Giro di mazzette alla Motorizzazione di Palermo, 21 misure cautelari

Sicilia

Ai domiciliari otto funzionari della motorizzazione civile e 13 responsabili di agenzie disbrigo pratiche. Per l'accusa i pubblici ufficiali, in cambio di soldi, avrebbero chiuso un occhio sulle irregolarità di centinaia di pratiche automobilistiche. Ben 187 i capi di imputazione e 42 gli indagati

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Blitz alla Motorizzazione civile di Palermo. Oltre cento agenti della Polizia hanno eseguito 21 misure cautelari: in particolare, sono finiti ai domiciliari otto funzionari della motorizzazione civile e 13 responsabili di agenzie disbrigo pratiche della provincia di Palermo. Per l'accusa i pubblici ufficiali, in cambio di soldi, avrebbero chiuso un occhio sulle irregolarità di centinaia di pratiche automobilistiche. Ben 187 i capi di imputazione e 42 gli indagati.

Perquisizioni e sequestri

Nell'inchiesta, coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, gli agenti hanno effettuato numerose perquisizioni e sequestrato centinaia di fascicoli di pratiche automobilistiche. L'indagine ha avuto inizio nel 2020 e ha visto impegnati, per oltre due anni, gli investigatori della Stradale che hanno utilizzato anche sofisticate apparecchiature di intercettazioni audio e video. Contestati i reati di corruzione, accesso abusivo al sistema informatico o telematico e falsità ideologica.

(FERMO IMMAGINE) Oltre cento agenti della Polizia hanno eseguito 21 misure cautelari degli arresti domiciliari nei confronti di funzionari e dipendenti della Motorizzazione Civile di Palermo e di responsabili di agenzie di disbrigo pratiche automobilistiche del capoluogo. Dietro al blitz ci sarebbe un giro di mazzette incassate dai pubblici ufficiali che, in cambio di soldi, avrebbero chiuso un occhio sulla regolarità di centinaia di pratiche automobilistiche. Ben 187 i capi di imputazione e 42 gli indagati. L'inchiesta è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia.
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L'inchiesta

L'inchiesta è partita da accertamenti sul riciclaggio di autovetture e da un monitoraggio delle pratiche di immatricolazione dei veicoli provenienti dall'estero. Queste ultime, presso l'ufficio della Motorizzazione Civile di Palermo, avevano avuto un costante "trend" di crescita, passando dalle 7.740 del 2016 alle 20.465 del 2019. A colpire gli investigatori è stato inoltre che gli intestatari fossero per oltre l'ottanta per cento residenti fuori la provincia di Palermo e che la quasi totalità delle pratiche fosse stata commissionata da un ristretto numero di agenzie palermitane, che, di fatto, esercitavano una sorta di monopolio del mercato ai danni dei concorrenti.

In seguito sono emerse numerose anomalie e irregolarità anche nelle pratiche di collaudo, di duplicati di carte di circolazione e di immatricolazione di macchine agricole. In particolare i collaudi dei veicoli, benché obbligatori, non sarebbero stati effettuati: un fatto particolarmente grave per gli inquirenti perché l'assenza di verifica della efficienza e regolarità dei veicoli avrebbe messo a rischio la sicurezza della circolazione.

Mazzette tra la documentazione

Secondo gli investigatori, otto funzionari della Motorizzazione assegnati alla così detta 'area veicoli', avrebbero ricevuto denaro dai titolari di alcune agenzie. Il contante sarebbe stato messo all'interno delle cartelline con la documentazione che ciascuna agenzia avrebbe dovuto depositare presso gli uffici della Motorizzazione per consentirne l'esame al funzionario addetto. In molti casi le consegne delle mazzette in favore dei pubblici ufficiali sono state riprese attraverso intercettazioni ambientali. Oltre 60 gli episodi per cui i pubblici ufficiali risultano indagati per corruzione in relazione alla trattazione di pratiche riguardanti circa 100 veicoli. La polizia ha anche effettuato un sequestro preventivo di oltre 35 mila euro.

590mila euro a casa di un indagato 

A casa di uno dei funzionari indagati la Polizia ha trovato 590mila euro in contanti. L'uomo, accusato di corruzione, abuso e violazione del sistema informatico, nel 2013 era stato coinvolto in un'altra indagine e aveva patteggiato la pena di un anno e 3 mesi per falso e, anche allora, per accesso abusivo al sistema informatico. Il funzionario era stato spostato all'assessorato regionali ai Trasporti, ma dopo qualche anno era tornato alla Motorizzazione.

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