Ruby, la Camera boccia la richiesta dei pm

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Con 315 sì, 298 no e un astenuto l'Aula ha respinto al mittente le carte con cui la Procura di Milano richiedeva di perquisire gli uffici del tesoriere di Berlusconi. Il premier è indagato per concussione e prostituzione minorile

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La Camera dice "no" alla richiesta dei pm di Milano di autorizzazione della perquisizione dell'ufficio dell'amministratore privato di Berlusconi, Giuseppe Spinelli, nell'ambito dell'inchiesta Ruby, e restituisce gli atti alla Procura milanese. A favore della restituzione, come proposto dalla giunta per le Autorizzazioni a procedere, si sono espressi 315 deputati. I no sono stati 298. Un astenuto (Luca Barbareschi) sui 614 presenti. Il numero di 315 per la maggioranza era quello previsto: ai 314 voti ottenuti sul voto di fiducia il 14 dicembre si aggiunge il voto di Silvano Moffa che allora non partecipò al voto.

La maggioranza "sarà compatta" nel voto alla Camera sulle richieste della procura di Milano in merito alle perquisizioni sul caso Ruby, aveva anticipato il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, secondo cui "la maggioranza ha dimostrato tenuta in questi ultimi mesi". Positivo il commento del leader della Lega Umberto Bossi: "Il governo per adesso va avanti, i numeri di questa votazione sono buoni".

Sul fronte dell'inchiesta che coinvolge Berlusconi, accusato di concussione e prostituzione minorile, la richiesta di giudizio immediato nei confronti del premier arriverà "non prima di lunedì", ha annunciato il procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati, spiegando che durante il fine settimana saranno analizzati, tra l'altro, i problemi giuridici ancora sul tavolo, a cominciare dalla decisione sulla separazione dei riti. Quanto alle indiscrezioni di stampa apparse, "le foto che abbiamo visto per il momento sono assolutamente irrilevanti ai fini dell'inchiesta", ha assicurato lo stesso procuratore: i pm stanno analizzando le foto contenute nei pc e nei telefonini sequestrati alle ragazze che frequentavano le feste di Arcore ma si tratterebbe di "foto innocenti", almeno dal punto di vista giudiziario.
Sulla possibilità invece che il Pdl presenti proposte normative che modifichino le leggi attuali e portino allo spostamento di una parte dell'inchiesta milanese dalla procura di Milano a quella di Monza, Bruti Liberati non ha mostrato particolare preoccupazione limitandosi a un laconico "se ci saranno provvedimenti, li leggeremo sulla Gazzetta ufficiale".

Rispondendo ad una interrogazione al Senato, il ministro degli Esteri Franco Frattini ha garantito che "non sono mai giunte, ne' direttamente ne' indirettamente tramite la rete diplomatica o tramite servizi, come confermato dal direttore del dipartimento informazione e sicurezza, ipotesi di valutazione raccolte all'estero circa una presunta ricattabilità del presidente del Consiglio, ne' mai notizie di tentativi di forme di pressione in tal senso da parte di potenze straniere o organizzazioni criminali".

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