
Mentre i leader del nuovo soggetto politico scelgono di non dare indicazioni per i ballottaggi, gli elettori centristi sembrano aver già scelto: Moratti a Milano e de Magistris a Napoli. Si fa strada però l'ipotesi astensionismo
AMMINISTRATIVE 2011
Milano, così si è sgonfiato il Pdl
Napoli, così si è sgonfiato il Pd
IL FOCUS: su Milano - su Napoli
di Pamela Foti
“Né col centrodestra, né col centrosinistra”. Insomma nessun apparentamento, se non quello “con la città”. Il messaggio annunciato mercoledì 18 maggio dai leader del Terzo polo arriva forte e chiaro. Fini, Rutelli e Casini decidono di non schierarsi in vista dei ballottaggi per l’elezione del sindaco di Milano e Napoli. Nessuna indicazione di voto, “ora sceglieranno gli elettori” si legge nel comunicato congiunto redatto dai leader del nuovo soggetto politico.
“Noi abbiamo il dovere di ascoltare la nostra gente, gli italiani, e trovare delle soluzioni concrete ai loro problemi, quelli che loro, come noi, incontriamo nella quotidianità” spiega Generazione Italia, che fa a capo a Futuro e Libertà.
E la base del partito, quel 5,5% di Milano e oltre 9% di Napoli che ha votato rispettivamente Manfredi Palmeri e Raimondo Pasquino, cosa farà il 29 e 30 maggio? Da Facebook ai siti ufficiali delle organizzazioni politiche, gli elettori si interrogano, dibattono e si dividono.
“Davvero credi che sia indifferente avere come sindaco Moratti (con tutti i suoi pregi e difetti) o Pisapia (di Rifondazione comunista!!!) – scrive Maria sulla pagina Facebook del candidato del Terzo polo a Milano Manfredi Palmeri – Sarò una sognatrice, ma sono sicura che con la Moratti potresti trovare un accordo sulle cose da fare per la città e su come governarla nel futuro”.
Sono in tanti a pensarla così, da Andrea, che sostiene occorra appoggiare il sindaco uscente e chiede che “l'autocostruzione delle case dei rom (programma Pisapia,p. 27) se la facciano a casa loro”, ad Andrea che dichiara che far vincere Pisapia sarebbe assurdo: “Moschee, stanze del buco, aumento delle tariffe comunali (tram e tarsu su tutto). Sii serio, sii come ti ho conosciuto io, non facciamo vincere una persona pericolosa per la città che, credo anche tu, amiamo!”.
C’è anche chi, come l’utente che si firma Reuven, ha scelto di dare il suo voto al candidato di centrosinistra perché “ho votato 14 anni la destra e me ne pento, solo prese per il culo, favoritismi tra di loro e chi più ne ha più ne metta, ma la sinistra, con tutti i loro difetti non fanno giochi di parole”. Ma sono in pochi ad appoggiare il suo pensiero.
Sulla base delle intenzioni di voto espresse dai milanesi centristi che affollano la bacheca di Manfredi Palmeri, e che dunque non hanno alcun valore scientifico, appare infatti chiaro che i milanesi del Terzo polo preferiscano Letizia Moratti a Giuliano Pisapia. 1-0, dunque.
Scenario completamente diverso se si guarda al ballottaggio di Napoli tra Gianni Lettieri (Pdl) e Luigi de Magistris (Idv). Nel capoluogo partenopeo, se a votare fossero gli internauti il nuovo amministratore della città avrebbe il nome e il volto dell'ex pm.
“Lettieri sarebbe la rovina di Napoli” scrive Francesco sulla fan page di Raimondo Pasquino, candidato a sindaco terzo polista che ha conquistato ben il 9,7% delle preferenze. “Se vi alleate con Lettieri, io voto de Magistris” rilancia Maria. "De Magistris è il nuovo, con lui c'è almeno la speranza” sostiene Carmine. E ancora: "Spero che per il ballottaggio si abbia il buon senso di sostenere la lista di de Magistris" sostiene Mario.
“A Napoli votare de Magistris non è votare né destra né sinistra .........perciò si può”, equazione facile quella che fa Marialetizia sullo spazio di Francesco Rutelli, leader di Api (Alleanza per l’Italia).
"Chi non vuole votare per de Magistris non lo voti, ma se si vuole votare Lettieri si prenda atto del fatto che si va CONTRO i principi ispiratori di FLI!" sentenzia Francesco sulla bacheca di Gianfranco Fini.
Tra gli elettori, però, pare farsi strada anche l’ipotesi dell’astensionismo. Ma attenzione, avverte graym sul sito Generazione Italia, “l’astensione degli elettori di Fli determinerebbe un accorciamento delle distanze, incolmabili a Milano, tra Moratti e Pisapia”. Sul sito di Futuro e Libertà, infatti, i finiani non si schierano ma dibattono sulla scelta compiuta dal leader Gianfranco Fini. E sono tutti d'accordo con l'analisi di Biagio: "Non dare indicazione di voto per i ballottaggi a Milano e Napoli è una cosa saggia". Il punto è, continua il finiano, che "se gli elettori del Terzo polo si astengono e tutti gli altri confermeranno il loro voto, vincerà Pisapia". Una cosa però è certa, scrive Alessandro, "il 3% in sé non sarà determinante per la vittoria dei candidati al ballottaggio, togliamoci subito il dubbio. Ai ballottaggi votano sempre una percentuale minore di elettori, è un dato storico acquisito. Che tutti gli elettori del Fli votino compatti e quelli degli altri partiti no è altamente improbabile. Detto questo, ritorno all’incipit: le ripetizioni storiche. Sì, perché non sarà tanto il dato numerico del primo turno in sé a far prevalere un candidato sull’altro. Ma sarà importante, quasi fondamentale, il tipo di apparentamento che s’instaurerà".
LE GALLERY: I festeggiamenti di Pisapia - di De Magistris - di Fassino - di Merola - La delusione di Letizia Moratti - Le prime proiezioni - I tweet dei candidati - La stampa italiana - La stampa estera - Ballottaggi: vincitori e vinti - l'Album -
LE FRASI PIU' IRONICHE APPARSE SU TWITTER: su Pisapia - sulla Santanchè
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“Né col centrodestra, né col centrosinistra”. Insomma nessun apparentamento, se non quello “con la città”. Il messaggio annunciato mercoledì 18 maggio dai leader del Terzo polo arriva forte e chiaro. Fini, Rutelli e Casini decidono di non schierarsi in vista dei ballottaggi per l’elezione del sindaco di Milano e Napoli. Nessuna indicazione di voto, “ora sceglieranno gli elettori” si legge nel comunicato congiunto redatto dai leader del nuovo soggetto politico.
“Noi abbiamo il dovere di ascoltare la nostra gente, gli italiani, e trovare delle soluzioni concrete ai loro problemi, quelli che loro, come noi, incontriamo nella quotidianità” spiega Generazione Italia, che fa a capo a Futuro e Libertà.
E la base del partito, quel 5,5% di Milano e oltre 9% di Napoli che ha votato rispettivamente Manfredi Palmeri e Raimondo Pasquino, cosa farà il 29 e 30 maggio? Da Facebook ai siti ufficiali delle organizzazioni politiche, gli elettori si interrogano, dibattono e si dividono.
“Davvero credi che sia indifferente avere come sindaco Moratti (con tutti i suoi pregi e difetti) o Pisapia (di Rifondazione comunista!!!) – scrive Maria sulla pagina Facebook del candidato del Terzo polo a Milano Manfredi Palmeri – Sarò una sognatrice, ma sono sicura che con la Moratti potresti trovare un accordo sulle cose da fare per la città e su come governarla nel futuro”.
Sono in tanti a pensarla così, da Andrea, che sostiene occorra appoggiare il sindaco uscente e chiede che “l'autocostruzione delle case dei rom (programma Pisapia,p. 27) se la facciano a casa loro”, ad Andrea che dichiara che far vincere Pisapia sarebbe assurdo: “Moschee, stanze del buco, aumento delle tariffe comunali (tram e tarsu su tutto). Sii serio, sii come ti ho conosciuto io, non facciamo vincere una persona pericolosa per la città che, credo anche tu, amiamo!”.
C’è anche chi, come l’utente che si firma Reuven, ha scelto di dare il suo voto al candidato di centrosinistra perché “ho votato 14 anni la destra e me ne pento, solo prese per il culo, favoritismi tra di loro e chi più ne ha più ne metta, ma la sinistra, con tutti i loro difetti non fanno giochi di parole”. Ma sono in pochi ad appoggiare il suo pensiero.
Sulla base delle intenzioni di voto espresse dai milanesi centristi che affollano la bacheca di Manfredi Palmeri, e che dunque non hanno alcun valore scientifico, appare infatti chiaro che i milanesi del Terzo polo preferiscano Letizia Moratti a Giuliano Pisapia. 1-0, dunque.
Scenario completamente diverso se si guarda al ballottaggio di Napoli tra Gianni Lettieri (Pdl) e Luigi de Magistris (Idv). Nel capoluogo partenopeo, se a votare fossero gli internauti il nuovo amministratore della città avrebbe il nome e il volto dell'ex pm.
“Lettieri sarebbe la rovina di Napoli” scrive Francesco sulla fan page di Raimondo Pasquino, candidato a sindaco terzo polista che ha conquistato ben il 9,7% delle preferenze. “Se vi alleate con Lettieri, io voto de Magistris” rilancia Maria. "De Magistris è il nuovo, con lui c'è almeno la speranza” sostiene Carmine. E ancora: "Spero che per il ballottaggio si abbia il buon senso di sostenere la lista di de Magistris" sostiene Mario.
“A Napoli votare de Magistris non è votare né destra né sinistra .........perciò si può”, equazione facile quella che fa Marialetizia sullo spazio di Francesco Rutelli, leader di Api (Alleanza per l’Italia).
"Chi non vuole votare per de Magistris non lo voti, ma se si vuole votare Lettieri si prenda atto del fatto che si va CONTRO i principi ispiratori di FLI!" sentenzia Francesco sulla bacheca di Gianfranco Fini.
Tra gli elettori, però, pare farsi strada anche l’ipotesi dell’astensionismo. Ma attenzione, avverte graym sul sito Generazione Italia, “l’astensione degli elettori di Fli determinerebbe un accorciamento delle distanze, incolmabili a Milano, tra Moratti e Pisapia”. Sul sito di Futuro e Libertà, infatti, i finiani non si schierano ma dibattono sulla scelta compiuta dal leader Gianfranco Fini. E sono tutti d'accordo con l'analisi di Biagio: "Non dare indicazione di voto per i ballottaggi a Milano e Napoli è una cosa saggia". Il punto è, continua il finiano, che "se gli elettori del Terzo polo si astengono e tutti gli altri confermeranno il loro voto, vincerà Pisapia". Una cosa però è certa, scrive Alessandro, "il 3% in sé non sarà determinante per la vittoria dei candidati al ballottaggio, togliamoci subito il dubbio. Ai ballottaggi votano sempre una percentuale minore di elettori, è un dato storico acquisito. Che tutti gli elettori del Fli votino compatti e quelli degli altri partiti no è altamente improbabile. Detto questo, ritorno all’incipit: le ripetizioni storiche. Sì, perché non sarà tanto il dato numerico del primo turno in sé a far prevalere un candidato sull’altro. Ma sarà importante, quasi fondamentale, il tipo di apparentamento che s’instaurerà".
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