Processo breve, bagarre in aula. Slitta l'esame. I VIDEO

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La discussione rimandata a martedì, mentre alla Camera scoppiava il caos: Fini colpito da un giornale, Alfano in segno di stizza lancia la scheda, la deputata Argentin (Pd): "Io disabile sono stata offesa". In serata Napolitano convoca i capigruppo

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In quella che è stata una delle giornate più dure dello scontro parlamentare tra maggioranza e opposizione, la discussione sul testo del Processo breve slitta a martedì. Mentre davanti al palazzo di Montecitorio il Popolo Viola protestava contro il disegno di legge, dentro l'aula la tensione saliva fino a sfociare in una serie di episodi talmente gravi da spingere in serata il Presidente della Repubblica a convocare i capigruppo per invitarli ad abbassare i toni.

La giornata si apre con la maggioranza battuta sul verbale della seduta del 30 marzo. L'opposizione contesta infatti l'assenza nel testo del riferimento "all'episodio increscioso con il ministro La Russa" (GUARDA IL VIDEO). Udc, Pd e Idv chiedono così di modificare il verbale e di votarlo con il sistema elettronico, cosa che normalmente non si fa (basta l'alzata di mano). Molti ministri arrivano in aula troppo tardi e la votazione finisce con un pareggio e  il documento viene respinto.  Il nuovo testo, con il richiamo all'insulto del ministro della Difesa al presidente della Camera Gianfranco Fini, viene poi successivamente approvato senza votazione dall'Assemblea di Montecitorio. 

Ma la tensione in Aula resta alta. Pdl e Lega accusano il presidente della Camera di non essere super partes. Non solo. Fini è colpito alla testa da un giornale lanciato dai banchi del Pdl. Il ministro della Giustizia Angelino Alfano, invece, in segno di stizza getta la sua tessera parlamentare verso i banchi dell'Italia dei Valori. E una deputata del Pd, Ileana Argentin denuncia: "Sono stata offesa" . La polemica nasce dalla richiesta di Osvaldo Napoli del Pdl di impedire all'assistente della deputata, disabile, di applaudire. A quel punto Argentin ha preso la parola ed ha detto: "voi sapete che non posso applaudire e che per farlo mi servono le mani di qualcun altro" (IL VIDEO). Subito dopo sono arrivate le scuse.

Proprio per il clima estremamente teso il Pdl ha deciso di rinviare la discussione a martedì 5 aprile.  Intanto il presidente della Camera Gianfranco Fini ha reso noto che da parte del Collegio dei questori della Camera c'è stata una deplorazione nei confronti del comportamento tenuto dal ministro della Difesa Ignazio La Russa.

Pdl e Lega contro Fini - Pdl e Lega 'insorgono' contro Fini, che ha presieduto l'Aula in apertura di seduta, e l'accusano di non essere super partes. "Dovrebbe dare le dimissioni", tuona Osvaldo Napoli, vicepresidente del Pdl. E aggiunge: "Quello che ieri ha sbagliato La Russa oggi ha sbagliato Fini". Anche il presidente dei deputati del Carroccio, Marco Reguzzoni, protesta: "I deputati della Lega erano tutti seduti, non ci sono stati insulti, non è successo nulla, non voglio far polemica ma in mattinata c'è stato un brutto spettacolo". E spiega: "Mi ha tolto la parola - dice riferendosi a Fini - mentre stavo parlando, per due volte. Non ci ha fatto esprimere la nostra posizione. Ha tentato di accelerare al massimo" la votazione e ci sono stati ministri che non hanno potuto votare (i ministri arrivavano dal Cdm sull'emergenza immigrazione, momentaneamente sospeso per consentire il voto sul processo verbale, ndr)".
Sulla stessa posizione il vicepresidente Pdl Massimo Corsaro (IL VIDEO): "E' finita la storiella di Fini imparziale". Nel breve volgere di 15 secondi - spiega Corsaro - prima dice che "i deputati presenti in Aula hanno diritto di voto", poi chiude la votazione "con quattro ministri che non poteva non vedere" e che agitavano la mano per segnalare di non essere riusciti ancora a votare".

Della Vedova: "Nessuna irregolarità" - Difende il presidente della Camera il capogruppo di Futuro e Libertà, Benedetto Della Vedova: non c'è stato "nulla di irregolare". "La votazione è stata tenuta aperta molto a lungo, poi è chiaro che non puoi aspettare un deputato che sta in Aula due ore. Fini ha dato tutto il tempo possibile".

Fini colpito da un giornale - "Quanto avvenuto in aula il 30 marzo non ha precedenti" ha detto il presidente della Camera Gianfranco Fini rispondendo a Simone Baldelli del Pdl, che aveva manifestato contrarietà sull'opportunità di modificare il processo verbale della Camera. "Ci sono tante e tali obiezioni al processo verbale che la presidenza non può non farlo votare all'aula". E' "una situazione che non ha precedenti", ha spiegato Fini.
Mentre lasciava l'Aula di Montecitorio, dopo la bocciatura del verbale, il presidente della Camera Gianfranco Fini è stato colpito alla testa da un giornale che gli è stato tirato addosso da un deputato del Pdl. Nel frattempo, dai banchi del Pdl in tanti gridavano a Fini "Dimissioni, dimissioni".

Alfano lancia la tessera contro l'Idv - Alla chiusura del voto sul processo verbale Alfano, secondo quanto riferito dal leader dell'Idv, ha gettato la sua tessera della Camera contro i banchi dell'Italia dei Valori. "E' stato un gesto irresponsabile, immorale, illegittimo da parte del portantino di Berlusconi", ha detto Di Pietro davanti alle telecamere e mostrando tra le mani la tessera di Alfano (IL VIDEO). "Lo denuncerò al presidente della Camera" aggiunge Di Pietro stigmatizzando "lo spregio e il disprezzo del ministro nei confronti del Parlamento". Disprezzo tale che, conclude Di Pietro, "mi fa chiedere le immediate dimissioni del ministro".

Bersani: "Mai visto una votazione così lunga" - "Nella mia pur non lunga vita parlamentare non ho mai visto una votazione così lunga. Il Parlamento non può aspettare i comodi dei ministri che arrivano a uno a uno a votare, lasciando il Consiglio dei ministri dedicato all'immigrazione. Non si azzardino a lamentarsi". Lo ha detto il leader del Pd Pier Luigi Bersani in Transatlantico prevenendo le possibili proteste della maggioranza per la votazione che ha visto l'aula della Camera bocciare il processo verbale. "Erano assenti anche alcuni dei nostri" spiegano i deputati Pd.

Franceschini: "Di Aventino ne basta uno" - Il capogruppo del Pd alla Camera Dario Franceschini torna invece sull'ipotesi Aventino che il 30 marzo aveva spaccato il suo partito. "L'opposizione ha il dovere di restare in aula a fare le proprie battaglie. Finché io sarò capogruppo - ha affermato rispondendo ai tanti che nel Pd chiedono un Aventino - noi staremo qui a fare le nostre battaglie". E ancora: "Di Aventino nella storia ce ne è già stato uno e visto com'è andato a finire direi che può bastare. Noi restiamo in aula a fare il nostro dovere".

La protesta fuori Montecitorio - Intanto, mentre alla Camera riprendeva la discussione sul provvedimento che salverebbe il premier dal processo Mills, fuori da Montecitorio ripartiva la protesta.
In piazza i militanti del popolo viola che, insieme all'opposizione, hanno manifestato contro il processo breve. Dietro le transenne di piazza Montecitorio campeggiava uno striscione del Pd con scritto 'la legge è uguale per tutti', mentre i manifestanti gridavano 'a casa a casa'.
"La mobilitazione non finisce qui - scrive Gianfranco Mascia (uno degli animatori Viola) sul suo blog - Saremo davanti a Montecitorio in una mobilitazione permanente fino a quando il decreto legge sulla prescrizione breve sarà alla Camera dei Deputati. Poi ci sposteremo al Senato". 

Napolitano convoca i capigruppo
- In serata i capigruppi di Pd, Pdl e dell'Udc sono saliti al Quirinale, dove il presidente della Repubblica ha chiesto di abbassare i toni e di far finire il clima di rissa. Nell'incontro Napolitano avrebbe fatto notare che in questo modo non si può andare avanti, invitando i rappresentanti dei partiti ad una maggiore moderazione.

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