Sulla non osservanza del simbolico atto di deferenza per i caduti di Kabul, disposto dal ministero della Pubblica Istruzione, che ha visto coinvolti alcuni dirigenti scolastici, è polemica
I 60 secondi di silenzio a ricordo dei parà caduti a Kabul, da osservare ieri a mezzogiorno secondo l'invito del ministro della Pubblica Istruzione, sono stati al centro di polemiche. Alcuni dirigenti scolastici hanno disatteso infatti le direttive di viale Trastevere come nel caso di Simonetta Salacone, preside dell scuola elementare romana Iqbal Masih, che ha addotto a giustificazione della sua "inadempienza" il tardivo arrivo della circolare ministeriale. Già candidata non eletta alle ultime europee per Sinistra e Libertà, la Salacone ha definito il minuto di silenzio un mero gesto retorico. Pronta la replica del ministro Gelmini: "Chiedo scusa alle famiglie dei nostri soldati. L'idea che per una polemica politica alcuni dirigenti e docenti abbiano mancato di rispetto a chi ha dato la propria vita per la pace, è una cosa che riempie di amarezza". Ma alcuni genitori hanno dato ragione alla preside. Numerose anche le telefonate di protesta da tutta Italia contro il minuto di silenzio.
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