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Commessa call center Ita, lavoratori Covisian occupano sede a Palermo

Sicilia

"I lavoratori e le organizzazioni sindacali continueranno la mobilitazione fino a quando tutti i 543 lavoratori non vedranno garantito il loro futuro occupazionale", dichiara Marcello Cardella, segretario generale Slc Cgil Palermo

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Protesta di lavoratori e lavoratrici di Covisian e Almaviva a Palermo nell'ambito della vertenza sui call center dopo che la compagnia aerea Ita la scorsa settimana ha disertato il tavolo convocato dal Governo in occasione della scadenza della commessa Ita-Covisian, dando notizia di 150 assunzioni per chiamata diretta finalizzate a internalizzare il servizio. I lavoratori, dopo essersi riuniti spontaneamente in Via Ugo La Malfa, davanti alla sede di Covisian, hanno occupato l'edificio.

©Ansa

La lettera a Mattarella

I 543 lavoratori del call center ex Alitalia, oggi Ita, hanno scritto una lettera al capo dello Stato Sergio Mattarella, ricordando l'articolo 4 della nostra Carta e spiegando che "nella vertenza le basi della Costituzione vengono disattese ed è proprio lo Stato a ignorare le norme. Qualcuno sostiene che il Sud è 'l'Italia che non piace'. Invece questi 543 sono dei gran lavoratori, che per 20 anni sono stati la voce della compagnia di bandiera e lo hanno sempre fatto con serietà, dignità e orgoglio". "Abbiamo creduto - aggiungono - in un accordo siglato alla presenza del Governo, che ci impoveriva economicamente, ma che ci garantiva di poter continuare a lavorare, e invece dopo 6 mesi ci buttano fuori. Siamo tutti licenziati! Perché? Gli attori principali di questa vicenda, Ita e Covisian, si addossano reciprocamente le colpe e si dichiarano parti lese. E noi cosa siamo? I colpevoli? Lo Stato snobba lo Stato. Ita non si presenta al tavolo. Una mancanza di rispetto assoluta nei confronti di noi lavoratori e degli italiani, che hanno contribuito, loro malgrado, alla creazione di Ita, partecipata al 100% dallo Stato". "Presidente - conclude la missiva - lei il Sud lo conosce bene. Sa quanto è difficile trovare un lavoro. Le persone che hanno in mano le nostre vite giocano a chi è più ricco, mentre noi chiediamo solo di continuare a lavorare. Palermo e Rende non possono permettersi 543 famiglie per strada. Presidente, chiediamo a Lei, in quanto capo dello Stato, di portare al tavolo le parti coinvolte e invitarle a rispettare l'accordo firmato. La invitiamo a lottare con noi e per noi affinché lo Stato non rinneghi lo Stato e non si renda complice delle ingiustizie e degli illeciti ormai evidenti in questa vertenza".

Slc Cgil: "Ita continua a sfuggire alle sue responsabilità "

"Ita continua a sfuggire alle sue responsabilità con un atteggiamento sprezzante nei confronti delle istituzioni – dichiara il segretario generale Slc Cgil Palermo Marcello Cardella - Ci risulta che ad oggi non abbia risposto alla convocazione della commissione Lavoro della Camera, mentre Covisian non intende rispettare l'accordo firmato in sede ministeriale il 21 ottobre. I lavoratori e le organizzazioni sindacali continueranno la mobilitazione fino a quando tutti i 543 lavoratori non vedranno garantito il loro futuro occupazionale".

Fistel Cisl: "543 licenziamenti in atto, nessuno può giocare con il futuro"

"Non c'è più tempo - afferma in una nota Francesco Assisi, segretario della Fistel Cisl Sicilia - il Governo deve immediatamente convocare tutte le parti al tavolo obbligando il rispetto degli accordi sottoscritti il 21 ottobre 2021 in sede ministeriale tra Sindacato e Covisian. Palermo non si può permettere di perdere un solo posto di lavoro, e ad oggi ci sono 543 licenziamenti in atto, nessuno può giocare con il futuro dei lavoratori e delle loro famiglie. L'operazione Ita in Italia, di fatto è una grande 'truffa sociale', solo in operazione economica finanziaria a danno degli italiani".