Preside di Palermo arrestata, burro scaduto per i bambini dello Zen: le intercettazioni

Sicilia

Secondo gli inquirenti, la donna, con la complicità del suo vice e di altri insegnanti, saccheggiava la mensa scolastica portando via generi alimentari

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Emergono nuove intercettazioni nella vicenda della preside della scuola Falcone dello Zen di Palermo Daniela Lo Verde, arrestata venerdì per corruzione e peculato e messa ai domiciliari. Secondo gli inquirenti la donna, con la complicità del suo vice e di altri insegnanti, indagati, saccheggiava la mensa scolastica portando via generi alimentari e si appropriava di tablet e pc assegnati alla scuola. Ad agosto scorso, riporta il Corriere, nella mensa mancava il burro. La soluzione la trova una delle collaboratrici della preside che trova un panetto nuovo nel frigo della preside, però scaduto: prima lo fa servire aperto, poi cancella la data di scadenza. "A posto, non c’è più", spiega la bidella a un’altra persona ancora non identificata, non sapendo di essere intercettata. "Gli abbiamo cancellato la data di scadenza al burro". Della cosa viene informata Lo Verde che, intercettata, commenta ridendo: "Vi denunciano".

Docente: "Chi criticava subiva ritorsioni"

Intanto emerge il verbale della docente della scuola Falcone dello Zen che ha denunciato la gestione illegale dei progetti europei da parte della preside Daniela Lo Verde. "Esiste una sorta di circuito consolidato secondo il quale se si rientra nelle grazie della preside si ha vita facile all'interno della scuola, altrimenti si vivono ritorsioni che rendono all'interno del plesso la vita molto difficile, come ad esempio quando ho denunciato unitamente a una collega il non rispetto delle normative Covid a due quotidiani online e subito dopo è stato indetto un collegio docenti in urgenza in cui la preside stessa chiedeva a tutti i docenti di smentire le nostre dichiarazioni sebbene io avessi delle prove fatte di video e fotografie". Nell'esposto si descrive il clima che si respirava nella scuola, per anni citata come modello di educazione alla legalità. "Tutto questo creava nella scuola un clima di pressione a seguito del quale nessuno dei docenti contrastava la preside nelle sue decisioni", ha raccontato l'insegnante ai carabinieri e ai pm. La professoressa, poi trasferita in un'altra scuola, ha riferito, tra l'altro, che la dirigente visto che i ragazzi disertavano i progetti europei e temeva di perdere i fondi raccoglieva le firme ad attività concluse.

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