Bufera dopo le dichiarazioni del premier sulla Fiat

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Il presidente del Consiglio si schiera con Marchionne: se vince il no è giusto lasciare. La leader Cgil Camusso: "Le sue parole sono un danno per l'Italia". Bersani: "Affermazioni vergognose". Vendola a Mirafiori e scoppia il caos. TUTTI I VIDEO E LE FOTO

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A poche ore dal referendum che potrebbe cambiare il volto della Fiat di Mirafiori, resta alta la tensione. Sia dentro i cancelli dello stabilimento, sia nei palazzi della politica.

Fiat spiega l'accordo agli operai - Nella giornata di mercoledì 12 gennaio, infatti, il Lingotto ha sospeso la produzione per spiegare agli operai i termini dell'accordo raggiunto con i sindacati il 23 dicembre senza la Fiom. Episodio, questo, che ha scatenato l'ira del segretario nazionale e responsabile del settore auto della Fiom-Cgil, Giorgio Airaudo, che ha denunciato la scelta dell'azienda definendola “un fenomeno singolarissimo”. I lavoratori “vengono riuniti dalla gerarchia aziendale che spiega loro, a modo suo, i contenuti dell'accordo separato del 23 dicembre. In pratica, la Fiat sta facendo le sue assemblee".

Berlusconi si schiera con Marchionne - Ad alimentare un nuovo fronte della polemica, anche le parole del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che da Berlino, durante la conferenza stampa con la cancelliera tedesca Angela Merkel, si è schierato al fianco dell'ad Sergio Marchionne e ha affermato che nel caso in cui il referendum bocciasse l'intesa raggiunta "le imprese e gli imprenditori avrebbero buone motivazioni per spostarsi in altri Paesi".

Ascolta le parole del premier

Camusso (Cgil): se questa è la sua idea del Paese, meglio che se ne vada - Immediata la replica della leader di Cgil Susanna Camusso: "Si sta facendo gara tra chi vuole fare più danno al nostro Paese tra il premier e Marchionne". E ha aggiunto: "Non conosco un presidente del Consiglio che non pensi e non sappia che per lui vengono prima di tutto le condizioni del lavoro del suo Paese e la cittadinanza dei suoi lavoratoti. Mi piacerebbe che, non solo noi, ma anche il mondo delle imprese e della politica dica che se questa è la sua idea del paese è meglio che se ne vada. Sappiamo bene di dire una cosa pesante - ha concluso - ma non si può mettere in discussione la dignità delle persone".

Bersani: Vergogna - Dura replica all'intervento di Berlusconi anche da parte del segretario del Pd Bersani. "E' una vergogna incredibile sentire il presidente del Consiglio fare queste affermazioni". E ancora: "Lui  non se ne accorge , che è un miliardario, ma gli paghiamo uno stipendio per fare gli interessi dell'Italia e non per far andare via la roba", ha detto il segretario del maggior partito dell'opposizione intervenendo a un seminario sui trasporti nella sede del Partito democratico.

Vendola: "Grave che il governo si schieri con la Fiat"- E davanti ai cancelli dello stabilimento è arrivato anche Nichi Vendola. "Il governo non è assente - ha detto il leader di Sel e governatore della Puglia- il governo che avrebbe dovuto svolgere il ruolo dell'arbitro tra le due squadre è invece sceso in campo a gamba tesa dalla parte di Marchionne". "Questo è davvero un fatto gravissimo, inaudito - ha aggiunto Vendola - perché snatura anche le relazioni industriali nel momento in cui il Governo scende in campo contro i lavoratori". Vendola è stato contestato da una decina di sindacalisti della Fismic (firmatari dell'intesa con la Fiat) e, in un momento di tensione coi sostenitori di Sel, tra i due schieramenti sono volati insulti, minacce e qualche sputo.

Marcegaglia: spero che il referendum passi -
"Siamo dalla parte della Fiat e auspichiamo che il referendum possa passare". Questa la posizione del presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. "Dopo il referendum bisognerà parlare di rappresentanze - ha aggiunto - c'è disponibilità a trattare ma prima ci deve essere l'accordo tra i sindacati".

Referendum - A poco più di 24 ore dall'inizio del referendum sull'accordo di Mirafiori gli
schieramenti dei favorevoli e contrari fanno le ultime mosse nel tentativo di orientare il voto dei circa 5.500 lavoratori dello stabilimento.
Sciolti gli ultimi dubbi nella riunione della commissione elettorale che ha confermato la data, la consultazione inizia giovedì sera alle 22, con i lavoratori del terzo turno. Venerdì mattina votano primo turno e normale e si chiuderà il pomeriggio con i lavoratori del secondo, chiamati alle urne dalle 15,45 alle 18,45.
Subito dopo lo spoglio, che potrebbe durare circa tre ore. Nei grandi reparti dove vengono assemblate le vetture saranno allestiti nove seggi (più uno specifico per il turno di notte) suddivisi per lastroferratura, verniciatura e montaggio.
I lavoratori dovranno prinunciarsi con un Si o un No alla domanda "Approvi l'ipotesi di accordo del 23 dicembre 2010 relativo al piano di investimenti e normative sindacali collegate?".

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