Sanità, progetto Aft in Umbria

Umbria
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Sistema per una nuova organizzazione dei medici di famiglia

(ANSA) - PERUGIA, 23 MAR - Per una sanità di servizio sul territorio sempre più al fianco dei cittadini e per rispondere quotidianamente e ad ogni ora alle esigenze assistenziali, evitando anche di passare in maniera non appropriata per ospedali e pronto soccorsi, è stato presentato il progetto Aft (Aggregazioni funzionali territoriali): un sistema che mette in campo una nuova organizzazione dei medici di famiglia. Attive da settembre 2018, le Aft sono ambulatori integrati, aperti 7 giorni su 7, di medici di medicina generale, medici della continuità assistenziale e infermieri di territorio, che collaborano per garantire, come in ospedale, un'assistenza h24 per una risposta sempre più completa ai bisogni di salute delle persone. Un "punto qualificante" del nuovo Piano sanitario regionale che nella sua interezza sarà presentato nei prossimi mesi e un nuovo tassello "per superare la visione ospedalocentrica della sanità" e che, nei dettagli, è stato illustrato stamani nella sala Brugnoli di Palazzo Cesaroni a Perugia con interventi, tra gli altri, della presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, dell'assessore regionale alla sanità Luca Barberini e del direttore regionale salute e welfare Walter Orlandi.
    Questa nuova forma organizzativa delle cure primarie, che permette ai medici di famiglia di offrire ai cittadini un'assistenza più capillare sul territorio nell'arco dell'intera giornata, in Umbria è articolata in 38 presidi sanitari a tutto tondo, uno ogni 20/30mila abitanti. L'obiettivo delle Aft (22 nel territorio della Usl Umbria 1 e 16 in quello della Usl Umbria 2) è quello di assicurare un presidio della medicina generale che offra una assistenza continuativa sul territorio e risposte immediate in tutti quei casi in cui non sia necessario rivolgersi all'ospedale. La mission di questi presidi di assistenza continuativa, che vanno a potenziare i servizi sanitari territoriali, è anche quella di evitare gli accessi inappropriati al pronto soccorso, per i codici bianchi e codici verdi soprattutto, lasciando agli ospedali la gestione dei casi di effettiva complessità.
    "Un modello organizzativo molto innovativo, un modello gestionale che ci fa essere tra le prime regioni ad attuarlo e non solo in una forma sperimentale ma in una vera e propria forma di gestione" ha affermato la presidente Marini per poi aggiungere: "Ancora una volta la sanità umbra si dimostra all'altezza del suo compito, accoglie le riforme e le innovazioni che si introducono e lo fa nell'interesse del rafforzamento delle prestazioni dell'assistenza della cura verso la comunità e verso i cittadini".
    L'Umbria, anche per l'assessore Barberini, "è tra le prime regioni d'Italia ad offrire questi servizi, con una applicazione intelligente della Legge Balduzzi".
    "In base ai primi riscontri abbiamo elementi molto positivi e ci auguriamo che sia apprezzato sempre più dai cittadini" ha proseguito l'assessore. "Aumenta così - ha ancora sottolineato Barberini - l'offerta dei servizi di salute con una copertura capillare di tutto il territorio regionale e in modo innovativo.
    Un servizio che permette una apertura di fatto ininterrotta di servizi garantiti attraverso la collaborazione dei medici di medicina generale e di quelli di continuità assistenziale. Un servizio che permette di rispondere ai bisogni meno complessi di salute dei cittadini anche in orari dove normalmente non c'era altra opportunità se non il pronto soccorso". E secondo Marini, inoltre, "un modello organizzativo territoriale che dà fiducia ai medici di territorio e ne rafforza il ruolo all'interno della comunità".
    Nelle Aft, oltre alle visite mediche, il cittadino può ricevere consigli di educazione sanitaria, prestazioni diagnostiche semplici, medicazioni, prescrizioni di farmaci, esami strumentali e certificazioni. Coloro che sono affetti da una malattia cronica, invece, trovano nell'Aft il medico e l'infermiere di famiglia, insieme ai terapisti della riabilitazione e agli psicologi, in grado di programmare le terapie e gli accertamenti necessari, mentre, nel caso di ricoveri, le Aft collaborano con i nosocomi per eventuali dimissioni protette. Fondamentale nelle nuove Aggregazioni, secondo quanto spiegato, è anche la figura dell'infermiere di territorio che, in collaborazione con il medico di medicina generale e la farmacia dei servizi, contribuisce ad offrire consigli utili per un corretto stile di vita e per rendere le persone sempre più responsabili nei confronti della loro salute.
    Con medico e infermiere il cittadino può così stringere un vero e proprio "patto di cura", per esempio smettere di fumare, iniziare l'attività fisica, seguire una corretta alimentazione e monitorare nel tempo i miglioramenti negli stili di vita più corretti.
    Le Aft della Usl Umbria 1 sono così articolate: nell'Alto Chiascio (Gubbio e Gualdo Tadino), Alto Tevere (San Giustino, Città di Castello, Trestina, Umbertide), nell'Assisano (Santa Maria degli Angeli e Bastia Umbra), nella Media Valle del Tevere (Todi, Marsciano, Deruta), nel Perugino (Perugia centro, Madonna Alta, San Marco, Ellera, Castel del Piano, Ponte San Giovanni, Ponte Felcino), nel Trasimeno (Magione, Castiglione del Lago, Tavernelle).
    Le Aft della Usl Umbria 2 sono situate: nel Ternano (Terni nord, Terni centro, Terni sud Arrone, Terni nord Acquasparta), nel Folignate (Foligno centro-Spello, Foligno Nord-Nocera Umbra, Foligno Sud-Trevi, Bevagna-Montefalco-Gualdo Cattaneo), nel Narnese-Amerino (Narni e Amelia), a Spoleto, nell'Orvietano (Orvieto e Fabro), Valnerina con due sedi (Cascia e Norcia). Gli ambulatori sono aperti dal lunedì al venerdì, dalle 12 alle 16, e quindi nella pause pranzo anche, e il sabato mattina dalle 8 alle 14. Nelle restanti fasce orarie, l'attività ambulatoriale è svolta dal medico di famiglia, negli orari già conosciuti. Per sapere a quale Aft rivolgersi, è possibile consultare il proprio medico di famiglia, visitare i siti www.uslumbria1.gov.it e www.uslumbria2.it o chiamare il Nus all'800 63 63 63, il numero unico della sanità regionale. (ANSA).
   

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