Cdm: sì al cognome della madre. Ma solo con ok dei genitori

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Via libera al ddl dopo la sentenza della Corte europea di Strasburgo. I figli potranno avere il cognome materno o entrambi in caso di accordo tra i coniugi. Vale anche per i nati fuori dal matrimonio o adottati. Il viceministro Guerra: “Ora approfondire”

I genitori potranno decidere di dare al figlio il cognome della mamma, o del papà, o di entrambi: la novità è contenuta nel disegno di legge, 4 articoli in tutto, approvato dal Consiglio dei ministri oggi, venerdì 10 gennaio. Una "rivoluzione" avviata in tempi record dall'esecutivo per dare una risposta veloce alla Corte europea per i diritti umani, che il 7 gennaio ha condannato il nostro Paese proprio perché discrimina tra uomo e donna quando si tratta del cognome dei figli. Una sentenza definita una "bastonata" dal premier Enrico Letta, che ha spiegato che il governo è intervenuto "per sanare questa mancanza". Ma siccome la materia è delicata e complessa, l'esecutivo ha anche deciso di far approfondire tutti gli aspetti da un gruppo di lavoro interministeriale.

Il ddl modifica l'articolo 143-bis del codice civile e prevede che il figlio "assume il cognome del padre ovvero, in caso di accordo tra i genitori risultante dalla dichiarazione di nascita, quello della madre o quello di entrambi i genitori". Stessa regola per i figli nati fuori dal matrimonio o adottati. In pratica, secondo il testo governativo il neonato prende 'in automatico' il cognome paterno, salvo che i genitori non si mettano d'accordo per dargli quello della mamma o entrambi. A spiegare le implicazioni di questo cambiamento è il viceministro Maria Cecilia Guerra, che ha la delega alle Pari opportunità, dicastero che insieme a Esteri, Interni e Giustizia andrà a formare il gruppo di lavoro. E' stata proprio Cecilia Guerra a chiedere un "confronto più ampio" e un approfondimento sulla norma.

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