Boldrini: "Quest'aula dovrà ascoltare la sofferenza sociale"

Politica

"Questo è un Parlamento largamente rinnovato. Facciamo di questa Camera la casa della buona politica" dice la neoeletta presidente di Montecitorio. "Gli imprenditori sono una risorsa essenziale. E oggi sono schiacciati dal peso della crisi". IL DISCORSO

"Arrivo a questo incarico dopo aver trascorso tanti anni a difendere e rappresentare i diritti degli ultimi, in Italia come in molte periferie del mondo. Un'esperienza che mi accompagnerà sempre e che da oggi metto al servizio di questa Camera".
Si presenta così la neopresidente di Montecitorio Laura Boldrini, 52enne deputata di Sel ed ex portavoce dell'Alto Commissariato dell'Onu (Unhcr), eletta sabato 16 marzo con 327 voti, 13 in meno rispetto al gruppo di centrosinistra che ha sostenuto la sua candidatura (il video dall'Aula - la cronaca delal giornata).
Mette la mano sul cuore appena salita allo scranno più alto della Camera. Unisce il suo applauso a quello dell'Aula in omaggio a Giorgio Napolitano, "custode rigoroso dell'unità del Paese e dei valori della Costituzione repubblicana". Poi augura buon lavoro a tutti "specialmente ai più giovani, a chi siede per la prima volta in quest'Aula". Come lei, del resto. Un discorso breve, quello di Laura Boldrini. Solo 20 minuti, interrotti per ben 22 volte dagli applausi, anche se non tutti condividono. Dai banchi del Pdl solo le deputate si uniscono al battimani dell'Aula al passaggio che Boldrini ha voluto dedicare alla "violenza sulle donne travestita da amore". Applausi anche quando il neopresidente dell'assemblea di Montecitorio ha ricordato il sacrificio di Aldo Moro e degli uomini della sua scorta. "Facciamo di questa Camera la casa della buona politica", è a sua esortazione programmatica.

La Camera sarà luogo di cittadinanza di chi ha più bisogno -
"Farò in modo - promette - che questa istituzione sia anche un luogo di cittadinanza di chi ha più bisogno". E subito dopo declina la sua 'road map': donne, esodati, ma anche imprenditori in difficoltà, giovani senza lavoro, pensionati. Gli ultimi dei nostri tempi ai quali Boldrini garantisce "non vi abbiamo dimenticato" e promette una politica trasparente e sobria.
E allora "il mio pensiero va a chi ha perduto certezze e speranze", per "dare piena dignità a ogni diritto", per "ingaggiare una battaglia vera contro la povertà e non contro i poveri". Perché "in quest'Aula sono stati scritti i principi fondamentali della nostra Costituzione, la più bella del mondo" e allora "quest'Aula dovrà ascoltare la sofferenza sociale di una generazione che ha smarrito se stessa, prigioniera della precarietà, costretta spesso a portare i propri talenti lontani dall'Italia".
Si susseguono gli applausi, che diventano vera e propria, lunga, standing ovation quando la presidente della Camera avverte che "dovremo farci carico dell'umiliazione delle donne che subiscono violenza travestita da amore". "Dovremo stare accanto a chi è caduto senza trovare l'aiuto o la forza per rialzarsi - prosegue - ai tanti detenuti che oggi vivono in una condizione disumana e degradante, come autorevolmente denunciato dalla Corte europea per i diritti umani".

Non dimentichiamo gli esodati -  Poi c'è il capitolo lavoro. "Non dimentichiamo gli esodati" ha detto. "Dovremo dare strumenti a chi ha perso il lavoro, o non lo ha mai trovato. A chi rischia di smarrire perfino l'ultimo sollievo della cassa integrazione, ai cosiddetti esodati che nessuno di noi ha dimenticato". E subito dopo, l'esponente Sel ora presidente della Camera parla dei "tanti imprenditori che costituiscono una risorsa essenziale per l'economia italiana, oggi schiacciati dal peso della crisi" e di "quei pensionati che hanno lavorato tutta la vita e che oggi non riescono ad andare avanti".
"Dovremo imparare a capire il mondo con lo sguardo aperto di chi arriva da lontano, con l'intensità e lo stupore di un bambino, con la richezza interiore e inesplorata di un disabile", dice Boldrini che ricorda: "In Parlamento sono stati scritti questi diritti ma costruiti fuori da qui, liberando l'Italia e gli italiani dal fascismo".
Ricorda anche "i morti per mano mafiosa", saluta la manifestazione a Firenze di don Ciotti, e rileva subito dopo che "molto dobbiamo anche al sacrificio di Aldo Moro e della sua scorta".
"Questo è un Parlamento largamente rinnovato, scrolliamoci di dosso ogni indugio nel dare piena dignità alla nostra istituzione che saprà riprendersi la centralità e la responsabilità del proprio ruolo. Facciamo di questa Camera la casa della buona politica", è l'esortazione programmatica.

Politica: I più letti

[an error occurred while processing this directive]