Monti a Napolitano: "Dimissioni dopo la legge di stabilità"

Politica
Il premier Monti lascia il Quirinale

Il premier comunica al Capo dello Stato di non ritenere "possibile l'ulteriore espletamento del suo mandato". Dal Pdl, sottolinea il presidente del Consiglio: "Categorica sfiducia". Bersani: "Atto di dignità". Alfano: "Pronti a votare dl in tempi rapidi"

Il premier Mario Monti intende rassegnare le dimissioni, subito dopo il voto sulla legge di stabilità. Questo quanto emerso nell'incontro al Quirinale con il capo dello Stato Giorgio Napolitano. "Il Presidente del Consiglio non ritiene possibile l'ulteriore espletamento del suo mandato e ha di conseguenza manifestato il suo intento di rassegnare le dimissioni" è infatti un passaggio della nota diffusa dal Quirinale al termine dell'incontro. Monti ha infatti rilevato, si legge ancora, che la "dichiarazione resa ieri in Parlamento dal Segretario del PdL on. Angelino Alfano costituisce, nella sostanza, un giudizio di categorica sfiducia nei confronti del Governo e della sua linea di azione".

Prima delle dimissioni la legge di stabilità
- "Il Presidente del Consiglio - continua il comunicato - accerterà quanto prima se le forze politiche che non intendono assumersi la responsabilità di provocare l'esercizio provvisorio - rendendo ancora più gravi le conseguenze di una crisi di governo, anche a livello europeo - siano pronte a concorrere all'approvazione in tempi brevi delle leggi di stabilità e di bilancio. Subito dopo il Presidente del Consiglio provvederà, sentito il Consiglio dei Ministri, a formalizzare le sue irrevocabili dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica".
Da parte del presidente Napolitano, si sottolinea in ambienti del Quirinale, c'è una doverosa presa d'atto della decisione del presidente del Consiglio e comprensione per le sue motivazioni.

Si profila il voto a febbraio - Secondo quanto si apprende in ambienti vicini al governo, la decisione di Monti potrebbe imprimere alla fine della legislatura una accelerazione che potrebbe portare al voto in febbraio, anziché a marzo, come finora ipotizzato. Secondo fonti ministeriali, la decisione del Pdl, emersa oggi 8 dicembre, di porre in Senato la pregiudiziale di costituzionalità sull'accorpamento delle province sarebbe stata , per il premier, la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Le reazioni - Il primo commento alla decisione dei Monti arriva dal leader del Pd Pier Luigi Bersani: "Di fronte all'irresponsabilità della destra che ha tradito l'impegno assunto un anno fa davanti al paese, aprendo di fatto la campagna elettorale - dice Bersani - Monti ha risposto con un atto di dignità che rispettiamo profondamente. Noi siamo pronti ad operare per l'approvazione nei tempi più rapidi della legge di stabilità".
Risponde a Bersani il segretario del Pdl Angelino Alfano: "Siamo prontissimi a votare il disegno di legge di stabilità stringendo i tempi. Anche qui sta la nostra responsabilità esattamente come avevamo preannunciato a Napolitano e formalmente affermato in Parlamento. Noi ci siamo, Bersani in questo momento così delicato sospenda i toni
da campagna elettorale".

"La decisione di Monti di dimettersi gli fa onore. Dimostra alto senso di responsabilità istituzionale" sono le parole del Presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini. Commenta su Twitter la decisione di Monti anche il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini: "Chi pensava di costringere #Monti a galleggiare - scrive Casini - ora è servito".

Le dimissioni annunciate del premier Mario Monti sono "il primo risultato che ha già ottenuto Berlusconi" afferma invece Daniela Santanchè. "E' un gesto che apprezzo molto - dichiara - Dell'ultimo anno di azione di Monti questo è il gesto che apprezzo di più. Ha fatto la cosa giusta". Esulta su facebook il segretario della Lega Roberto Maroni: "Monti si dimette, evviva! Fine dell'anomalia democratica. Bravo Alfano, avanti così fino in fondo".

Dopo la decisione del Pdl di non votare più la fiducia al governo Monti, oggi 8 dicembre Berlusconi ha confermato l'intenzione di presentarsi alle politiche, "per vincere". "Abbiamo cercato un Berlusconi del '94 - ha detto - ma non l'abbiamo trovato".

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