Politici o tecnici: è partito il toto Quirinale

Politica

Pierfrancesco Ferrara

Almeno 20 i nomi in corsa per la presidenza della Repubblica. È una gara di schemi, di numeri, di intese, di coperture. 1009 i grandi elettori, fissato a 505 il quorum necessario a partire dalla quarta votazione. LO SPECIALE

Prove libere. Come per la formula 1. Quelle precedenti le cosiddette qualifiche, che stabiliscono la griglia di partenza. Uno schema che appare oggi molto simile a quanto accade nella corsa al Colle. Uno schema che si vede, si ascolta,  a volte si percepisce nei corridoi dei palazzi della Politica. E, forse ancor di più, nei locali e nei ristoranti che vi gravitano attorno. Il gran premio del Quirinale, insomma.
E, proprio come per le prove libere, le vetture in pista provano a testarsi prima ancora che a cercare il tempo di qualifica. I nomi in corsa sono tanti, ma pochi alla fine potranno ambire alla vittoria. È una gara di schemi, di numeri, di intese, di coperture, di messa in sicurezza, di blindatura dei candidati.

Totoquirinale, circolano almeno 20 nomi - 1009 sono i grandi elettori. 505 il quorum a cui guarda il premier Renzi come base, quello necessario a partire dalla quarta votazione. Numero da ampliare certo, ma numero da assicurare innanzitutto al netto dei franchi tiratori. E allora ognuno si tiene al coperto. C'è chi l'ha chiamata la carica dei quaranta, chi invece ne considera molti di meno. Sta di fatto che i nomi che circolano sono parecchi. Almeno 20.

Prodi - Si parte dall'ex premier Romano Prodi: si è chiamato fuori a più riprese ma è stato candidato da Sel, forse per mettere spalle al muro il Pd di Renzi. La minoranza Dem lo voterebbe e, pare, dalla quarta anche i 5 Stelle. Difficile ma non escluso possa prendere qualcosa a destra.

Cattolici - Ancora in ambito cattolico, in linea con quella prassi che si richiama all'alternanza tra laici e cattolici, Sergio Mattarella pare in crescita. Figura istituzionale. Di esperienza. Già ministro e vicepremier in passato. Da tempo fuori dall'agone della politica. Rispetto a Prodi forse perderebbe i voti di Sel ma guadagnerebbe molto al centro e abbastanza a destra e, forse, compatterebbe di più il Pd. Stesso discorso per Pierluigi Castagnetti.

Dem - Schema diverso, almeno in partenza, per candidati di area Dem: Fassino, Finocchiaro e Veltroni. Il sindaco - e presidente Anci - è vicino a Renzi. E questo è un punto di partenza. Pesca a sinistra, tiene nel Pd. Ma non è del tutto inviso al centro e forse neanche a Forza Italia. L'ex capogruppo al Senato invece nei mesi ha alternato alti e bassi con il premier. Ma è candidato di genere. Vantaggio oggi. E piacerebbe anche a una parte dei berlusconiani; ultimo l'endorsment della compagna del Cavaliere Francesca Pascale. Veltroni sulla carta racchiude entrambi i vantaggi dei colleghi, ma forse gli avversari potrebbero arrivare dall'interno.

Severino - Chi è data in salita è l'ex ministro Paola Severino. Donna di governo e di esperienza. Avrebbe l'ok del centrodestra.

Politici - Tra i politici non manca chi tiene comunque in conto nomi come Bersani, Chiamparino, Casini, Rutelli e gli attuali ministri Gentiloni, Pinotti e Franceschini. E poi, sempre sullo sfondo, Giuliano Amato da sempre in pista come riserva della repubblica.

Tecnici - Tra i tecnici con profilo economico, sempre in crescita il governatore di Bankitalia Visco e, nonostante le ripetute smentite, il numero uno Bce Draghi e poi il ministro Padoan. Profilo giuridico per Sabino Cassese e Raffaele Cantone.

Carta istituzionale - C'è infine la carta istituzionale. A partire dal presidente supplente Grasso, sulla carta con tanti voti a disposizione, l'ex premier Monti e in gara ci sarebbe anche Franco Bassanini. Insomma candidati non ne mancano. Non sono tantissimi., ma neanche pochi. Per ora. I Nomi ci sono. Ma i numeri? Veti, accordi, trattative potranno dirlo. Alla fine pero conterà solo l'urna. Segreta.

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