Alfano ai forconi: "No alle città messe a fuoco"

Politica

Vertice sulla sicurezza tra il ministro e le forze dell'ordine. Si temono tensioni durante la fiducia al governo Letta. Sui poliziotti che hanno tolto il casco, il titolare del Viminale precisa: "Hanno eseguito le istruzioni di un funzionario"

La cronaca della giornata:

"Non consentiremo la messa a fuoco delle città". Il monito del ministro dell'Interno Angelino Alfano arriva al termine di un'altra giornata di tensione con le diverse anime del movimento dei Forconi (FOTO - LA CRONACA DELLA GIORNATA), che hanno proseguito nella loro protesta attuando blocchi stradali, irruzioni in negozi e aziende, volantinaggi in diverse città italiane in vista delle possibili manifestazioni a Roma, mercoledì 11, in occasione del voto di fiducia al Governo. Appoggiati dall'inedita coppia Grillo-Berlusconi che, con modalità e toni diversi, hanno cavalcato il malcontento. "Non difendete questi politici" ha detto rivolgendosi ai poliziotti il leader del Movimento 5 Stelle, mentre il Cavaliere lascia intendere che a lui i motivi della protesta dei forconi in fondo non dispiacciono, e mercoledì 11 incontrerà alle 17 i rappresentanti del loro movimento.
In origine espressione della rabbia degli agricoltori e allevatori, il movimento ha unito nella protesta anche venditori ambulanti, camionisti, precari, disoccupati e persino ultras di curve calcistiche.

Alfano: non consentiremo messa a fuoco delle città - Lo stop di Angelino Alfano, dopo il vertice al Viminale sulla sicurezza, è arrivato alla vigilia di quello che si annuncia come il giorno più critico, con la paventata incursione di manifestanti davanti a Montecitorio proprio mentre si voterà la fiducia al governo Letta. "La linea è sempre quella del  rispetto delle legge e della democrazia. Noi siamo per dare tutto il supporto perché chi ha diritto a protestare lo faccia pacificamente, nel rispetto delle leggi e delle libertà degli altri. Ma non consentiremo che le nostre città vengano messe a fuoco".
Il ministro è poi tornato sul gesto dei poliziotti che, lunedì 9 dicembre, hanno tolto i caschi davanti ai manifestanti e ha escluso che gli agenti abbiano compito il gesto in segno di solidarietà. "hanno eseguito le istruzioni di un funzionario". Quando si sono accorti di "aver davanti un pezzo del corteo che si era staccato dagli oltranzisti ed era lì pacificamente, si sono relazionati con i manifestanti". Nulla di particolare dunque. Versione che conferma ai microfoni di SKy TG24 Pietro Di Lorenzo, segretario generale provinciale del Siap (Sindacato Italiano Appartenenti Polizia): "Non abbiamo tolto il casco per solidarietà". VIDEO

Allerta a Roma - La protesta del movimento intanto non accenna a fermarsi. "Se domani (11 dicembre) sarà votata la fiducia al governo Letta e i politici non resteranno a casa - ha detto uno dei leader, Danilo Calvani - ci organizzeremo in questi giorni per indire la prossima settimana una manifestazione a Roma che porti milioni di persone. Sarà un assedio pacifico e concorderemo il percorso con le forze dell'ordine, ma siamo disposti a restare fin quando i politici non andranno via". Sulla stessa linea Mariano Ferro: "Non è il momento di andare a Roma. Bisogna vivere qualche altro giorno di passione e far salire l'adrenalina agli italiani".

Proteste e disagi da Nord a Sud. Epicentro Torino - Quel che è certo è che anche martedì 10 dicembre  si sono registrati diversi disagi, anche se non ci sono stati gli scontri di lunedì. E ancora una volta Torino e il Piemonte sono stati l'epicentro della protesta, con blocchi, cortei e presidi. A Torino una bomba carta è esplosa nei pressi della stazione di porta Nuova e una persona è stata fermata. Manifestazioni anche a Milano, dove è stato occupato piazzale Loreto, mentre in Lombardia, come in Liguria e Veneto, si sono registrati disagi su strade, autostrade e stazioni ferroviarie. Problemi anche sulla A3 Salerno-Reggio Calabria all'altezza dello svincolo di Battipaglia e in Puglia, dove i manifestanti hanno fatto irruzione in diversi centri commerciali del barese e bloccato la zona industriale di Barletta.

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