Appello Sparagna, Frigolandia rischia di chiudere

Umbria

"Pronti a passi giudiziari, ma nostri amici si facciano sentire"

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(ANSA) - PERUGIA, 02 FEB - "Ora il rischio di vedere disperso un immenso patrimonio artistico e distrutto uno dei centri di arte e cultura più innovativi, vivi e dinamici d'Italia è concreto": è quanto ha affermato Vincenzo Sparagna, fondatore di Frigolandia, una sorta di laboratorio di arte, satira e cultura, nato nel 2006 a Giano dell'Umbria ed ora al centro di una vicenda giudizaria, dopo l'ordinanza di sgombero del Comune e il successivo ricordo al Tar.
    "Con una sentenza sorprendente e contraddittoria - spiega Sparagna, esponente storico della satira italiana - il Tar dell'Umbria ha respinto il nostro legittimo ricorso contro l'assurda ordinanza di sgombero del Comune di Giano dell'Umbria, emessa l'11 marzo 2020 in piena pandemia. Ma la nostra resistenza a questo atto di vera barbarie giuridica, che molti hanno definito giustamente un autentico crimine culturale, prosegue". Polo di attrazione culturale e di promozione turistica del territorio, Frigolandia custodisce un archivio di 60 tonnellate di pubblicazioni (riviste e libri) che documentano le più avanzate ricerche nel campo del fumetto, della satira, dell'illustrazione e dell'arte degli ultimi 40 anni, una grande biblioteca, migliaia di tavole originali e migliaia di fotografie. C'è poi il Museo, che ha in esposizione oltre 500 tavole, disegni, quadri, sculture, fotografie e ha in archivio più di 30.00 opere (di autori come Andrea Pazienza, Tanino Liberatore, Massimo Mattioli, Filippo Scòzzari e Stefano Tamburini) che sono state la base negli ultimi anni per mostre di grande successo in tutta Italia.
    "Mentre prepariamo i prossimi passi giudiziari - ha aggiunto Sparagna - chiamiamo a raccolta tutti i nostri amici perché facciano sentire ancora più forte e determinata la loro protesta. Distruggere uno dei più importanti presidi culturali italiani, per la cui salvaguardia hanno sottoscritto un appello già ventimila persone, è un atto insensato che ci auguriamo altri giudici più attenti e illuminati possano ancora impedire".
    (ANSA).
   

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