
Perché la consultazione del 12 e 13 giugno sia valida deve andare alle urne il 50% più uno degli aventi diritto. Per spingere più gente a votare, sul web si moltiplicano video, link e consigli per i fuori sede. E spuntano anche i tassisti volontari
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di Valeria Valeriano
Oltre 47 milioni e 300 mila elettori: tanti sono gli italiani chiamati alle urne per il referendum del 12 e 13 giugno. Più di 61mila sezioni rimarranno aperte in tutto il Paese domenica dalle ore 8 alle 22 e lunedì dalle 7 alle 15. Gli elettori che risiedono all’estero, circa 3 milioni, hanno già votato. Quattro i quesiti su cui bisognerà esprimersi: il primo e il secondo (schede rossa e gialla) riguardano la gestione dell’acqua (uno la “privatizzazione”, l’altro i “profitti” legati alla commercializzazione della risorsa), il terzo (scheda grigia) l’energia nucleare, il quarto (scheda verde) il legittimo impedimento. Votando “Sì” si manifesta la volontà di abrogare le norme sottoposte a referendum, votando “No” di mantenerle in vigore.
Perché il giudizio popolare sia valido deve andare alle urne il 50 per cento più uno degli aventi diritto. Il quorum, che non si raggiunge da 16 anni, anche questa volta sarà una delle incognite maggiori. Per spingere più gente possibile ad andare a votare si sono mobilitati attori, cantanti e, soprattutto, il popolo di internet. Sui social network si moltiplicano video, link, pagine con suggerimenti su come votare fuori sede, iniziative per dare un passaggio a chi non sa come raggiungere il proprio seggio.
Votare fuori sede si può. Solo per il referendum c’è la possibilità, per chi lavora o studia nella città in cui non è residente, di votare in un seggio diverso dal suo. A differenza di quanto avviene per le altre consultazioni, infatti, non ci sono collegi elettorali su base provinciale ma un unico collegio nazionale. Per votare in un comune in cui non si è residenti basta farsi nominare rappresentante di lista. L’articolo 19 della legge 25 maggio 1970 numero 352, prevede la possibilità per ogni partito o gruppo politico presente in Parlamento e per i comitati promotori del referendum di nominare due rappresentanti, un effettivo e un supplente, che possono assistere alle operazioni di voto e di scrutinio. Questi rappresentanti hanno diritto ad astenersi dal lavoro durante i due giorni della consultazione popolare, al riposo compensativo e a esprimere il proprio voto nel seggio che devono “controllare”.
Per farsi delegare come rappresentante bisogna contattare qualsiasi gruppo politico presente in Parlamento o i comitati promotori. In rete si possono compilare dei moduli di richiesta. Le domande sono state così tante che, in alcuni casi, è stato necessario bloccare qualche giorno prima del previsto la possibilità di inviarle. La scorciatoia dei rappresentanti, però, permette solo a una piccola percentuale di fuori sede di partecipare al referendum senza spostarsi. Gli altri, se non vogliono rinunciare al voto, devono per forza tornare a casa.
Rimborsi viaggio. Per i lavoratori e gli studenti fuori sede che decidono di tornare a casa per votare sono previste delle agevolazioni sui biglietti di treni e aerei. Il rimborso spese per i voli, entrato in vigore per la prima volta con le elezioni amministrative di maggio, consiste nella restituzione del 40 per cento del biglietto di andata e ritorno sul territorio nazionale. Hanno aderito le compagnie Alitalia e Blue Panorama. L’importo massimo rimborsabile non può superare i 40 euro.
Per i treni, invece, lo sconto è del 60 per cento per quelli regionali e del 70 per quelli nazionali. Per avere le agevolazioni sui prezzi, i viaggiatori devono esibire la tessera elettorale o, solo per l’andata, un’autocertificazione. Al ritorno sarà obbligatorio avere la tessera timbrata o una dichiarazione del presidente del seggio che attesti l’avvenuta votazione.
Tassisti per un giorno. Ci sono delle persone che, pur essendo a poca distanza dal proprio seggio, hanno difficoltà a raggiungerlo. Per loro, su Facebook, è nata la pagina TaxiQuorum. L’obiettivo è quello di creare un ponte tra chi cerca un passaggio in macchina e chi è disposto a darlo. I contatti sono stati tantissimi, in due giorni sono state coperte quasi 150 città e sono arrivate 500 e-mail di gente che si metteva a disposizione o chiedeva aiuto. “Grazie alle adesioni pervenute ora riusciamo a coprire tutta Italia”, scrivono su Facebook gli ideatori dell’iniziativa. “Siamo un gruppo di sette o otto persone – racconta a Sky.it uno di loro, Massimo Malerba, che sul social network gestisce anche la pagina del ‘Popolo viola’ ed ‘È tutta colpa di Pisapia’ –. Tante persone, soprattutto anziane o con problemi di movimento, ci hanno fatto notare questa difficoltà nell’arrivare ai seggi da sole. L’idea di una rete di tassisti volontari è nata da lì”. Proprio per raggiungere i meno giovani, oltre che su internet, la campagna del TaxiQuorum viaggia pure attraverso volantini lasciati nelle buche postali e inserzioni sui giornali locali. “Anche se – dice Massimo Malerba – i vecchietti che ci contattano tramite posta elettronica o che trovano il nostro numero di telefono sul web non sono pochi”.
Tra i volontari che hanno aderito all’iniziativa ci sono anche il proprietario di un camper a Lucca, quello di un pullmino a Foggia e dei tassisti di professione in varie città. “Ovviamente noi non diamo indicazioni di voto a chi utilizza il TaxiQuorum – sottolinea Massimo Malerba –. L’unica cosa che c’interessa è offrire a più gente possibile l’opportunità di andare alle urne e contribuire a raggiungere il quorum”.
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Perché il giudizio popolare sia valido deve andare alle urne il 50 per cento più uno degli aventi diritto. Il quorum, che non si raggiunge da 16 anni, anche questa volta sarà una delle incognite maggiori. Per spingere più gente possibile ad andare a votare si sono mobilitati attori, cantanti e, soprattutto, il popolo di internet. Sui social network si moltiplicano video, link, pagine con suggerimenti su come votare fuori sede, iniziative per dare un passaggio a chi non sa come raggiungere il proprio seggio.
Votare fuori sede si può. Solo per il referendum c’è la possibilità, per chi lavora o studia nella città in cui non è residente, di votare in un seggio diverso dal suo. A differenza di quanto avviene per le altre consultazioni, infatti, non ci sono collegi elettorali su base provinciale ma un unico collegio nazionale. Per votare in un comune in cui non si è residenti basta farsi nominare rappresentante di lista. L’articolo 19 della legge 25 maggio 1970 numero 352, prevede la possibilità per ogni partito o gruppo politico presente in Parlamento e per i comitati promotori del referendum di nominare due rappresentanti, un effettivo e un supplente, che possono assistere alle operazioni di voto e di scrutinio. Questi rappresentanti hanno diritto ad astenersi dal lavoro durante i due giorni della consultazione popolare, al riposo compensativo e a esprimere il proprio voto nel seggio che devono “controllare”.
Per farsi delegare come rappresentante bisogna contattare qualsiasi gruppo politico presente in Parlamento o i comitati promotori. In rete si possono compilare dei moduli di richiesta. Le domande sono state così tante che, in alcuni casi, è stato necessario bloccare qualche giorno prima del previsto la possibilità di inviarle. La scorciatoia dei rappresentanti, però, permette solo a una piccola percentuale di fuori sede di partecipare al referendum senza spostarsi. Gli altri, se non vogliono rinunciare al voto, devono per forza tornare a casa.
Rimborsi viaggio. Per i lavoratori e gli studenti fuori sede che decidono di tornare a casa per votare sono previste delle agevolazioni sui biglietti di treni e aerei. Il rimborso spese per i voli, entrato in vigore per la prima volta con le elezioni amministrative di maggio, consiste nella restituzione del 40 per cento del biglietto di andata e ritorno sul territorio nazionale. Hanno aderito le compagnie Alitalia e Blue Panorama. L’importo massimo rimborsabile non può superare i 40 euro.
Per i treni, invece, lo sconto è del 60 per cento per quelli regionali e del 70 per quelli nazionali. Per avere le agevolazioni sui prezzi, i viaggiatori devono esibire la tessera elettorale o, solo per l’andata, un’autocertificazione. Al ritorno sarà obbligatorio avere la tessera timbrata o una dichiarazione del presidente del seggio che attesti l’avvenuta votazione.
Tassisti per un giorno. Ci sono delle persone che, pur essendo a poca distanza dal proprio seggio, hanno difficoltà a raggiungerlo. Per loro, su Facebook, è nata la pagina TaxiQuorum. L’obiettivo è quello di creare un ponte tra chi cerca un passaggio in macchina e chi è disposto a darlo. I contatti sono stati tantissimi, in due giorni sono state coperte quasi 150 città e sono arrivate 500 e-mail di gente che si metteva a disposizione o chiedeva aiuto. “Grazie alle adesioni pervenute ora riusciamo a coprire tutta Italia”, scrivono su Facebook gli ideatori dell’iniziativa. “Siamo un gruppo di sette o otto persone – racconta a Sky.it uno di loro, Massimo Malerba, che sul social network gestisce anche la pagina del ‘Popolo viola’ ed ‘È tutta colpa di Pisapia’ –. Tante persone, soprattutto anziane o con problemi di movimento, ci hanno fatto notare questa difficoltà nell’arrivare ai seggi da sole. L’idea di una rete di tassisti volontari è nata da lì”. Proprio per raggiungere i meno giovani, oltre che su internet, la campagna del TaxiQuorum viaggia pure attraverso volantini lasciati nelle buche postali e inserzioni sui giornali locali. “Anche se – dice Massimo Malerba – i vecchietti che ci contattano tramite posta elettronica o che trovano il nostro numero di telefono sul web non sono pochi”.
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