Lega, Maroni: "Io colpito da una fatwa"

Politica

Umberto Bossi aveva deciso di vietare i comizi all'ex ministro dell'Interno. Poi la marcia indietro. Ma la tensione nel Carroccio resta alta. Bobo: "Giusta la richiesta della base di fare un congresso. Il Pdl nella maggioranza? Alleanza innaturale"

Guarda anche:
Cosentino: “Non mi sento un privilegiato”. La Lega nel caos
La Lega si spacca su Cosentino. Sul web infuria la protesta
Maroni: Cosentino salvato solo perché onorevole VIDEO
Umberto Bossi e la Lega: tutte le foto

Il divieto non c'è più e domenica 22 gennaio Umberto Bossi e Roberto Maroni saranno insieme in piazza del Duomo per protestare contro le tasse del governo dei Professori. Ma la tensione nel Carroccio resta alta e l'ex ministro dell'Interno, pur negando lo scontro con il Senatur, non è tenero contro la "fatwa inaccettabile" poi ritirata "vista l'onda d'affetto" dei militanti. E soprattutto apre all'ipotesi di rompere l'unanimismo della Lega, condividendo come "giusta" la richiesta di congressi arrivata dalla base.

E' durato meno di 24 ore il diktat arrivato dall'alto per impedire a Roberto Maroni di partecipare a incontri con i militanti. Ma la vicenda sembra destinata a lasciare un solco nella Lega e nei rapporti tra il Senatur e l'ex ministro. Ospite di Che tempo che fa, Maroni ricostruisce la vicenda fino alla telefonata con il gran Capo del Carroccio. "Sono stato colpito da una fatwa incomprensibile - racconta - Che cosa c'è‚ di peggio di non poter incontrare i propri militanti, il popolo? Non so da dove sia arrivato, forse c'è‚ qualcuno a cui non sono simpatico, nei piani alti della Lega".

Poi sabato 14, continua, "Bossi mi ha chiamato e ha detto di non sapere nulla della cosa; certo il divieto è stato tolto dopo la risposta di affetto dei militanti e oltre i 200 inviti a partecipare a comizi". Se Maroni non sembra intenzionato a indicare gli autori della fatwa, il Senatur tuona contro "la strumentalizzazione fatta montare dalla stampa, dai giornali fantasma" che mirano "a rompere la Lega". E sulla telefonata con Bobo fa sapere attraverso la Padania di averlo invitato a manifestare insieme consigliandogli "di essere più cauto in un momento così delicato".

Maroni, però, è convinto che la Lega è  "casa" sua e di avere l'appoggio dei militanti. Anche domenica 15 solo in Lombardia sono stati 320 gli inviti delle sezioni a partecipare a cene e manifestazioni. Reazioni che rendono l'ex ministro consapevole della sua forza anche per ribadire punto per punto le critiche sia alla decisione contro l'arresto di Nicola Cosentino, sia sui fondi in Tanzania ("meglio usarli per le nostre sezioni"). Fino ad arrivare a toccare l'alleanza di ferro tra Bossi e Berlusconi in vista delle elezioni amministrative di primavera: "Quando eravamo insieme al governo, ci sta mandare giù qualche rospo...ma ora possiamo decidere in autonomia e se il Pdl è in maggioranza e noi in minoranza, a mio avviso l'alleanza per le amministrative è innaturale e credo che la Lega debba andare sola alle amministrative".

Posizioni assai diverse da quelle del Senatur, tali da offrire argomenti per una conta congressuale. "Dalla base è arrivata con forza la richiesta di fare i congressi e io la condivido, è una via importante e giusta perché‚ è la via della democrazia interna". Insomma, la partita sembra solo rimandata.

Politica: I più letti

[an error occurred while processing this directive]