Elezioni 2018, 46 milioni di italiani al voto

Politica
Foto d'archivio (LaPresse)

Urne aperte domenica dalle 7 alle 23. Si va alle urne anche per il rinnovo dei consigli regionali e per le cariche di presidenti in Lazio e Lombardia. Alle 23 del 4 marzo inizia lo scrutinio per il Parlamento. Il 5 alle 14 quello per le consultazioni locali. LO SPECIALE

Domenica 4 marzo l’Italia è chiamata alle urne (LO SPECIALE) per eleggere il Parlamento e, in Lazio e Lombardia, anche per il rinnovo dei consigli regionali e delle cariche di presidente. Secondo i dati del ministero dell’Interno, i cittadini che hanno diritto di voto sono oltre 46 milioni. I seggi sono aperti dalle 7 alle 23. A Palermo per un errore di distribuzione dovranno essere ristampate 200mila schede, a poche ore dall'apertura delle urne.

Le elezioni politiche

Con le Politiche, i cittadini sono chiamati a eleggere 618 deputati e 309 senatori. Di questi, 18 vengono eletti nelle circoscrizioni estere. Il sistema elettorale con cui si vota è il Rosatellum bis, al suo esordio: un sistema misto, un terzo maggioritario e due terzi proporzionale. L'assegnazione di 232 seggi alla Camera e di 116 al Senato, quindi, avviene in collegi uninominali, in cui vince il più votato. L'assegnazione dei seggi restanti - 386 a Montecitorio, 193 a Palazzo Madama - avviene in collegi plurinominali con metodo proporzionale.

Le schede elettorali

Il sistema elettorale del Rosatellum prevede che i partiti possano presentarsi alle elezioni singolarmente o uniti in coalizioni. Gli elettori ricevono una scheda rosa per la Camera e, per chi ha compiuto 25 anni, una gialla per il Senato. La novità del voto di questo 4 marzo è che ogni scheda ha un “tagliando antifrode”, dotato di un codice progressivo alfanumerico, che viene annotato al momento dell’identificazione dell’elettore. Una volta espresso il proprio voto, ogni cittadino consegna la scheda al presidente del seggio, che stacca il “tagliando antifrode” e, solo dopo aver verificato la corrispondenza del numero del codice con quello annotato al momento della consegna della scheda, la inserisce nell’urna. Ogni scheda ha un rettangolo in cui c’è scritto il nome del candidato nel collegio uninominale. Nella parte sotto c'è il simbolo della lista o delle liste collegate al candidato uninominale, con a fianco l'elenco dei candidati nel collegio plurinominale.

Come si vota

Ogni elettore ha diverse opzioni per esprimere il proprio voto. Innanzitutto può tracciare una “x” su una lista scelta. In questo modo, la preferenza va anche al candidato al collegio uninominale collegato. Oppure può fare un segno sul nome del candidato all’uninominale e, automaticamente, la preferenza va anche alla lista o alle liste che lo sostengono, in misura proporzionale alle preferenze ottenute nel collegio da ogni singola lista. Il voto è valido anche se si appone il segno sia sul candidato uninominale sia sulla lista o su una delle liste collegate. Importante è tenere a mente che, invece, non è consentito il cosiddetto voto disgiunto: non si può votare per un candidato uninominale e, nel contempo, per una lista collegata a un altro candidato. Se questo avviene, la scheda viene annullata. Altra cosa da ricordare è che il sistema elettorale non prevede le preferenze. Questo vuol dire che non è possibile barrare con una “x” il nome di un candidato nel collegio proporzionale: i listini presentati dai partiti sono bloccati. Si può votare soltanto una lista e non un nome.

Malati e disabili

Chi si trova in ospedale o in una casa di cura può votare nel luogo di ricovero. Gli elettori diversamente abili con grave impedimento fisico, come ciechi o affetti da paralisi, possono essere accompagnati nella cabina elettorale. Chi dipende da apparecchiature elettromedicali, può votare a casa. Anche i detenuti possono votare, dopo aver inviato al sindaco una dichiarazione con l'attestazione del direttore dell'istituto.

Lo spoglio

Lo scrutinio comincia alle 23 del 4 marzo, chiuso l'accertamento del numero dei votanti. Si inizia, come da tradizione, con lo spoglio delle schede per il rinnovo del Senato. Poi si passa a quelle per le elezioni della Camera dei deputati. Per le Regionali lo scrutinio inizia alle 14 di lunedì 5 marzo.

Il voto regionale in Lazio e Lombardia

Il 4 marzo in Lazio e Lombardia si vota anche per il rinnovo dei consigli regionali e per scegliere i prossimi governatori. Possono votare tutti i cittadini residenti nelle due regioni che hanno compiuto 18 anni. Anche in questo caso le urne sono aperte dalle 7 alle 23. Lo scrutinio, come detto, comincia alle 14 del 5 marzo, una volta terminato quello per il Parlamento.

Come si vota in Lazio e Lombardia

Per le Regionali in Lazio e Lombardia se si indica solo il candidato presidente, il voto non si estende automaticamente alla lista o alle liste che lo sostengono. Mentre se si vota solo per la lista, il voto si estende anche al candidato presidente collegato. Diversamente dal voto per il rinnovo del Parlamento, è ammesso il voto disgiunto. Questo vuol dire che si può votare un candidato alla presidenza e una lista a lui non collegata. Inoltre, per le elezioni regionali in Lazio e Lombardia, la legge elettorale prevede che il cittadino possa esprimere una o due preferenze per gli aspiranti consiglieri. Se si esprimono due preferenze, i candidati scelti devono essere un uomo e una donna.

Le curiosità e i numeri

Moncenisio, in provincia di Torino, è il comune con meno elettori chiamati al voto: sono 27 per la Camera e 26 per il Senato. Roma, invece, è la città con il corpo elettorale più numeroso: 2.086.430 elettori per Montecitorio e 1.930.272 per Palazzo Madama. I diciottenni italiani che votano per la prima vota sono 584.530, di cui 330.378 uomini e 284.152 donne. Roma è anche il comune con il più alto numero di persone per la prima volta al voto: sono 25.871. La regione con il maggior numero di giovani che votano per la prima volta è la Lombardia (44.900), seguita dalla Campania (36.362) e dalla Sicilia (30.984). In coda alla classifica, sono solo 621 i neo elettori residenti in Valle D'Aosta. Sono 4.229.205, invece, gli elettori che votano per corrispondenza all'estero per l'elezione della Camera: in maggioranza si trovano in Europa (2.216.511) e in Sudamerica (1.325.796). Per il Senato sono 3.834.276. Repubblica Dominicana, Burkina Faso e Isole Marshall sono gli Stati con il minor numero di italiani che votano per corrispondenza (un solo elettore). In Argentina i più numerosi: 685.550 per la Camera e 630.215 per il Senato.

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