
Giulio Andreotti si è spento a 94 anni il 6 maggio nella sua abitazione romana

Il 'Divo Giulio', politico longevissimo, è stato l'uomo di governo e di partito italiano più blasonato, sette volte alla guida dell'esecutivo, e uno dei leader democristiani più votati nella storia della Dc

Per i suoi nemici e detrattori era però 'Belzebu'', circondato da una fama di politico cinico e machiavellico che lui stesso, in fondo, amava coltivare

Da giovane era un ragazzo religioso, studioso, molto serio, la schiena già lievemente incurvata e le idee chiare sul suo futuro

Si dice che fu Papa Pio XII a volerlo alla presidenza della Fuci, l'organizzazione degli universitari cattolici, al posto di Moro. Dopo pochi anni si ritrovò catapultato nelle stanze dei bottoni grazie all'ottima impressione fatta al leder Dc De Gasperi

Nel 1946, a 28 anni, era già sottosegretario alla presidenza del Consiglio con una delega particolare per lo spettacolo e nel '48 entrò in Parlamento. La 'legge Andreotti' del 1949 servi' a finanziare il cinema italiano

Ma l'ambizione lo spingeva verso altri palcoscenici. Nel 1954 fece il salto e diventò ministro degli Interni

Il suo feudo elettorale era la campagna a sud di Roma, da dove proveniva la sua famiglia: Fiuggi, Anagni, Alatri, antichi possedimenti delle nobili famiglie capitoline, diventarono centri della sua rete elettorale e clientelare

Politicamente rappresentava l'ala piu' conservatrice e clericale della Dc, i suoi avversari interni erano i fautori del centrosinistra, come Moro e Fanfani

Fu nel 1972 che riuscì ad arrivare alla presidenza del Consiglio. Lo scelsero con scarsa convinzione, per dar vita a un governo di centro dalle scarse prospettive. E infatti fu il governo più breve della storia repubblicana: durò solo 9 giorni

Ma il nostro non si scoraggiò. Alla fine degli anni '70 fu lui, l'uomo della destra Dc, a essere chiamato a guidare i governi di solidarietà nazionale con l'appoggio esterno del Pci

I leader della Dc avevano capito quale era la sua più grande dote: conciliare gli opposti, smussare gli angoli, digerire le difficoltà

Emblematico il suo rapporto con Craxi. Il leader socialista non lo vedeva di buon occhio e fui lui a coniare il soprannome di Belzebù

Ma qualche anno dopo dopo, di nuovo a Palazzo Chigi, Andreotti strinse un patto di ferro proprio con Craxi: erano gli anni del Caf (dalle iniziali di Craxi, Andreotti e Forlani)

Nel 1991 fu nominato senatore a vita da Cossiga

Nel 1992 Tommaso Buscetta, all'indomani delle stragi di Capaci e via D’Amelio, diede il via con le sue dichiarazioni all'inchiesta sull'ex presidente del Consiglio raccontando la storia del bacio tra Andreotti e Totò Riina

Allora Andreotti, passato dall'altare alla polvere nel giro di poche ore, sfidò i giudici andando a tutte le udienze del processo che lo vedeva imputato

Nel 2003 i giudici di Palermo lo assolsero dal reato di associazione mafiosa a partire dal 1982 ma dichiararono prescritto il reato di associazione per delinquere semplice commesso almeno fino all'80. Qui con il suo avvocato Giulia Bongiorno

La sentenza fu confermata poi dalla Corte di cassazione

Con Papa Giovanni Paolo II in una delle sue ultime uscite pubbliche