Grillo e la carica delle 101 liste: "Siamo un virus"

Politica
Beppe Grillo in una foto dello scorso anno a Torino, durante la campagna elettorale
Il comizio di Beppe Grillo per sostenere il candidato del movimento cinque stelle questo pomeriggio 30 Aprile 2011 in Piazza Castello a Torino/ANSA/DI MARCO

Elezioni: il comico-blogger annuncia le candidature alle comunali del Movimento 5 Stelle. E si prepara alla campagna elettorale in camper, all'insegna dello slogan: "Torniamo a vivere!". Il M5S aumenta i suoi consensi ma emerge qualche crepa

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di Serenella Mattera

Un anno fa erano 85, oggi sono 101. “La Carica dei 101”, annuncia Beppe Grillo. E apre così una nuova campagna elettorale. In 101 città, appunto. Alla testa di aspiranti sindaci e consiglieri comunali, pronti a conquistare nuovi spazi nell’amministrazione dei comuni italiani, al Movimento 5 Stelle. E veder crescere (son sicuri) i consensi, anche in vista dell’approdo in Parlamento, nel 2013.

La carica grillina - “Ci siamo, comincia un'altra avventura con 101 liste”, dà l’annuncio lo stesso Grillo. “Tutte le liste che ho certificato – assicura il blogger – sono ragazzi che non ho assolutamente neanche conosciuto. Sono liste autoproposte, autofinanziate. Sono i veri guerrieri di questo periodo: ragazzi, cittadini, precari, donne, uomini, vecchi… c’è dentro qualsiasi cosa!”. E attenzione: non si pensi che il movimento civico grillino sia “il male minore” rispetto ai partiti. “Perché noi siamo un’altra cosa e se decidete di dare un voto al M5S dovete decidere che la vostra vita può leggermente cambiare, fare le vostre battaglie, andare a qualche riunione, partecipare”.
“Torniamo a vivere”, è lo slogan scelto da Grillo. Che si prepara a proporre nelle città “un altro tipo di vita”, perché “non ci si può alzare al mattino con l’ansia, con la catastrofe che sentiamo tutti i giorni”. E allora “vogliamo entrare nei Comuni", afferma, per una "battaglia epocale": "conservare il territorio, l’acqua, l’aria, ritornare a una vita diversa, senza ansie". E senza le vecchie facce. Quelle dei “padri e le madri di questa vergogna che è diventata l’Italia”, la classe dirigente che prova ora a riproporsi come la salvezza del Paese.

La sfida delle urne - La ‘macchina’ 5 Stelle ormai è rodata: ci sono “già 150 ragazzi consiglieri dentro i Comuni e le Regioni, stanno facendo dei lavori straordinari”, ricorda il blogger. Che si prepara all’ormai tradizionale tour in camper per la campagna elettorale “in una novantina di piazze” (“mi sto facendo attrezzare una pedana”).
Il movimento si presenterà in tutte le principali città (Palermo, Genova, Verona, L’Aquila). “Siamo un virus – esulta Grillo, in relazione al numero delle liste presentate - raddoppiamo ogni anno, abbiamo una progressione geometrica, è incredibile quello che stiamo facendo, senza soldi”. Quanto ai consensi, se il blogger non azzarda cifre, tra i militanti l’ottimismo sembra davvero tanto (Francisco si dice convinto che il M5S sia “al 16-18%”). E comunque, guardando alle politiche, Grillo è sicuro: se “metteranno una barriera del 5/6/7/8% alle politiche, noi andremo oltre. Siamo già oltre: fate pure i vostri sondaggi, siamo sempre avanti un passo”.

I tormenti del movimento – Ma non è immune da problemi, il Movimento 5 Stelle. E proprio il mese scorso Grillo ha espulso Valentino Tavolazzi, consigliere a Ferrara per la lista civica ‘Progetto per Ferrara’, appoggiata dal M5S. Tavolazzi è stato animatore di una manifestazione a Rimini che agli inizi di marzo ha suscitato le ire di Grillo. Pochi giorni dopo, il post della 'cacciata': “Tavolazzi sta facendo più danni al M5S dei partiti o dei giornali messi insieme”, ha scritto Grillo, che ha accusato il consigliere ferrarese di aver “frainteso lo spirito del M5S” e violato il suo ‘Non Statuto'. Di qui la decisione di dichiarare “fuori dal M5S” lui e chi volesse seguirlo.
Ebbene, come riferito dal Fatto quotidiano, la scorsa settimana la decisione è stata sancita da una diffida legale a usare il nome e l’immagine di Grillo e il marchio del movimento. Diffida che è arrivata non solo a Tavolazzi, ma anche al M5S di Cento (Ferrara), che si era schierato dalla sua parte. E la cosa ha rischiato di spaccare i grillini in Emilia Romagna, regione dove il M5S è molto forte. Anche se poi le cose sembrano essere tornate a posto, con il compattarsi della gran parte del movimento attorno a Grillo.

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