M5S, ecco le nuove regole: multa in caso di abbandono o espulsione

Politica
Luigi Di Maio e Casaleggio
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Il candidato premier lancia il countdown: parlamentarie a metà gennaio. Tolto il divieto di alleanze. E annuncia "regole più rigide per difenderci dagli approfittatori. Abbiamo 64 giorni per vincere". Presentato il nuovo statuto: Grillo sarà il garante

Candidature entro il 3 gennaio, parlamentarie a metà mese, un nuovo statuto e nuove regole. Il M5S si prepara così per le elezioni del prossimo 4 marzo. Le novità sono state rese pubbliche in un post del candidato premier Luigi Di Maio sul blog di Beppe Grillo. Tra queste: multa di 100mila euro per chi abbandona il gruppo parlamentare o consiliare (risposta alle tante defezioni che si sono registrate in questi anni); incandidabilità solo per chi lede l'immagine del Movimento e non per chiunque venga raggiunto da un avviso di garanzia (e qui la mente va ai sindaci, come Virginia Raggi o Filippo Nogarin); obbligo, per i parlamentari eletti nelle fila M5s di votare a favore di qualsiasi fiducia posta da un eventuale, futuro presidente del Consiglio pentastellato. "È ora di pensare in grande", annuncia Di Maio, "è ora di andare al governo e fare quello che i partiti non hanno mai avuto la libertà di fare".

Candidature aperte fino al 3 gennaio

Ma la prima, attesa novità riguarda le candidature alle parlamentarie. Di Maio, capo politico del movimento, annuncia che anche lui si sottoporrà all'esame della base. Assieme a lui, tutti coloro che sono nuovi e vecchi iscritti (questi dovranno rinnovare l'iscrizione accogliendo le nuove norme contenuto nello statuto e nel codice etico". Per iscriversi o aggiornare l'iscrizione c'è tempo da oggi, alle 15,15 fino alle 12 di mercoledì 3 gennaio.

Grillo Garante

A vigilare su tutto questo, c'è lui, Di Maio, nella sua veste di Capo Politico. Ma soprattutto c'è il Garante, Beppe Grillo, al quale spetta la prerogativa - qualora lo ritenga necessario - di sfiduciare lo stesso capo politico. Il garante, tra l'altro, è l'unico ruolo "a tempo indeterminato" previsto dallo Statuto e, dunque, si configura come il vero vertice del movimento. Un ruolo rafforzato ancora di piu' da questo nuovo statuto nel punto in cui ne enuncia "il potere di interpretazione autentica, non sindacabile" dello statuto.

Anche gli indagati potranno candidarsi

Gli indagati, come detto, potranno candidarsi a meno che nell'inchiesta in cui sono coinvolti non emergano elementi idonei a far ritenere la condotta lesiva dei valori, dei principi o dell'immagine del MoVimento 5 Stelle, a prescindere dall'esito e dagli sviluppi del procedimento penale. Prevista anche la presenza di nuovi organi, come il Comitato di Garanzia e il Collegio dei Probiviri. I componenti del primo sono Giancarlo Cancelleri, Vito Crimi e Roberta Lombardi, quelli del secondo Paola Carinelli, Nunzia Catalfo e Riccardo Fraccaro.

"Non ci sarà mai spazio per condannati e voltagabbana" 

Si fanno inoltre più serrate le regole per "difendersi dagli approfittatori" e, dunque, per chi ricopre cariche istituzionali, in primis per sindaci e presidenti di Regione. "In caso di espulsione del MoVimento 5 Stelle", chi ricopre cariche elettive è tenuto "a dimettersi dalla carica". Una norma che chiama in causa quasi esplicitamente il caso Pizzarotti, con il sindaco di Parma allontanato dal Movimento, ma che ha rifiutato di lasciare la carica al Comune.

"È finita l'epoca dell'opposizione"

L'arrivo dei cambiamenti era stato annunciato dal candidato premier Luigi Di Maio nella mattinata di oggi, sabato 30 dicembre, in un incontro pubblico a Gorgonzola (Milano), insieme a Davide Casaleggio. "Noi dobbiamo andare al governo, probabilmente triplicheremo il numero di parlamentari. Il candidato premier aveva confermato che ci sarà una multa per i parlamentari che dovessero cambiare gruppo: "Per me è sacrosanto, anche se ci criticheranno, che chi entra in Parlamento e cambia gruppo paghi una multa profumata". 

Casaleggio: "M5S sta diventando un partito? Non penso"

Le nuove regole avvieranno il Movimento 5 Stelle a una progressiva trasformazione in un partito tradizionale? Davide Casaleggio, presente all’incontro pubblico con Di Maio, risponde seccamente: “Non penso”.

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