Per consigliere Lega serve "incentivare Neet a riprendere studi"
"In questo momento di difficoltà fra crisi pandemica ed effetti della guerra, i nostri giovani siano una priorità. È necessario contrastare l'abbandono scolastico e incentivare i Neet a riprendere gli studi, anche sfruttando i fondi del Pnrr": lo chiede il consigliere regionale della Lega Paola Fioroni, vicepresidente dell'Assemblea legislativa, annunciando la presentazione di una interrogazione alla Giunta nella quale chiede di sapere "quali sono gli strumenti ed i progetti che la Regione Umbria intende adottare per contrastare il fenomeno dell'abbandono scolastico; in che modo la Regione Umbria intende incentivare i Neet (giovani non occupati e neanche impegnati in percorsi di istruzione) nel riprendere e proseguire gli studi; che somma relativa ai fondi della Missione 4 del Pnrr è destinata all'Umbria e come la Regione intende investirla". "L'abbandono scolastico - spiega Paola Fioroni in una nota - è da monitorare costantemente e da scoraggiare il più possibile in quanto può peggiorare notevolmente il tenore di vita futuro dei giovani, provocando loro difficoltà nella ricerca di un lavoro ben retribuito e, quindi, aumentando il rischio di farli cadere nel disagio economico e nell'esclusione sociale. La dispersione scolastica è fortemente condizionata dalle caratteristiche socio-economiche della famiglia di origine. Inoltre con la pandemia da Covid-19 e, quindi, con l'introduzione della didattica a distanza, purtroppo il pericolo di dispersione è aumentato, mettendo a rischio non solo gli studenti più svantaggiati ma tutti. Non bisogna dimenticare l'esercito di giovani che non è occupato e che non è neanche impegnato nel percorso di istruzione. Ai cosiddetti Neet (Not in education, employment or training) non solo, spesso, vengono meno diverse prospettive future, ma manifestano anche depressione psicologica e marginalizzazione nella vita sociale. L'Umbria è investita da una vera e propria fuga di ragazzi e ragazze (in pochi anni sono migrati oltre 10 mila giovani) che, dopo aver concluso i percorsi formativi, non trovano nella propria regione nativa occasioni di lavoro o redditi soddisfacenti. Secondo uno studio dell'Aur, inoltre, oggi i giovani guadagnano molto meno dei loro predecessori e, per questo, sono diventati la generazione più povera. Quelli con meno di 35 anni hanno il reddito pro capite più basso della storia italiana, segnata negli ultimi trenta anni da una progressiva diminuzione reale dei salari (Ocse). In Umbria, secondo i dati dell'osservatorio Inps sui lavoratori dipendenti e indipendenti, nel 2020 la quota dei lavoratori al di sotto dei 35 anni è scesa al 21,5% contro e ad essa corrisponde appena il 14,5% dei redditi da lavoro totali. Quindi il tema dell'accesso al lavoro assume un ruolo centrale in un territorio, come il nostro, in forte crisi demografica, in cui i Neet sono, secondo gli ultimi dati Istat, 35 mila. Bene in tal senso le iniziative intraprese dalla Giunta Tesei al punto che in Umbria nel 2021 la ripresa del lavoro è stata più forte che in altre regioni d'Italia. Il nuovo governo di centrodestra ha dovuto fare i conti non solo con la pandemia, ma anche con una situazione catastrofica relativa al PIL ereditata dalla sinistra a cui ha saputo far fronte attraverso iniziative mirate e strategie di rilancio efficaci. Gli occupati nel 2021 sono infatti 6.000 in più del 2020 con un tasso di crescita dell'1,7% rispetto allo 0,8% nazionale. L'ufficio studi della Cgia di Mestre - ricorda Paola Fioroni - segnala che nel 2020 sono stati 543 mila i giovani in Italia che hanno abbandonato la scuola prematuramente, la maggior parte dei quali ha deciso di lasciare definitivamente il percorso di studi dopo aver conseguito solo la licenza media. Questo contribuisce a mettere in seria difficoltà le aziende che non riescono a reperire figure professionali con elevati livelli di specializzazione. In Umbria, per l'elaborazione della Cgia di Mestre su dati Istat, i giovani fra i 18 ed i 24 anni che nel 2020 hanno abbandonato prematuramente gli studi o percorsi di formazione in Umbria sono circa 6 mila, pari all'11,2%. Una situazione migliorata rispetto al 2010 quando erano il 12,9%. Ma c'è ancora molto da fare per incentivare ragazzi e ragazze a proseguire i percorsi di studi e formazione, anche perché la riduzione dell'abbandono scolastico in Umbria è stata meno marcata che in altre regioni". "La Missione 4 del Pnrr - sottolinea infine Fioroni - prevede quasi 31 miliardi per rafforzare lo sviluppo di un'economia della conoscenza ad alta intensità di competitività, partendo dal riconoscimento delle criticità del nostro sistema di istruzione, formazione e ricerca e per creare le condizioni per il loro superamento. Un'opportunità - conclude - che non possiamo lasciarci scappare".