Berlusconi: "Non mi ricandido, primarie Pdl il 16 dicembre"

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L'ex presidente del Consiglio conferma il passo indietro e annuncia le consultazioni entro l'anno: "Resterò al fianco dei più giovani che devono giocare e fare gol". Galan e Santanchè: "In corsa". Casini: "Noi no". Maroni: "Atto di generosità"

Silvio Berlusconi non si ricandida. A premier, per lo meno.  L'attesa decisione, insomma, è arrivata, con un lungo comunicato che conferma quanto anticipato dal sito del Foglio di Giuliano Ferrara. E c'è anche, contestuale, la convocazione di primarie. Il successore e candidato a palazzo Chigi verrà scelto entro il 16 dicembre. L'annuncio piomba inaspettato. E suscita le reazioni, e le interpretazioni, più diverse su quale sia il vero progetto del Cavaliere. Intanto, invece, a farsi avanti ci sono già Daniela Santanché e Giancarlo Galan. Entrambi hanno annunciato di candidarsi. Angelino Alfano non lo ha ancora fatto ma sarà quasi certamente in corsa.

Apertura da Maroni, il no di Casini - Il giornalista parla del ritiro del Cavaliere dalla politica e di primarie che "molto probabilmente non saranno più una corsa interna al Popolo della libertà (partito il cui destino è ancora incerto), ma primarie aperte nella logica di un nuovo e più ampio soggetto politico cui dovrebbero aderire tutte le forze del centrodestra italiano: forse Pier Ferdinando Casini, forse anche Luca Cordero di Montezemolo che ha lasciato la presidenza della compagnia ferroviaria Ntv (e che a breve potrebbe dimettersi anche dalla vicepresidenza di Unicredit). Ma Casini smentisce l'ipotesi di un riavvicinamento al Pdl: "Noi faremo una 'lista per l'Italia: alle elezioni ci saranno la lista del Pd, quella del Pdl e la Lista per l'Italia e poi Grillo".
Più conciliante la reazione del segretario della Lega Roberto Maroni: "Il passo indietro di Berlusconi - scrive su Twitter - è un atto di generosità che apprezzo e che apre nuove prospettive per il futuro".

"Per amore dell'Italia si possono fare pazzie e cose sagge" - Nella nota, Berlusconi rivendica i meriti dei suoi governi e della sua discesa in campo 18 anni fa, riconosce al governo di Mario Monti di avere fatto quanto possibile per salvare il Paese, ribadisce che il futuro dell'Italia è in una Ue più forte e "interdipendente" e annuncia il programma riformatore del centrodestra che lascia in eredità al Paese.
"Per amore dell'Italia si possono fare pazzie e cose sagge. Diciotto anni fa sono entrato in campo, una follia non priva di saggezza: ora preferisco fare un passo indietro per le stesse ragioni d'amore che mi spinsero a muovermi allora. Non ripresenterò la mia candidatura a Premier ma rimango a fianco dei più giovani che debbono giocare e fare gol", scrive Berlusconi all'inizio della sua nota.
"Ho ancora buoni muscoli e un po' di testa, ma quel che mi spetta è dare consigli, offrire memoria, raccontare e giudicare senza intrusività. Con elezioni primarie aperte nel Popolo della Libertà, sapremo entro dicembre chi sarà il mio successore, dopo una competizione serena e libera tra personalità diverse e idee diverse cementate da valori comuni".

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