Letta: "Il governo può durare. Il Paese chiede risposte "

Politica

Il premier fiducioso: "A fine 2013 tornerà il segno più in economia". Tensione per la decadenza di Berlusconi. Franceschini: "Basta minacce". Matteoli: c'è il rischio che "non si possa più stare insieme". L'ipotesi crisi affonda la Borsa

"Andare avanti si può per il bene del Paese". Il premier Enrico Letta, in un'intervista a Russia24, si dice ottimista sul futuro, nonostante il giorno del voto in giunta al Senato sulla decadenza di Berlusconi si avvicini e la tensione tra Pd e Pdl si faccia sempre più acuta. Da indiscrezioni di stampa, infatti, il Pdl potrebbe far cadere il governo anche prima del 9 settembre, in mancanza di rassicurazioni sul voto in giunta.

Ma Letta professa fiducia: "I quattro mesi di lavoro alle spalle dimostrano che la maggioranza può lavorare insieme, i risultati raggiunti lo confermano. Oggi ci sono opportunità importanti per la ripresa del nostro Paese, dobbiamo non sciuparle ma coglierle". E alla domanda se crede nel partito di Silvio Berlusconi risponde: "E' uno dei leader di partito che sostengono il mio governo". Letta, in un'altra intervista al quotidiano messicano Reforma ha confermato il termine di 18 mesi per il governo. "E' un esercizio di equilibrio continuo", ma resto concentrato ''sugli obiettivi di medio-lungo termine perché è l'unico modo per non lasciarsi distrarre dalle turbolenze del momento''.

Letta fiducioso sui dati economici - Il premier si è detto ottimista anche sul fronte economico: "Tutti gli elementi ci dicono che alla fine dell'anno la situazione svolterà e negli ultimi mesi del 2013 cominceremo a vedere il segno più". 
Intanto, però, il rischio di una crisi di governo affonda Piazza Affari che chiude in ribasso in calo dell'1,35%, con l'indice Ftse Mib che va a 16.712 punti.

Franceschini: "Basta minacce"
- "Il presidente del Consiglio sta partendo per il G20, un appuntamento con un'agenda importantissima. E' possibile interrompere questa serie continua di minacce quotidiane di crisi che riempiono i giornali, preoccupano i mercati e danneggiano il peso e l'immagine dell'Italia sui tavoli internazionali?" ha chiesto infatti Franceschini.

Matteoli: "Senza risposte dal Pd non possiamo più stare insieme"
- Ma il Popolo della Libertà mantiene la linea dura. "Chiediamo al Pd delle risposte precise. Se ci sono, il governo va avanti sennò non possiamo più stare insieme" ha dichiarato Altero Matteoli, che ha poi accusato il Pd di voler "applicare una legge che non può essere applicata perché è retrodatata". "La questione non riguarda l'incostituzionalità della legge ma la sua applicabilità – ha spiegato - questa legge non è applicabile perché retrodatata".

Lupi: "No minacce al Pd, ma lunedì giornata decisiva" - A distendere i toni arrivano le dichiarazioni del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi: "Nessuna minaccia dal Pdl" ma è evidente che il passaggio di lunedì sarà cruciale" dice commentando le dichiarazioni di Franceschini. E aggiunge: "I dubbi sulla costituzionalità della legge Severino, pur avendola votata, possono esserci e sono legittimi".

Schifani: "Non vogliamo la crisi, tutto dipende dal Pd"
- Anche Schifani insiste sulla responsabilità del Pd in una eventuale crisi di governo: "Non siamo pronti a nessuna crisi di governo. Naturalmente tutto dipende dal comportamento di altri partiti, non dal nostro partito la cui posizione è sempre stata chiara".  "Riflettere sulla costituzionalità della legge Severino è un obbligo per chi crede nella democrazia e nel rispetto del diritto. Tanto più quando anche un ministro tecnico autorevole come la Cancellieri, responsabile del dicastero della Giustizia, dichiara apertamente che su una vicenda così delicata non si può non tener conto dei pareri di prestigiosi giuristi".

Epifani su legge Severino: "No motivi illegittimità"
- Sulla legge Severino "non trovo motivi di illegittimità costituzionale. Credo che questo sarà l'orientamento dei nostri membri della giunta del Senato": a dirlo è il segretario del Pd Guglielmo Epifani in merito alla decadenza di Silvio Berlusconi. "Tocca a loro ovviamente decidere. Quello è un organo para-giudiziario e non giudiziario e questo la dice lunga anche sulla possibilità da parte della giunta di adire alla Corte costituzionale. Secondo noi non ci sono queste eccezioni per come è stata congegnata la legge". In serata ha parlato anche il presidente della Camera Laura Boldrini (VIDEO) che ha auspicato: "Spero prevalga il senso di responsabilità".

Giunta: nessun accordo sul calendario - Intanto l'ufficio di presidenza della Giunta per le elezioni e l'immunità ha fissato per lunedì 9 settembre alle ore 15 la riunione della giunta per le autorizzazioni del Senato che servirà a fissare i tempi dell'esame della decadenza di Silvio Berlusconi. L'esame inizierà con la relazione di Andrea Augello. Il calendario sarebbe dovuto essere fissato nella riunione che si è tenuta il 4 settembre, ma non si è trovato l'accordo sui tempi dell'esame della decadenza di Berlusconi, perciò dopo la seduta del 9 settembre la commissione, come spiegato dal presidente Stefàno, si "autodeterminerà" per le sedute successive.

Ascolta le parole di Stefàno a SkyTG24

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