Coletto, su misura per l'Umbria con ok del ministero
(ANSA) - PERUGIA, 13 OTT - La Terza commissione dell'Assemblea legislativa, presieduta da Eleonora Pace, si è riunita, alla presenza dell'assessore regionale Luca Coletto e del direttore regionale della sanità Massimo D'Angelo, per l'illustrazione delle linee generali e degli obiettivi del nuovo Piano sanitario regionale 2022-2026 della Regione Umbria. Entro breve inizierà la fase di concertazione con le audizioni dei molteplici soggetti interessati. Oltre alla concertazione e alla possibile evoluzione del documento, si rende necessaria anche una modifica del Testo unico in materia di sanità, trattandosi di un piano sanitario la cui valenza passa da triennale a quinquennale, al fine di adeguare i tempi di vigenza a quelli di realizzazione dei progetti del Pnrr.
Sono sei le linee di intervento individuate come principi fondamentali del nuovo Piano sanitario regionale: la sfida Covid 19; integrazione; semplificazione; assicurazione; attenzione per il personale; sanità a misura del cittadino.
Le principali novità - spiega la Regione - riguardano la governance, con elementi di innovazione rappresentati dal Board per il governo del Servizio sanitario regionale; il supporto del 'Creva', il nuovo sistema di accreditamento istituzionale; l'assistenza territoriale, con la riduzione del numero dei distretti da 12 a 4; l'istituzione delle case di comunità; gli ospedali di comunità; le centrali operative territoriali (cot), la presa in carico del malato cronico; il potenziamento delle cure palliative; la riconfigurazione della rete ospedaliera in aderenza ai parametri del dm 70/2015, con la revisione dei servizi clinici generali e della rete dell'emergenza-urgenza e la realizzazione dell'elisoccorso regionale.
L'assessore Coletto ha detto che si tratta di "un piano su misura per l'Umbria, con il parere favorevole del Ministero della salute, approvato in Giunta, redatto a partire dal cosiddetto 'Libro bianco', che fotografa la realtà dei servizi sanitari in Umbria. Obiettivo quello di ricollocare le risorse disponibili nella maniera più corretta, vicino ai territori, evitando o limitando le distanze per l'accesso ai servizi. Un piano che tiene in considerazione le novità come gli ospedali di comunità, le Centrali operative territoriali (Cot), le case comunità, che sono una rielaborazione delle Aggregazioni funzionali territoriali, adesso ricomprese nella case comunità dotate di medico, cup per prenotare, rispondenti alle necessità del territorio. Anche le Cot possono dare indirizzi per percorsi di cura, specie dei pazienti anziani. Ci avvarremo anche delle risorse del Pnrr, indirizzate alla ristrutturazione di edifici esistenti che potrà avere sviluppi importanti come una rivalutazione del patrimonio non disponibile in disuso, che potrà avere nuova vita grazie ai finanziamenti, magari diventando sede di servizi sul territorio. Il Piano prevede anche una Commissione regionale per gli investimenti anziché aziende che si gestiscono da sole, affinché ci sia una valutazione a livello regionale, una scelta dovuta a varie considerazioni: le risorse sono comunque limitate a livello nazionale, la loro destinazione riguarda solo la cura delle persone e la spesa farmaceutica. Anche le donazioni devono essere valutate".
Il direttore D'Angelo ha detto che il Piano "è uno strumento programmatico che presuppone una sua evoluzione. Nasce su macro aree di assistenza: la prima è quella della prevenzione, che si richiama al Piano nazionale prevenzione, con interventi modulati a livello regionale circa l'impatto epidemico ed epidemiologico.
In questo senso bene gli screening, che riducono il rischio di molte patologie o l'eccesso di rischio. Altro punto è il nuovo modello di assistenza sul territorio, con la gestione delle emergenze e le azioni sulla cronicità che rappresentano una sfida da rimodulare con la medicina d'iniziativa. Per la presa in carico del paziente ci sono 21 case di comunità, 16 ospedali di comunità (cinque dei quali finanziati dal Pnrr) e quindi una diversa assistenza ospedaliera con la nuova rete degli ospedali, non più strutture a sé ma Rete ospedaliera, con ospedali che curano il basso livello di intensità di cura fino ai Dea di secondo livello, che dovranno garantire i pazienti più complessi con un turn over più elevato. Stiamo curando i pazienti in maniera inappropriata perché i pazienti, quando stabilizzati, devono essere gestiti con un setting appropriato, di qui l'importanza delle case di comunità, con le Cot, le centrali operative territoriali che garantiranno le dimissioni protette.
Uno dei setting più importanti è proprio il domicilio del paziente. Per questo l'incremento delle attività territoriali.
In accordo con quanto previsto dal Pnrr, il Piano prevede la telemedicina. Ci sono aree disagiate in cui il paziente anziano deve essere gestito con strumenti di prossimità. Stiamo procedendo verso la digitalizzazione totale. Infine un elisoccorso nostro, per garantire che si superino le difficoltà dovute alla conformazione del territorio". (ANSA).