Lavoro, Monti: “Sulla riforma non ci saranno incursioni"

Politica

Il premier interviene al Forum Ambrosetti di Cernobbio: "Non abbiamo ceduto sulle questioni di principio". E sulla crisi: “L’emergenza non si risolve in pochi mesi”. Bersani: “Il testo va cambiato”. Alfano: "Governo ora più debole”. VIDEO

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(in fondo tutti i video sulla riforma del mercato del lavoro)

L'Italia non può ancora considerarsi fuori dalla crisi. A dirlo il premier Monti nel suo intervento al Forum della Confcommercio a Cernobbio. "Non pensiamo oggi di essere al punto di avere già compiuto il cammino della emergenza. Purtroppo no, non si risolve in un anno o cinque mesi ciò che per decenni si è costruito" dice Monti, con una avvertenza: nessuno si faccia "illusioni' su ricette miracolistiche".  "Teniamo basse le aspettative - avverte Monti - il Paese non è in una situazione brillante in cui si possono fare promesse".
Poi, difende la sua riforma del mercato del lavoro, e avverte: "Nessuno può pensare che la formula 'salvo intese' possa rappresentare un viatico per mettere le mani sul testo appena varato".

"Nel 2012 meno recessione"
- "Nel 2012 non prometto crescita, ma meno recessione" ha detto ancora, chiarendo che la Spagna "sta dando all'Ue preoccupazioni perché i tassi salgono e ci vuole poco per ricreare contagio che potrebbe allargarsi". La Spagna "ha fatto una riforma del lavoro molto incisiva ma non ha posto attenzione sui conti".

Monti: "Meno tasse se la crisi si fosse riconosciuta prima"
- Monti ha espresso inoltre rammarico per aver aumentato le tasse: "Abbiamo dovuto aumentarle, non potevamo fare diversamente", ha detto spiegando che "la colpevole tardività", in passato, a compiere determinati passi ha fatto sì che divenisse così difficile "mettere l'Italia sul sentiero della crescita e sulla diminuzione delle tasse". Più crescita e minori tasse "sarebbe un'opera meno impervia se si fosse incominciato più di un anno fa, se si fosse riconosciuto che l'Italia aveva una una urgenza anziché negarlo". 

Lavoro, "Salvo intese non significa mettere mano al testo" - Sul dibattito sulla riforma del mercato del lavoro, Monti "blinda" il testo uscito dal Cdm. Per il fatto che il testo è stato approvato "salvo intese": "nessuno si illuda - ha detto - che significhi che forze importanti che abbiamo ascoltato ma esterne al governo, possano in qualche modo intervenire". Si tratta cioé di "un processo di affinamento di un testo complesso ma non è aperto a contributi esterni". "Non abbiamo ceduto sulle questioni di principio" ha aggiunto. Il premier ha inoltre sottolineato: "E' sempre facile dire di sì a tutti, avendo a cuore la pace sociale" in anni difficili "e una parvenza di coscienza sociale" ma si "scarica il peso sociale sulle inermi spalle di bambini che sarebbero nati decenni dopo e che ora sono i nostri giovani".

La polemica con Maroni - Nel corso del suo intervento c'è stato anche un passaggio dedicato all'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni. Nel rispondere alle critiche mosse dal leghista all'esecutivo: "Non posso credere - ha detto - che Maroni non sia convinto che lui e i suoi colleghi (del governo precedente ndr) abbiano avuto responsabilià enormemente maggiori dell'attuale Governo in un sistema nel quale giustamente denuncia l'eccesso di imposizione fiscale".
"Tutto quello che io ho chiesto è stato  rispedito al mittente, sul federalismo e sull'abbassamento della  pressione fiscale - ha ribattuto Maroni - devo dire che sono rimasto molto deluso da questo  discorso e questo rafforza la nostra opinione che stare  all'opposizione sia stata la scelta giusta".

Alfano: "Governo meno forte di ieri" - L'intervento di Monti arriva dopo che sempre dal Forum Ambrosetti di Cernobbio le diverse anime della maggioranza che sostiene il governo si sono confrontate sul tema del lavoro, a colpi di dichiarazioni (guarda il video).
"Oggi il governo è meno forte di ieri" ha detto il segretario del Pdl, Angelino Alfano, sottolineando che sulla riforma del lavoro non c'è un testo scritto, non ci sono tempi certi e la Cgil non ha revocato lo sciopero. Per questo suo dire va "raggiunta un'intesa" politica.
E sui tempi: "Prendiamo un impegno - esorta Alfano - per chiudere i lavori entro un termine prefissato. Il presidente del Senato ha detto con saggezza entro l'estate, ovvero 4 mesi, e si chiude. Si prenda questo impegno per non dare impressione che su un capitolo fondamentale si perde tempo".

A proposito poi delle modifiche che il testo potrebbe subire in parlamento per Alfano "o si accetta il punto di equilibrio trovato dal governo dopo settimane o, se si lavora a qualche modifica, non si può immaginare che siano di un solo colore". 

Bersani: "Il ddl lavoro va modificato" - Di diverso avviso il leader del Pd Bersani. "Il ddl sul lavoro deve essere modificato e poi approvato": in particolare "non possiamo accettare che per i licenziamenti, cosiddetti di tipo economici, la monetizzazione sia la sola via d'uscita" ha detto il segretario del Pd. Bersani ha poi risposto direttamente ad Alfano: "Non so se si indebolisce il governo discutendo" di questioni complesse "o facendo saltare i vertici per la Rai o le norme sulla corruzione". "Io sono qui per rafforzarlo" ha aggiunto.

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