Palermo, usura: confisca da 3,5 milioni di euro a due fratelli

Sicilia
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Secondo le indagini, i due fratelli prestavano soldi a commercianti e imprenditori in difficoltà applicando tassi d'interesse che arrivavano fino al 60% su base annua

A Palermo beni per oltre 3,5 milioni di euro sono stati confiscati dalla guardia di finanza a due fratelli di 69 e 61 anni, accusati di usura e ritenuti da anni i maggiori referenti del credito illegale nel capoluogo siciliano e provincia.

Le indagini

Secondo le indagini, i due fratelli prestavano soldi a commercianti e imprenditori in difficoltà applicando tassi d'interesse che arrivavano fino al 60% su base annua. Il provvedimento è della sezione misure di prevenzione del tribunale, divenuto irrevocabile con sentenza della cassazione. L'attività si ricollega a un'operazione del 2011, denominata "The Uncle", lo zio, come si faceva chiamare uno dei due fratelli dalle vittime e dai collaboratori.

La confisca

La confisca ha riguardato due imprese, un bar tabaccheria a Misilmeri e un negozio di abbigliamento a Palermo; 14 immobili, tra abitazioni, locali commerciali e appezzamenti di terreno, tra Palermo, Bagheria, Trabia e Termini Imerese; 11 veicoli; 20 rapporti finanziari. Una delle vittime di usura, in ritardo con i pagamenti, era stata avvicinata, minacciata e malmenata da un "collaboratore" dei fratelli, costringendo gli inquirenti ad accelerare le fasi dell'operazione e arrestando in flagranza di reato l'esecutore del pestaggio, proprio nel momento in cui si apprestava a incassare la rata. Almeno una ventina delle presunte vittime sono state convocate al comando provinciale della guardia di finanza. Ma quanto scattò l'indagine solo tre iniziarono a collaborare. 

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