
Per procuratori "obbligo garantire una tempestiva informazione"
(ANSA) - PERUGIA, 03 MAR - Le "specifiche ragioni di interesse pubblico" delle comunicazioni da parte delle Procure della Repubblica ai mezzi d'informazione in merito a fatti di cronaca "andranno valutate con riferimento al territorio ove si cala la notizia, con riguardo al tasso di criminalità ed all'attenzione mediatica per particolari aspetti sociali, oltre che nella doverosa considerazione dei criteri di priorità nell'esercizio dell'azione penale, individuati" dai capi degli Uffici. Lo scrive il procuratore generale di Perugia in una comunicazione ai vertici delle Procure umbre. Un articolato documento inviato anche al Csm, al procuratore generale della Cassazione, al presidente del Consiglio giudiziario e a quello dell'Ordine dei giornalisti.
Le nuova norma sulla cosiddetta presunzione d'innocenza, che recepisce una direttiva europea, individua nei comunicati e nelle conferenze stampa le forme con le quali le Procure sono chiamate a tenere i rapporti con i mezzi d'informazione. Per il pg Sottani "rimane irrisolto" se al Procuratore della Repubblica sia inibito fornire dichiarazioni verbali". "Se infatti l'esigenza di tracciamento delle fonti esclude la possibilità di contatti officiosi tra il Procuratore della Repubblica e gli organi di informazione - sostiene -, tale divieto non sembrerebbe sussistere in caso di comunicazioni ufficiali, ancorché verbali. Infatti, la dizione 'comunicato' non sembra possa ridursi a ricomprendere le sole comunicazioni in forma scritta, ma può allargarsi anche a quelle in forma verbale, purché in forma ufficiale".
"Peraltro, quando il fatto sia connotato da un 'interesse pubblico' alla conoscenza mediatica - si legge in un altro passaggio del documento -, il Procuratore della Repubblica ha non solo il diritto ma un vero e proprio obbligo di garantire una tempestiva informazione dello stesso, anche al fine di evitare la propalazione di notizie distorte se non addirittura palesemente infondate, così come potenzialmente verificabile in tempi di informazione sui canali social, la quale, come tale, non sempre è in grado di garantire l'autorevolezza e l'attendibilità della fonte". (ANSA).