizione che raccoglie più consensi: 37% dei voti alla Camera e 37,4% al Senato. La Lega è il primo partito, capace di raggiungere a Montecitorio il 17,4% contro il 14,0% di Forza Italia. Al Senato Lega al 17,6%, FI al 14,4%. Fratelli d’Italia si ferma al 4,3% alla Camera e al 4,2% al Senato.

Il Partito democratico crolla invece al 18,7% alla Camera e al 19,1% al Senato. Dovrebbero essere 104 i deputati dem eletti, solo 51 al Senato. Renzi ha annunciato l'addio alla segreteria del Pd. +Europa sotto al 3%: la percentuale del partito di Emma Bonino sarà riversata sui democratici.

Liberi e Uguali, invece, si ferma sotto il 4% sia a Montecitorio che a Palazzo Madama. Il leader e presidente del Senato uscente, Pietro Grasso, ha espresso delusione per il risultato raggiunto, aggiungendo però che il progetto di LeU continuerà.

Nessuna maggioranza parlamentare

Dai dati emerge, come previsto, l'assenza di una maggioranza definita nel prossimo Parlamento. Con il simulatore di Sky TG24.it è possibile scegliere un gruppo parlamentare all’interno dell’emiciclo e scoprire con chi dovrebbe allearsi per arrivare ai 316 seggi alla Camera e 158 al Senato.

Di Maio: “Trionfo, ci confronteremo con tutti”. Grillo: "Grazie"

"Per il M5s queste elezioni sono state un trionfo: grazie a circa 11 milioni di italiani che ci hanno votato e dato la loro fiducia". Luigi Di Maio, il candidato premier del Movimento 5 Stelle, è intervenuto a Roma per commentare i risultati che ha incoronato i pentastellati come prima forza politica del Paese con oltre il 30% delle preferenze. Nel suo breve discorso all'hotel Parco dei Principi, Di Maio ha detto: “Questo risultato risponde ai temi irrisolti del Paese. Siamo aperti a qualsiasi confronto con le altre forze politiche. Noi abbiamo triplicato il numero dei parlamentari, le altre coalizioni non hanno numeri per governare”.
Il Garante del Movimento Beppe Grillo ha detto: grazie italiani, avete capito non siamo spot. “Ero quasi convinto, nei momenti di sconforto, che un nulla rassegnato  avesse conquistato la stragrande maggioranza delle menti e dei cuori – ha scritto Grillo sul suo blog - Che tutto quello che abbiamo fatto fosse sbocciato troppo tardi, davanti al fuoco di fila dei media. Invece voi avete saputo guardare oltre quelle polveri, ve ne sono grato. E allora grazie gente, per aver visto e interpretato il nostro impegno per quello che è. Forse possiamo parlarne di nuovo, usare ancora quel verbo che era tutto. Perché è sempre stato tutto per chi la vive: la passione".

Matteo Salvini: "Vittoria straordinaria"

Pochi minuti dopo la pubblicazione dei primi dati, su Twitter è intervenuto il leader della Lega Matteo Salvini: "La mia prima parola: GRAZIE!". In conferenza stampa Salvini ha poi sottolineato la "vittoria straordinaria" del Carroccio e ha affermato che "la squadra con cui ragionare e governare è quella di centrodestra". "Sono e rimarrò populista", ha aggiunto, "chi ascolta il popolo fa il suo dovere. Di 'radical-chic' gli italiani non ne hanno più voglia". Il voto ha "punito l'arroganza di Renzi e dei suoi".​ Salvini si è poi incontrato con Berlusconi ad Arcore, in un incontro definito da fonti del Carroccio “molto cordiale”.
In una nota rilasciata poco dopo da FI, si legge: "Forza Italia ha raccolto un consenso importante del quale siamo grati agli elettori che ancora una volta hanno confermato al movimento la loro fiducia. Questo pomeriggio il Presidente Berlusconi ha incontrato Matteo Salvini e nel complimentarsi con lui ha confermato che con questo risultato le forze del centro-destra potranno rafforzare la coalizione che dovrà ottenere il mandato di governare l'Italia per far ripartire il nostro Paese". 

Crollo Pd, Renzi lascia la segreteria

Il Pd crolla sotto il 20% e Renzi lascia la segreteria, ma solo dopo l'insediamento del nuovo Parlamento e del nuovo governo. Il segretario del Partito democratico, in conferenza stampa, si è detto orgoglioso dei risultati raggiunti durante gli anni di governo. Matteo Renzi, però, ha riconosciuto che la sconfitta elettorale è stata netta, aggiungendo che l’errore più grave commesso dal Pd è stato quello di non andare a votare nel 2017. “Non siamo riusciti a bloccare il vento estremista”, ha detto Renzi, sottolineando la necessità di aprire una pagina nuova nel partito.
Nella notte di domenica il vice segretario del Pd Maurizio Martina aveva parlato di “una sconfitta molto evidente, molto chiara e netta" per il Pd.

Delusione in Liberi e Uguali, ma “il progetto continua”

Delusione, invece, trapela da Liberi e Uguali: la formazione guidata dal presidente uscente del Senato si è infatti fermata sotto la soglia del 4%. Pietro Grasso, intervenuto in conferenza stampa per commentare i risultati, si è detto deluso dall’incapacità di LeU di catalizzare l’attenzione dell’elettorato, ma ha garantito che il progetto politico continuerà. Sulle possibili future alleanze, Grasso ha aperto al dialogo sia con il Partito democratico sia con il Movimento 5 stelle, escludendo però possibili accordi con il centrodestra.

Sconfitti nei collegi alcuni ministri uscenti

Batosta per il ministro dell'Interno uscente, Marco Minniti, che perde a Pesaro contro Andrea Cecconi, al centro dello scandalo 'rimborsopoli' del Movimento 5 Stelle. Eletta con il 41,23% dei consensi la sottosegretaria Elena Boschi blindata nel collegio sicuro di Bolzano. I risultati dei "big" della politica riservano esiti scontati, ma anche sorprese in questa tornata elettorale. Quasi la metà dei ministri del governo Gentiloni ha perso la sfida nel proprio collegio. Dario Franceschini è stato sconfitto nella sua Ferrara, il ministro del Mezzogiorno Claudio De Vincenti, candidato a Sassuolo, è arrivato solo terzo e la ministra dell'Istruzione, Valeria Fedeli, è stata superata a Pisa nel testa a testa con la candidata leghista Rosellina Sbrana. Terza, nel collegio di Genova, anche la ministra della Difesa, Roberta Pinotti, che però sarà in Parlamento in quanto capolista nel proporzionale in Piemonte.

Hanno, invece, conquistato il seggio alla Camera nella sfida uninominale Beatrice Lorenzin a Modena e Graziano Delrio a Reggio Emilia. Vittoria nel collegio uninominale 12-Siena, con il 36,17% dei voti, anche per il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. E rieletto il ministro della Giustizia Andrea Orlando che passa in Emilia dove è capolista alla Camera nel collegio Parma-Piacenza-Reggio. Ottima la performance del ministro dello Sport, Luca Lotti, che secondo fonti Dem, risulta essere l'esponente del Pd che ha preso più voti (in numeri assoluti, non in percentuali) nel suo collegio: ha incassato 64.252 voti, pari al 40,49% (il Pd si è fermato al 36,80%).

Affluenza sotto al 73%, in calo rispetto al 2013

Lo spoglio è iniziato dalle schede per l'elezione del Senato, poi quelle della Camera (QUI TUTTI I RISULTATI IN TEMPO REALE). A distanza di 17 ore dalla chiusura dei seggi, avvenuta ieri alle 23, è arrivato il dato sull'affluenza definitiva degli elettori alle urne: per la Camera è stata del 72,93%, in calo del 2,31 rispetto alle precedenti politiche. Per il Senato è stata invece del 72,99%, in calo del 2,27 rispetto al dato del 2013. A determinare il blocco del dato definitivo è stato il Comune di Marino, in provincia di Roma, ovvero l'intoppo si è determinato in un seggio.

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