Il rock per Pisapia: così le band vogliono "liberare Milano"

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Dai Subsonica ai Marta Sui Tubi passando per i Casino Royale: dietro le quinte del concerto a sostegno del candidato a sindaco del centrosinistra, cantanti e musicisti descrivono la loro città ideale. A colpi di note, versi e grandi classici

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di Greta Sclaunich


Se gli chiedi una canzone per descriverla, ti rispondono senza reticenze: la Milano di oggi, quella che va cambiata e migliorata, fa parte del loro bagaglio musicale. Invece quella di domani, dei loro sogni e delle loro speranze, non c’è ancora. Nemmeno nelle canzoni. Dietro le quinte del concerto a sostegno della candidatura a sindaco di Giuliano Pisapia “Milano libera tutti” cantanti e musicisti hanno rivelato a Sky.it la loro colonna sonora per la città.

Samuel Romano, frontman dei Subsonica, è di Torino ma per Milano ha in mente varie canzoni tratte dal repertorio del suo gruppo. La città di oggi la vede descritta in “Prodotto interno lurido”, perché “viene pensata come una città commerciale mentre invece ha una grande storia culturale alle spalle che troppo spesso dimentica”. Quella di domani la immagina come “Eden”, “un ipotetico paradiso che nel tempo ti costruisci intorno, una città a misura d’uomo”. Se a Milano dovesse dedicare una canzone, sceglierebbe “Sul sole” perché rappresenta “un augurio di leggerezza per fuggire da questo schiacciamento culturale”.

Gabriele Biondi dei Casino Royale la vede invece come l’omonima canzone di Edda: “Milano per me è tutta racchiusa in un verso che la descrive come il posto dove si lavora non facendo niente”. Se questa frase la racchiude, non per questo la esaurisce. E infatti alla città introspettiva fa riferimento in “Solitudine di massa”. Mentre se dovesse immaginare la città di domani vorrebbe che fosse come quella descritta in “Milano double standard”, un altro dei loro brani.

Il violoncellista dei Marta sui tubi, Mattia Boschi, la vede invece riflessa, com’è oggi, in “Milano circonvallazione esterna” degli Afterhours. Per descrivere come sarà domani, sorride e cita “Luci a San Siro”. Le dedica poi la loro canzone “L’abbandono”.

Federico Dragogna, chitarrista dei Ministri, la paragona a “A me mi piace il mare” di Cochi e Renato: “Una metafora per dire che la città non capisce cosa vuole e cosa deve essere”. Per il suo futuro ci vuole “Tutta roba nostra” perché “domani saremo noi ad averla in mano e ne saremo responsabili”. Sceglie infine un classico da dedicarle, “Bridge over troubled water” di Simon e Garfunkel: “Una grande canzone perché Milano oggi ha bisogno di ritrovare un po' di lirismo”.

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