Gentiloni: "Alle spalle crisi più dura del dopoguerra"

Politica

Il premier è intervenuto al Forum Ambrosetti parlando del ruolo dell’Italia in Europa e della crescita del Paese, auspicando una buona legge di bilancio prima della fine della legislatura. Sui migranti: “Possiamo ridurre flussi senza rinunciare a umanità e solidarietà”

"Io non sono un presidente del Consiglio che promette miracoli. I miracoli li fanno le famiglie e le imprese". Queste le parole del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, intervenuto al Forum Ambrosetti di Cernobbio con un discorso nel quale ha parlato anche dei flussi migratori, della crescita dell’Italia e della legge di bilancio.

“Ridurre i flussi migratori senza perdere umanità”

Gentiloni ha rivendicato i risultati ottenuti dall’Italia sul tema dell’immigrazione: "Abbiamo dimostrato che possiamo ridurre i flussi migratori senza rinunciare ai principi di umanità e di solidarietà. Stiamo continuando e continueremo a difendere l'onore dell'Europa e contemporaneamente abbiamo ottenuto risultati notevoli nella riduzione di sbarchi affidati ai trafficanti di essere umani e di vittime".

Il ritorno della crescita

Secondo il presidente del Consiglio l’Italia si sta “lasciando alle spalle la crisi più acuta che abbiamo avuto nel dopoguerra”, il Paese “non è certamente fuori dalle sue difficoltà, non ha risolto il problema del debito pubblico e del ritardo del Mezzogiorno. Tuttavia andando all'essenziale ci sono almeno tre punti evidenti, e il primo è il ritorno della crescita". E ha sottolineato come “tra i tanti indici per me il più importante è l'indice di fiducia, che è l'indice più impalpabile. Ma se cresce, nonostante le ansie comprensibili e anche le paure seminate ad arte, è uno degli elementi più incoraggianti per chi governa".

“L’Italia non è la pecora nera dell’Ue”

Gentiloni ha sottolineato che per stabilità politica "l'Italia non è pecora nera in Europa" e non ha mai "riservato brutte sorprese" agli investitori e "non lo farà in futuro. Sono convinto che in Italia non vincerà la politica dell'insulto, della negazione della scienza e della derisione delle competenze". Il premier ha sottolineato che per il nostro Paese “la direzione di fondo è di una forte correzione in positivo” e che si può “discutere se staremo nel gruppo di testa. Di certo siamo partiti stando più indietro perché da noi la crisi è stata più acuta e se parti da molto indietro hai chance maggiori di altre".

La legge di bilancio

Infine il presidente del Consiglio ha parlato dell’impegno del governo prima della ''fine ordinata della legislazione”: una buona legge di bilancio che ''non faccia danni'' e che ''continui ad accompagnare la crescita e facendo il possibile, in modo particolare per il lavoro ai giovani, per l'innovazione sulla scia 4.0 e per la riduzione delle diseguaglianze sociali più acute''.

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