Vittoria, scarcerato uomo che investì e uccise 2 cuginetti. I genitori: “Siamo distrutti”

Sicilia
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Alessio e Simone erano seduti sullo scalino della porta di casa quando, la sera dell'11 luglio del 2019, un'auto che viaggiava a tutta velocità li ha investiti. Alla guida del veicolo c'era Rosario Greco, figlio del boss Emanuele, fuggito con gli alti tre passeggeri a bordo. La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza d'appello, il processo è da rifare e intanto l'uomo è stato posto ai domiciliari

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"Siamo distrutti, ma che giustizia è questa? È uno schifo. Si chiama 'ingiustizia', non giustizia. A meno di un mese dai tre anni dalla morte di Alessio e Simone, chi li ha investiti quella notte è fuori dal carcere. Solo noi, noi genitori, abbiamo l'ergastolo", sono le parole piene di rabbia di Alessandro e Tony D'Antonio, genitori dei piccoli Alessio e Simone, uccisi l'11 luglio del 2019 a Vittoria (Ragusa). Quella sera i due bambini erano seduti sullo scalino della porta di casa quando, una macchina a tutta velocità, li ha travolti e uccisi. L'auto era guidata da Rosario Greco, figlio del boss Emanuele. Gli altri tre passeggeri, fra cui un altro figlio di boss, Angelo Ventura, scapparono. 

La decisione dei giudici

La Corte di Cassazione, lo scorso marzo, ha annullato con rinvio la sentenza d'appello di condanna a 9 anni di reclusione per Greco. Il processo è da rifare, ma intanto l'uomo è stato posto ai domiciliari a partire dal primo giugno, uscendo così dal carcere. L'istanza, accolta dalla Corte d'Appello, è stata presentata dal legale di Greco, Nunzio Citrella. La Cassazione ha annullato la sentenza per un "vizio di motivazione" dell'appello, concernente il rigetto della perizia psichiatrica richiesta dalla difesa.

Le parole dei familiari delle vittime

"È incredibile. Siamo senza parole - commentano amaramente i D'Antonio -. Ci siamo affidati alla giustizia, non possiamo pensare che a meno di tre anni dalla strage che ci tolse i nostri figli, oggi questo delinquente sia fuori dalla galera. Non ci possiamo pensare. È questa la giustizia che lo Stato italiano riconosce a noi genitori? Tre anni di carcere per aver trucidato due bambini? Chiediamo una mobilitazione civile, chiediamo ai giudici di non negarci quella giustizia in cui credevamo perché - concludono - altrimenti, solo la nostra condanna sarà a vita".

I legali: "Genitori amareggiati"

"L'annullamento della sentenza in Cassazione è dovuto ad un difetto di motivazione nel rigetto della perizia psichiatrica per Rosario Greco. Una motivazione tecnica, che non ci preoccupa. Ci prepariamo con serenità al nuovo processo, la cui data deve essere ancora fissata". Lo dice l'avvocato Daniele Scrofani, che rappresenta le famiglie dei due bambini travolti e uccisi. "Non conosciamo ancora le motivazioni della decisione di disporre i domiciliari. Il rapporto tra l'imputato e il giudice viene seguito dall'avvocato difensore, non coinvolge l'avvocato di parte civile. Ma attendiamo serenamente l'avvio del nuovo processo. I genitori, ovviamente, sono amareggiati. Ciò che stanno vivendo, dopo la morte dei bambini e con la vicenda processuale, è dolorosissimo", prosegue.

"Non rilascio alcuna dichiarazione. C'è però troppo clamore mediatico", replica invece l'avvocato Nunzio Citrella, difensore di Rosario Greco. 

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