Sul web: “Annullare parata 2 giugno”. Il no di Napolitano

Politica

Su Facebook e Twitter tanti utenti chiedono di rinunciare alla festa della Repubblica e devolvere i soldi risparmiati ai terremotati. Molti politici aderiscono alla campagna. Il capo dello Stato precisa: celebrazioni sobrie, ma ci saranno

Annullare la parata del 2 giugno e destinare quei soldi alla ricostruzione in Emilia Romagna. È la proposta che viaggia veloce su Facebook e Twitter. Sono tanti gli utenti che, da quando le immagini e le notizie delle nuove scosse hanno invaso internet e le tv, postano messaggi con lo stesso concetto: usare i 3 milioni di euro che si risparmierebbero rinunciando alla festa della Repubblica per i bisogni delle popolazioni colpite dal terremoto. E mentre l’hashtag #no2giugno arriva in cima ai trend topic sul sito di microblogging, sull’argomento si esprimono anche molti politici. A togliere ogni dubbio, però, arrivano le parole di Giorgio Napolitano. “Celebreremo sobriamente il 2 giugno, ma lo dedicheremo alla memoria delle vittime, al dolore delle famiglie e anche ai momenti di scoramento che devono essere superati. Lo celebreremo perché la Repubblica deve dare conferma della sua vitalità, forza democratica, serenità e fermezza con cui affronta le sfide”, ha detto il capo dello Stato.

Tra i primi ad aderire alla campagna “#no2giugno”, era stato Nichi Vendola. “Italia attraversata da lutti, disperazione, paure. Inopportuno fare ora parata militare 2 giugno. Altri modi per celebrare Repubblica”, ha scritto il leader di Sel su Twitter. Ma il sostegno alla proposta è bipartisan. Più fredda, invece, la reazione di esponenti del governo. “Non so se la soppressione della parata può avere un effetto positivo”, ha spiegato il titolare dell'Ambiente Corrado Clini. E Francesco Profumo, ministro dell’Istruzione, ha aggiunto: “Immagino che molte delle spese siano state già fatte”.

Sul web, però, il tam tam non si ferma. Emergency ha invitato i suoi sostenitori a scrivere al presidente Giorgio Napolitano. Il Popolo Viola ha lanciato una raccolta di firme. I politici continuano a esprimersi. “Ho visto le immagini scioccanti del terremoto. Spero che la parata del 2 giugno sia annullata per destinare quei soldi ai terremotati”, ha scritto su Twitter il sindaco di Roma Gianni Alemanno. Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra, su Facebook posta: “In un momento così triste è bene che gli occhi della nazione siano rivolti alla tragedia del terremoto e non alla parata”. A favore della cancellazione anche Antonio Di Pietro (“È una follia sperperare tanti soldi in un momento così difficile per il nostro Paese”) e la Lega Nord. “Riteniamo opportuno e doveroso destinare ai territori colpiti tutte le risorse già programmate per la parata e le altre celebrazioni collegate al 2 giugno”, dicono i capigruppo del Carroccio di Senato e Camera, Federico Bricolo e Gianpaolo Dozzo. La deputata del Pdl Manuela Repetti aggiunge: “Anche se i soldi risparmiati dall'eventuale cancellazione della parata da destinare alle popolazioni terremotate sono solo una goccia di quanto sarà effettivamente necessario, si tratterebbe comunque di un segnale importante di sobrietà e serietà”. Si dicono d’accordo con l’annullamento della parata anche Angelo Bonelli, presidente dei Verdi, Oliviero Diliberto, segretario nazionale del Pdci, e Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista.

Qualche politico, invece, appoggia la posizione di Giorgio Napolitano. “Cancellare la parata sarebbe sbagliato, visto che si tratta anche di un omaggio alle nostre Forze armate impegnate su scacchieri difficilissimi”, dice la deputata di Futuro e Libertà, Flavia Perina. E il deputato di Fli Gianfranco Paglia, capogruppo di Futuro e Libertà in Commissione Difesa di Montecitorio, aggiunge: “Mi piacerebbe che la parata fosse aperta dai sindaci delle zone terremotate dell'Emilia Romagna e dell'Abruzzo”. Un no alla cancellazione dei festeggiamenti del 2 giugno arriva anche da Osvaldo Napoli, vice presidente dei deputati del Pdl: “Non è con la sospensione della parata che si aiuta l'Emilia devastata e ferita a morte dal sisma. La festa della Repubblica deve semmai diventare megafono della capacità di reazione del Paese contro le calamità e le tragedie”.

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