
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano depone la corona di fiori sul sacello del Milite Ignoto. Il capo dello Stato ha auspicato che la riforma delle Forze Armate sia resa al più presto operante -

“Questa mattina rivolgerò il mio commosso pensiero ai caduti di tutte le guerre e a coloro che hanno perso la vita, in Patria e all'estero, per la sicurezza del Paese e della comunità internazionale” ha scritto Napolitano nel suo messaggio -

Il presidente della Repubblica viene accolto al Vittoriano dalle alte cariche militari e dal ministro della Difesa Mario Mauro. Erano presenti anche i presidenti di Camera e Senato Laura Boldrini e Pietro Grasso -

Il capo dello Stato ha ricevuto gli onori dalle Forze Armate schierate sulla piazza. Poi, dopo l'Inno di Mameli, due corazzieri hanno portato la corona in cima alla scalinata. Subito dopo è arrivato il passaggio delle Frecce Tricolori -

Napolitano stringe la mano a Pietro Grasso, presidente del Senato. Durante il suo intervento, il Capo dello Stato ha voluto ricordare i militari impegnati nelle zone di crisi, dall'Afghanistan al Medio Oriente -

“È necessario lavorare per l'integrazione militare europea. Al Consiglio di dicembre l'Italia ha l'opportunità di promuovere iniziative forti e concrete, in grado di attivare circuiti virtuosi, di razionalizzazione e risparmio di risorse”-

Anche il presidente del Consiglio Enrico Letta era presente alla cerimonia di commemorazione dedicata alla giornata dell'Unità nazionale e del 95esimo anniversario della fine della prima Guerra mondiale -

Il capo dello Stato ha ricordato che "non possiamo indulgere a propagandismi sulla spesa militare e le dotazioni indispensabili per le nostre forze armate"-

“Un plauso particolare meritano gli uomini e le donne che hanno partecipato alle operazioni di soccorso e al recupero delle salme delle vittime della tragedia di Lampedusa. Viva le Forze Armate, viva la Repubblica, viva l'Italia!”, ha detto Napolitano -

Riguardo ai due marò italiani prigionieri in India, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, il presidente della Repubblica ha assicurato che “non cessiamo di lavorare tenacemente per riportarli a casa” -