Polizia stradale Orvieto denuncia 38 persone
(ANSA) - ORVIETO (TERNI), 02 SET - Scoperta dalla polizia stradale di Orvieto, al termine di un'indagine di oltre un anno denominata 'Motor Pay', una presunta organizzazione criminale dedita alle truffe online capace di movimentare - secondo gli investigatori - centinaia di migliaia di euro. Trentotto in tutto le persone denunciate.
L'attività investigativa ha preso il via quando un imprenditore dell'orvietano ha acquistato su internet il motore di un'auto. La ditta venditrice - è emerso dagli accertamenti - sembrava essere affidabile, con tanto di centralino con musica di attesa telefonica e cortese segretaria che rispondeva a ogni richiesta del cliente. Contattato l'inserzionista è iniziata una trattativa che si è conclusa con il pagamento di 1.400 per l'acquisto tramite bonifico con un Iban, risultato poi associato ad una carta Postepay Evolution, e la consegna del ricambio entro tre giorni. Successivamente al pagamento però, il venditore - secondo l'indagine -, si è reso irreperibile ed il motore non è stato mai consegnato.
Dopo la denuncia da parte dell'imprenditore orvietano, le indagini per tentare di identificare il responsabile di tale reato si sono rilevate da subito molto complesse poiché sia i numeri telefonici forniti dal denunciante, sia il sito internet, non erano riconducibili a persone realmente esistenti, così come non esisteva realmente il luogo di ubicazione della presunta azienda venditrice. Unico punto di partenza per i poliziotti della stradale di Orvieto è stata la carta Postepay su cui è stato eseguito il pagamento del motore. Alla stessa sono risultate legate oltre 100 carte analoghe, sulle quali avvenivano numerosi movimenti di denaro secondo gli investigatori provenienti da altre truffe online. Una di queste carte in un solo mese aveva avuto movimenti per oltre 50 mila euro. Gli agenti sono quindi riusciti a scoprire e a smantellare la presunta rete, definita "ben organizzata" e dal giro di affari rilevante. Tra le 38 persone denunciate, sia uomini che donne, alcune erano già conosciute alle forze dell'ordine per reati specifici, perché ritenute responsabili, in concorso tra loro, di riciclaggio, truffa aggravata, falsa denuncia all'autorità. (ANSA).