Giorno Memoria, Segre agli studenti di Milano: "Scegliete la vita"

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La senatrice a vita, sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti, ha incontrato oltre 2000 studenti delle scuole medie e superiori al Teatro degli Arcimboldi

"Sento di giovani che si sono suicidati per un brutto voto a scuola o per aver subito atti di bullismo. Ragazzi, io vi dico: scegliete sempre la vita!". Con queste parole la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti, si è rivolta ai 2.400 studenti delle medie e delle superiori arrivati al Teatro degli Arcimboldi di Milano, per ascoltare la sua testimonianza, in occasione delle celebrazioni per il Giorno della Memoria.

Segre agli studenti: siete più forti dei bulli

"Un brutto voto a scuola - ha detto Segre a quelli che ha chiamato i suoi 'nipoti ideali' - si rimedia e se prendete un pugno da un bullo pensate che voi siete più forti, mentre è lui da disprezzare", così come "chi allo stadio mette la maglietta di Anna Frank". "Non sono loro i più forti, sono degni di disprezzo" ha sottolineato.

No "gite" ad Auschwitz

Al suo ingresso in teatro la senatrice Segre è stata accolta da applausi a più riprese. "Ogni anno io mi presento come una nonna. I miei nipoti ideali oggi siete voi davanti a me, e vorrei guardarvi negli occhi, abbracciarvi uno per uno, perché sono sicura che qualcuno di voi diventerà candela della memoria" ha esordito. Poi un appello anche agli insegnanti: "Sento parlare di 'gite' a Auschwitz. Insegnanti che siete qua, non chiamatela mai 'git'. Quello ad Auschwitz è un pellegrinaggio, da fare in silenzio, possibilmente sentendo un po’ di fame e un po' di freddo. Gita è una parola orribile per indicare i campi dove la persone sono morte solo per la colpa di essere nate". "A voi, miei nipoti ideali io voglio insegnare la pace, l’amore, la libertà" ha concluso Segre, omaggiata al termine della sua testimonianza con un mazzo di fiori e una standing ovation.

"In Senato porterò i miei valori"

Al termine dell'incontro la senatrice a vita è tornata a parlare anche della recente nomina da parte del presidente della Repubblica Mattarella: "Non ho mai fatto politica e non credo che a 87 anni potrei dare un contributo al di là di quello che è la mia vita passata".  Ebrea, nata a Milano nel 1930, nel 1944 viene deportata ad Auschwitz insieme ad altri 25 bambini italiani. Il 19 gennaio è diventata il sesto senatore a vita proprio nell'anno in cui ricorre l'80esimo anniversario delle leggi razziali. "Ci sono parecchie cose che potrò raccontare in Senato e spero che ci siano orecchie per sentire", ha detto al termine dell'incontro a Milano.

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