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Manifestazione a Palermo il 23 febbraio: protesta per riassetto Tim

Sicilia
©Ansa

Domani, giorno dello sciopero nazionale, i sindacati terranno una manifestazione regionale unitaria a Palermo (alle 10), in piazza Indipendenza. Manifestazioni si svolgeranno contestualmente nelle maggiori città italiane

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Preoccupazione in Sicilia per il piano annunciato dal nuovo ad di Tim e per i possibili esuberi nell'Isola, "già in ginocchio per le tante vertenze ancora da risolvere", scrivono in una nota i segretari generali regionali della Cgil e Slc Alfio Mannino e Gianluca Patanè". In Sicilia sono oltre duemila i lavoratori Tim a cui si aggiungono quelli dell'indotto, che potrebbero essere coinvolti in un riassetto che, con lo scorporo della rete e la scissione dell'azienda in diverse aree operative di business, "comporterebbe - rilevano Mannino e Patanè - l'indebolimento della più grande azienda italiana di telecomunicazione con un riflesso negativo sull'indotto e la perdita nel Paese di migliaia di posti di lavoro".

La manifestazione

"Potrebbe essere l'inizio della fine, di un'azienda storica e leader nel settore", sottolineano i segretari siciliani di Cgil e Slc, che lanciano un appello alle forze politiche regionali e ai presidenti di Regione e Ars, ai quali hanno chiesto un incontro, "perché tutto ciò sia scongiurato". Domani, giorno dello sciopero nazionale, i sindacati terranno una manifestazione regionale unitaria a Palermo (alle 10), in piazza Indipendenza. Manifestazioni si svolgeranno contestualmente nelle maggiori città italiane. Lo sciopero, indetto da Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, coinvolgerà nel Paese circa 42mila lavoratrici e lavoratori del gruppo. "Bisogna che tutti, sindacato, forze politiche e istituzioni - sostengono Mannino e Patanè - siano protagonisti di un'azione sinergica per fare cambiare direzione all'ad diTim". L'attenzione del governo alla vertenza è stata sollecitata anche dai segretari generali di Cgil Cisl e Uil, Landini , Sbarra e Bombardieri. In Sicilia i sindacati chiamano in causa il governo regionale e tutte le forze politiche "per la difesa dell'occupazione, contro uno 'spezzatino' dell'azienda che avrebbe ricadute sull'intera filiera delle telecomunicazioni".