Caso Viviana Parisi, il padre di Gioele ha riconosciuto le scarpette blu del figlio

Sicilia
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Lo ha reso noto la sorella di Daniele Mondello. Le scarpe sono state rinvenute ieri insieme a resti ossei a 16 giorni dalla scomparsa del piccolo insieme alla madre. Sospese le ricerche nelle campagne di Caronia

Le scarpette blu trovate accanto ai resti umani, ieri, nelle campagne di Caronia sono di Gioele. Le ha riconosciute durante l'incontro con la polizia il padre del bambino, Daniele Mondello, come ha riferito la sorella dell'uomo, Mariella Mondello. "Le scarpette che la polizia ha mostrato a Daniele Mondello sono quelle che lui aveva regalato a Gioele assieme alla moglie. Non ci sono dubbio che siano le sue", ha poi aggiunto il legale dell'uomo, Pietro Venuti.

Gioele era scomparso a seguito di un incidente stradale lo scorso 3 agosto insieme alla madre, Viviana Parisi, poi trovata morta (LE TAPPE). Nel tardo pomeriggio, sono state sospese le ricerche, che hanno visto impegnati uomini delle forze dell'ordine e volontari per diciassette giorni. 

Prelievo del Dna

Il riconoscimento delle scarpette blu è avvenuto presso la caserma Calipari di Messina, dove Daniele Mondello si è recato anche per un prelievo che consenta l'estrazione del suo Dna, in modo da compararlo con quello dei resti umani trovati ieri nelle campagne di Caronia, così permetterne il riconoscimento. Un analogo prelievo, per lo stesso motivo, sarà effettuato anche a uno dei nonni materni del bimbo.

Il padre su Facebook: "Dubbi sui metodi adottati per le ricerche"

"Le ricerche sono state un fallimento", ha dichiarato il padre di Gioele recandosi in caserma a Messina. L'uomo era già intervenuto sulla questione con un post pubblicato su Facebok. "Cinque ore di lavoro di un volontario rispetto a 15 giorni di 70 uomini esperti mi fanno sorgere dei dubbi oggettivi sui metodi adottati per le ricerche - ha scritto -. La mia non vuole essere una polemica, ma la semplice considerazione di un marito e padre distrutto per la perdita della propria famiglia. Nonostante il dramma che mi ha travolto - ha aggiunto - trovo doveroso ringraziare quanti mi hanno aiutato. Dedico un ringraziamento particolare al Signore che ha trovato mio figlio. Se non ci foste stati voi, chissà se e quando lo avremmo ritrovato. Viviana e Gioele - conclude Daniele Mondello - vi ringraziano ed io vi mando un abbraccio enorme, siete stati grandi!"

Pm: "Periti ci hanno dato pista chiara"

In mattinata, il procuratore di Patti, Angelo Cavall, aveva dichiarato che "i resti umani trovati ieri a Caronia sono compatibili con Gioele". "Noi non aspettiamo i 90 giorni per avere i risultati scritti della consulenza dei nostri periti - ha spiegato il procuratore -. Loro ci dicono immediatamente quello che, secondo loro, è successo. Già ce lo hanno detto. E posso dire che delle certezze le hanno a loro modo comunicate, riservandosi all'esito di accertamenti, in particolare di quelli istologici. Ma una pista, una lettura chiara degli avvenimenti già c'è stata data". "In questo momento tutte le ipotesi sono aperte - ha continuato il pm -: o una morte contestuale o in momenti separati. Dobbiamo verificare. Le risposte più importanti arriveranno dagli accertamenti medico legali e grazie alla collaborazione di altre professionalità". Il procuratore ha poi confermato la notizia che "nell'auto di Viviana Cavallo sono stati trovati due certificati medici sullo stato di salute della donna" e che, su questo tema, "altri accertamenti sono in corso". Su questo aspetto è intervenuto oggi anche il marito della donna: "Viviana non era in cura, non seguiva alcuna terapia: ha soltanto preso per 4 giorni due pillole e poi ha smesso lei, di sua volontà". 

Le indagini

"Oggi il primo passo da fare è valutare i luoghi dove sono stati ritrovati i vari resti che purtroppo erano sparsi", ha continuato Cavallo. "Si devono valutare - ha aggiunto - i possibili tragitti della signora, del bambino, dei terzi, di animali, oggi c'è questo lavoro iniziale le da fare. La zona dove abbiamo rinvenuti i resti - ha sottolineato il magistrato - percorrendo 50-60 metri di boscaglia si arriva ad un sentiero che potrebbe essere collegato al traliccio traliccio, ma è un'area di vegetazione fitta. Tra i due luoghi in linea d'aria c'è una distanza di circa 300 metri".

Per il momento, ha continuato, "il tragitto fatto da Viviana Parisi e dal figlio Gioele, il 3 agosto scorso, da casa al momento dell'incidente, sulla A20, riteniamo che sia stato tutto accertato. Abbiamo trovato i biglietti dei caselli autostradali, delle immagini in cui la signora usciva di casa col bambino in perfetta salute, le immagini di Sant'Agata di Militello che ci dicono che il bambino era vivo dentro l'auto con la madre". "Riteniamo con buona approssimazione - ha aggiunto - che l'uscita dall'autostrada fosse dovuta alla necessità di fare carburante perché in auto c'era poca benzina. E sono attendibili i testimoni che vedono madre e figlio insieme e vivi dopo l'incidente stradale sulla Palermo-Messina".

Il ritrovamento

Ieri, dopo 16 giorni di ricerche, i resti del bambino sono stati trovati a 700 metri dalla radura in cui l'8 agosto fu scoperto il cadavere di Viviana Parisi. Per essere certi che si tratti del piccolo di 4 anni, è stato necessario effettuare l'esame del Dna, anche se qualcuno tra gli inquirenti si è sbilanciato sostenendo che è lui "al 99 per cento". Le spoglie, scovate tra una fittissima vegetazione da un carabiniere in pensione e mutilate dagli animali selvatici, erano irriconoscibili. Brandelli di una maglietta, simile a quella che Gioele indossava prima di sparire, facevano pensare infatti che si trattasse del piccolo. "I resti sono compatibili con quelli di un bambino di 4 anni", aveva detto il procuratore di Patti, che per ore ha lavorato a fianco dei medici legali dopo la scoperta.
Tra gli indumenti trovati ieri c'erano anche un paio di scarpette blu, il colore che la mamma aveva scelto per lui. La notizia, riportata da alcuni quotidiani, è stata confermata da ambienti giudiziari. Intanto, sarà fissata non prima di sabato prossimo l'autopsia: "Mi auguro che dagli esami dei resti - ha aggiunto - si possano capire tante cose”, ha dichiarato il pm, aggiungendo che nelle campagne di Caronia "c'è stato un intervento successivo degli animali sull'effetto dispersione, o al momento dei fatti o successivamente”.

Le ricerche

"Ho solo cercato dove altri non avevano cercato". Queste le parole dell'ex militare dell'Arma di Capo d'Orlando, uno dei 300 volontari che ieri, raccogliendo l'appello del padre di Gioele, si sono messi a battere la zona, un'area impervia di circa 7 chilometri quadrati, battuta per giorni da decine di esperti: vigili del fuoco, carabinieri, uomini della Forestale e soldati dell'esercito, per mezzo di droni, cani molecolari, geologi, sub che hanno dragato i laghetti vicini. 

L'ex carabiniere è stato ringraziato anche dal pm Cavallo: "Non solo ha svolto quest'opera di ricerca per trovare il corpo - ha aggiunto - ma poi nonostante fosse stanco e grondante di sudore è rimasto altre 4 ore con noi. L'ho visto personalmente strisciare sotto passaggi alti 30 centimetri tra i rovi e ci ha indicato un altro posto dove potevano essere altri resti che abbiamo rinvenuto. Lo ringrazio molto. Già nei giorni precedenti eravamo stati contattati dai familiari che ci avevano chiesto la possibilità di poter fare delle ricerche volontarie. Noi abbiamo dato subito una disponibilità di massima perché eravamo convinti che le ricerche si dovessero concentrare in quel posto. Più persone erano presenti maggiori era la possibilità di trovarlo. A noi interessava il risultato", conclude il procuratore.

Il legale del padre: "Credibilità dello Stato compromessa"

"Persino per ritrovare Gioele la mia famiglia ha dovuto fare affidamento sulle proprie forze: ancora una volta ha dovuto 'metterci una pezza'. La credibilità dello Stato ne esce fortemente compromessa e non posso che dolermene. Devo, tuttavia, ringraziare i tantissimi volontari che ci hanno sostenuto col loro sudore ed amore. E' una Italia che ci restituisce speranza". Lo scrive su Facebook Claudio Mondello, legale e cugino di Daniele Mondello. 

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