Migranti, maxisbarco a Lampedusa. Il sindaco: "Domani sciopero generale"

Sicilia
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Così il primo cittadino, Totò Martello: "Non è possibile continuare a sopportare queste angherie da parte del Governo". Proteste sull'isola

Nella notte un barcone con 370 migranti a bordo (13 donne e 33 minori) è stato soccorso a quattro miglia da Lampedusa mentre rischiava di capovolgersi a causa del forte vento di scirocco. La tragedia è stata evitata grazie all'intervento delle motovedette della guardia costiera e della guardia di finanza, che hanno scortato l'imbarcazione in porto.

Record di presenze nell'hotspot

Questo maxisbarco ha fatto scattare una nuova emergenza, con l'hotspot di contrada Imbriacola che ha fatto registrare un nuovo record di presenze: 1.526 persone, a fronte di una capienza massima di 192, mentre il trasferimento preventivato per oggi di 55 ospiti con il traghetto di linea è saltato a causa del maltempo.

In seguito la prefettura di Agrigento ha disposto il trasferimento, con le motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza, di 128 ospiti dell'hotspot, che partiranno in serata. Per tutti loro è arrivato l'esito - negativo - del tampone. Di questo gruppo fanno parte anche i 55 migranti che avrebbero dovuto lasciare l'isola in tarda mattinata. I 55 dopo lo sbarco a Porto Empedocle (Agrigento) verranno trasferiti nelle strutture d'accoglienza dell'Abruzzo. Gli altri 73 migranti resteranno in centri della Sicilia. Sull'isola, dopo questo trasferimento, rimarranno 1.398 persone. Intanto il Viminale ha annunciato l'arrivo di altre tre navi-quarantena sull'isola.

Proteste sull'isola

L'ultimo sbarco ha scatenato la protesta di un drappello di abitanti guidati dall'ex senatrice della Lega, Angela Maraventano che hanno cercato di impedire il passaggio dei mezzi di soccorso sulla banchina. "Siamo stanchi - ha detto la Maraventano -, vanno rimpatriati immediatamente. Impediremo con tutte le nostre forze di farli passare". La protesta si è poi spostata fra piazza Libertà e via Roma. "Chiediamo la chiusura immediata dell'hotspot di Lampedusa - ha proseguito Maraventano - Il sindaco vuole proclamare lo sciopero generale e siamo contenti. Siamo molto preoccupati, però, perché abbiamo saputo che forse arriveranno altre barche”, ha concluso.

L'ira del sindaco

Arrabbiato anche il sindaco di Lampedusa, Totò Martello, che nel pomeriggio aveva inviato una lettera al presidente tunisino Kasis Saied minacciando di raggiungere il paese nordafricano con la sua barca percorrendo al contrario la rotta dei migranti: "Siamo in ginocchio - sbotta -, con questi arrivi all'hot spot si supereranno le 1.500 presenze. La situazione è insostenibile. Non è possibile continuare a sopportare queste angherie da parte del Governo". Poi, il primo cittadino ha rincarato la dose: "Domattina convocherò i rappresentanti delle associazioni di categoria dell'isola, dichiariamo lo sciopero generale: abbassiamo le saracinesche, il governo nazionale continua a mantenere un silenzio che fa paura. Qualcuno può ricordare a Conte che Lampedusa è italiana? Posso capire che non si vedono arrivare i barchini, ma se un peschereccio di queste dimensioni con centinaia di persone arriva fin qui e nessuno se ne accorge, vuol dire che non c'è alcun controllo nel Mediterraneo. Ma che fanno le navi militari? Mica siamo in guerra perché non le impiegano per interventi di sicurezza in mare, e per trasferire i migranti?".

Nello Musumeci: "Conte convochi Consiglio dei ministri"

"Avevamo chiesto a Roma di recuperare i mesi persi senza nessuna programmazione. Avevamo chiesto un ponte aereo per dare un segnale forte, di presidiare il canale di Sicilia per impedire a questi squallidi mercanti di morte di continuare indisturbati. Mi rivolgo direttamente al presidente Conte; convochi il consiglio dei ministri per affrontare l'emergenza di questi mesi divenuta insopportabile in queste ore. Lampedusa non ce la fa più, La Sicilia non può continuare a pagare l'indifferenza di Bruxelles e il silenzio di Roma". Così il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, in un post su Facebook.

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