Grilli: "Per abbattere il debito vendere beni pubblici"

Politica
Il ministro dell'Economia Vittorio Grilli

Il neoministro dell'Economia in un'intervista al Corriere della Sera propone la dismissione di parte del patrimonio dello Stato, "per 15-20 miliardi di euro all'anno". Sulle riforme, difende il governo: "Nessuno ha fatto così tanto, in così poco tempo"

Vittorio Grilli, neoministro dell'Economia, esordisce sulla scena pubblica con una lunga intervista al direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli. Al centro del colloquio l'emergenza del debito pubblico e gli strumenti per ridurlo. "Premetto subito - è il ragionamento di Grilli al quotidiano milanese - che sarei felice di dare un colpo secco al nostro debito pubblico, oggi intorno al 123 per cento, e portarlo sotto quota 100, sarebbe bellissimo." Ma, aggiunge, lo stato non ha più in mano quegli asset che aveva vent'anni fa e che gli permetterebbero un ampio piano di vendite. "E allora?" gli chiede de Bortoli. "La strada praticabile - spiega Grilli - è quella di garantire, con un programma pluriennale, vendite di beni pubblici per 15-20 miliardi l'anno, pari all'1 per cento del Pil". Numeri alla mano, spiega il ministro dell'Economia, con "un avanzo primario, cioè prima del pagamento degli interessi sul debito, del 5 per cento e calcoli una crescita nominale del 3 per cento, cioè tolta l'inflazione all'1, vorrebbe dire ridurlo del 20 per cento in 5 anni".

Per quanto riguarda invece la tempesta degli spread che non sembra dare tregua al nostro Paese, Grilli osserva come, rispetto a un anno fa, "la curva dei rendimenti dei nostri titoli è completamente diversa. Prima, quelli a breve erano superiori a quelli a lungo termine, segno che per l'Italia l'accesso ai mercati si stava chiudendo. Oggi accade il contrario. I tassi a breve sono più bassi di quelli a lunga." Più bassi, ma ancora troppo alti, ammette però il ministro. Il motivo è che "i mercati non riconoscono ancora la bontà degli sforzi compiuti dal nostro Paese per mettere in ordine i conti, il pareggio di bilancio è a portata di mano, le riforme strutturali sono avviate. Nessun altro Paese ha fatto tanto, in così poco tempo."

Ma è ottimista il ministro Grilli. Tanto da ipotizzare che l'aumento dell'Iva, prima previsto per questo autunno e poi rimandato al luglio del 2013, possa essere in qualche modo limitato. "La spending review del ministro Giarda consente risparmi al di là delle cifre di cui si parla in questi giorni. Si possono ridurre ancora le agevolazioni fiscali e assistenziali, intervenire sui trasferimenti alle imprese, le ipotesi sono tante" spiega a De Bortoli. Inoltre dalla lotta all'evasione fiscale si pensa di incassare più dei dieci miliardi di euro previsti." E così, al governatore di Bankitalia, che ha previsto un calo del Pil del 2%. Grilli, risponde che aspe6ttarselo "un po' meno".

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