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Enna, allevatore scomparso e ucciso: quattro arresti

Sicilia
©Ansa

Sono accusati di omicidio aggravato, distruzione di cadavere e incendio seguito da danneggiamento

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Svolta nelle indagini sull'omicidio di Andrea Paternò, di 40 anni, il cui cadavere carbonizzato fu ritrovato in un’auto, anch’essa bruciata, il 13 luglio del 2020, ad Enna. I carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Caltanissetta, nei confronti di quattro persone.

Le accuse

Sono accusate di omicidio aggravato, distruzione di cadavere e incendio seguito da danneggiamento. Le indagini sono state coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia. A segnalare il fuoristrada dato alle fiamme era stato un uomo che si stava recando in una sua proprietà. Secondo quanto emerso, alla base del delitto potrebbe esserci la richiesta di restituzione di un prestito da circa 20mila euro, avanzata da Paternò. Sembra che l'uomo sia stato attirato in trappola, ucciso a colpi di arma da fuoco e coltello. Il suv con il corpo sarebbe stato poi spostato e dato alle fiamme. 

Le indagini

Nelle prove citate dall'accusa nei confronti dei quattro arrestati - allevatori di età compresa tra i 24 e i 63 anni - le immagini di un distributore di carburante dove si sarebbero recati per acquistare il liquido infiammabile per dare fuoco alla macchina con il corpo senza vita della vittima. A due degli arrestati è contestata anche l'accusa di essere autori di alcuni incendi avvenuti lo scorso luglio nelle campagne tra Enna e di Pietraperzia: avrebbero appiccato il fuoco a campi coltivati a grano per utilizzare le aree per il pascolo dei loro capi di bestiame. Inoltre, i quattro arrestati, secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri, avevano contatti con esponenti delle famiglia mafiose di Pietraperzia e Barrafranca e con mafiosi della provincia di Enna. A loro la Dda della Procura ha contestato l'aggravante del metodo mafioso che il Gip di Caltanissetta non ha comunque confermato nell'ordinanza di custodia cautelare. Nell'ambito dell'inchiesta è emerso che "gli arrestati avevano atteggiamenti pesantemente intimidatori". La Procura di Caltanissetta sta vagliando la posizione di cinque operatori del Corpo forestale intervenuti per spegnere l'incendio del fuoristrada senza denunciare la presenza del mezzo e del cadavere.