Bologna, dopo il no di Prodi il Pd pensa alle primarie

Politica
Il segretario del Pd Bersani durante il vertice a Bologna
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Il centrosinistra è alla ricerca del candidato sindaco dopo le dimissioni di Flavio Delbono, travolto dallo scandalo innescato dall'ex fidanzata. Per il segretario Bersani "devono essere i bolognesi a scegliere il sindaco"

Diviso tra l'amore per la sua città e la coerenza con sé stesso, Romano Prodi ha deciso: non sarà lui il candidato alla poltrona di sindaco di Bologna ed il salvatore del Pd dopo lo choc causato dalle dimissioni di Delbono. Il Professore spegne speranze e appelli di molti proprio nel giorno in cui il segretario del Pd Pier Luigi Bersani arriva sotto le Due Torri per cercare, in una direzione a porte chiuse, la via di uscita dalle secche. E alla fine la soluzione sembra questa: si faranno le primarie.

Le parole del segretario del Pd, al termine della riunione, non sembrano lasciare alcun dubbio. "Devono essere i bolognesi a scegliere il sindaco", ha detto Bersani parlando con i giornalisti. Primarie considerate come la strada migliore da Duccio Campagnoli, assessore regionale forte della giunta Errani, che gode dei favori della Cgil dalla quale proviene, in pista insieme agli altri possibili candidati: Luciano Sita, ex manager della Granarolo, assessore della giunta Delbono, e sostenuto dal mondo della cooperazione, e il presidente del consiglio comunale Maurizio Cevenini, recordman di preferenze, di gran lunga il più popolare fra gli elettori.

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